9. Coming Down

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▶️ Coming Down, Halsey

Zoe's pov
"Ciao Ricciolino, cosa fai? Io giá mi annoio. È stato davvero bello conoscerti meglio, sei simpatico. Dobbiamo rivederci, voglio sapere altro su di te. Un bacio, Zoe. Xx"

Scrissi di getto mentre entravo in casa, mi tolsi le scarpe e mi buttai sul divano. Era stato divertente stare con Harry e anche lui si era divertito. Il piano andava alla grande e ne ebbi la conferma quando sentii il cellulare squillare. Era Harry, il suo messaggio diceva:

"Ci vediamo domenica, a casa mia. Va bene? Ti passo a prendere verso le 20.00. Fammi sapere. ♡ Harry xx"

Ci era cascato, voleva passare altro tempo con me. Confermai per l'uscita a casa sua e mi sentii potente. Se Ashley si stava innamorando male per lei, Harry ora era mio, o quasi.
Tornai a prestare attenzione al cellulare, controllai le varie notifiche e ebbi anche conferma della festa a casa di Jace Kennet , un ragazzo della mia scuola. Era ricco sfondato e i suoi avevano una casa enorme, ma non c'erano mai e quindi Jace ne approfittava per fare feste da urlo: alcol, fumo, musica e sesso. Mi alzai dal divano e mi diressi verso la camera, decisi il vestitino da indossare quella sera: un tubino nero corto con lo scollo a cuore e scarpe col tacco nere. Andai in bagno, mi lavai e mi truccai. Sugli occhi andai leggera, ma sulle labbra osai con un rossetto bordeaux. Mi arricciai i capelli, indossai il tubino, i tacchi e guardai l'ora sul cellulare. Le 20.30, alle 21.00 sarebbe passata Tessa a prendermi. Avevo ancora mezz'ora e decisi di passarla a messaggiare con Harry.
"Come stai Harry? Non vedo l'ora che venga domenica." Scrissi. Se per far soffrire Ashley avrei dovuto rovinare la mia reputazione andando a casa dell'ermafrodito l'avrei fatto, l'importante era vederla stare male.
Poco dopo sentii il campanello suonare, era Tessa.

Arrivammo a casa di Jace, il parcheggio era popolato da macchine, moto e bottiglie vuote. Alcune coppie si baciavano, altre facevano altro. Appena entrate io e Tessa ci separammo, lei raggiunse il fidanzato e io invece andai verso la cucina, dove c'era la roba da bere. Presi una birra, poi buttai giù un bicchierino di qualcosa che penso sia stata vodka alla ciliegia. L'alcol lo reggevo abbastanza bene, quindi continuai a bere. Dopo quattro bicchierini andai a ballare. Mi scatenai, sentivo l'alcol che iniziava a farmi effetto e poco dopo mi trovai a strusciarmi su un ragazzo. Lui era biondo e riccio. Gli occhi erano castani, era ben piazzato. Insomma, era proprio un bel ragazzo. Lui teneva le mani sul mio sedere e io mi strusciavo su di lui, cercando di provocarlo. E ci riuscii, mi si avvicinò all'orecchio e con voce sensuale mi disse:
"Ti sarei davvero grato se adesso venissi in bagno con me, me l'hai fatto diventare duro e ti tocca sistemare il problema."
Risi, abbassando lo sguardo sul cavallo dei suoi pantaloni.
Così, dopo aver dato spettacolo ballando in modo poco sobrio davanti a centinaia di ragazzi, mi trascinò in bagno.
Appena arrivati iniziò a toccarmi il seno, poi però mi alzò il vestito. Cominciò con il toccarmi attraverso le mutandine e quando all'orecchio gli sussurrai di volere di più le spostò e iniziò a fare su e giu con le dita. Sentivo le mie gambe deboli e così, poco dopo venni. Lui avvicinò le sue dita alla bocca, le leccò e poi mi baciò.  Poco dopo gli sfilai la maglietta e mi concentrai sulla cerniera dei suoi pantaloni. Appena liberai il suo membro dalla stoffa sintetica dei boxer iniziai a massaggiarlo muovendo la mano su e giù.
Dopo poco la presi in bocca, iniziando a succhiare velocemente, pressando con la lingua sulla sua punta.
Lo sentii gemere e poco dopo venne nella mia bocca. Ci vestimmo e uscimmo dal bagno. Una volta usciti ci fiondammo, un'altra volta, in cucina.

Mi svegliai, la testa mi faceva male e avevo davvero un aspetto orribile. Non ricordavo nulla della notte precedente e nonostante cercassi di ricordare qualcosa mi veniva in mente solo un nome: Aaron. Cercai di collegarlo a qualcosa in tutti i modi possibili o di, almeno, ricordare che aspetto avesse, ma niente. Vuoto totale. Mi alzai, ma finii per vomitare sul tappeto vicino al letto. Così, dopo aver pulito, decisi che per quella mattina la scuola poteva anche andare a farsi fottere. Mandai un messaggio a Harry e avvisai Tessa, dicendole di non preoccuparsi per me.
Dormii fino alle tre del pomeriggio, poi decisi di andare al centro commerciale a fare un po' di shopping.
Alla fermata del pullman notai un ragazzo, era carino. Aveva i capelli ricci ed era molto chiaro di carnagione, quasi pallido.
I suoi occhi marroni mi scrutavano, quasi come se mi desiderassero. Indossavo un vestitino nero, non troppo corto ma che comunque metteva in risalto le mie lunghe e magre gambe.
Quando presi posto infondo all'autobus, il ragazzo mi guardò. Esitò per un attimo, poi si sedette vicino a me e, con un sorriso a trentadue denti mi disse:
"Ciao, io sono Aaron. Tu sei...?" Continuava a sorridere e, non sapevo perché ma quel sorriso mi metteva in soggezione. Aaron? Era solo una coincidenza?
"Zoe." Risposi. Aaron continuava a sorridere e io ero sempre più imbarazzata.

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