3. Sometimes

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▶️ Sometimes, A Rocket To The Moon

Ashley's pov
Il suono della mia sveglia maledetta interruppe il sogno che stavo facendo sul ragazzo di kik. Tutta la notte avevo rivissuto la sera precedente e la sua immagine era stata fissa nei miei pensieri fino al mio risveglio.
I suoi tatuaggi: avrei voluto toccare ogni parte di lui, tracciando con le mia dita esili i bordi di quei segni neri, che rendevano il suo corpo unico. La sua bocca, che si intravedeva a malapena, mi fece pensare a quanta voglia avessi di consumarla a furia di baci. Sognai di fare con lui le stesse cose che la sera prima ero stata costretta ad auto soddisfare.
Sentendo dei rumori al piano inferiore, decisi di alzarmi dal letto per prepararmi ad affrontare la nuova giornata, così mi avviai verso il bagno, dove mi preparai.
Dovevo essere impeccabile come sempre, quindi misi un vestitino nero che lasciava poco spazio all'immaginazione, le mie amate scarpe col tacco e arricciai i capelli.
Scendendo le scale mi preparai ad affrontare mia madre e i soggetti delle sue avventure di una notte, ma con mia sorpresa arrivando in cucina notai che non c'era nessuno.
Mi preparai un caffè e, girandomi verso la porta finestra, persi quasi dieci anni di vita vedendo un uomo che si aggirava a torso nudo e in boxer nel mio giardino: doveva essere il nuovo "fidanzato" di mia madre.
Appena mi notò girai lo sguardo, ma poco dopo lo sentii superare la porta e lo ritrovai di fianco a me. Era seriamente un bell'uomo: che mia mamma avesse buon gusto si sapeva, ma non fino a questo punto.

"Ciao bella, sono John." disse e solo a sentire la sua voce avrei voluto che mi sbattesse contro il muro, ma poi pensando razionalmente mi resi conto che quell'uomo era lo stesso che la notte prima era stato a letto con mia madre.

"Ciao, sono Ashley. La figlia di Laura. Ora devo andare a scuola...buona giornata!" Sorrisi antipaticamente e mi dileguai, leggermente imbarazzata per i pensieri che precedentemente si erano fatti spazio nella mia mente.

"Buona giornata." Mi disse e poi sorrise.

Prendendo la borsa sul mobiletto all'ingresso vidi scendere mia madre in vestaglia. Mi salutò con un sorriso e mi lasciò un bacio sulla guancia, come ad augurarmi buona giornata. Dopodiché uscii di casa, sentendo l'uomo avvicinarsi a mia madre ed esclamarle un "buongiorno tesoro".

Camminando per la strada mi fermai al Brew, il bar vicino scuola, dove tutte le mattine mi incontro con Zoe, la mia migliore amica, e dove lavorava quel figo di un cameriere che mi amava alla follia.
Si vedeva o, almeno, dai suoi occhi si capiva che mi desiderava.
E io, da brava ragazza che sono, mi facevo desiderare.
Ordinai un altro caffè, solo per attirare l'attenzione di Caleb, se questo era il suo nome e aspettai che Zoe arrivasse, seduta al mio solito tavolo.
Ad un certo punto il mio sguardo si fermò su un ragazzo che, in modo molto impacciato, ordinava un caffè "molto zuccherato" e scriveva un messaggio. Sì girò verso di me e guardandomi potei notare le sue pupille dilatarsi, poco dopo però, quando si rese conto che anche io lo stavo guardando, girò lo sguardo timidamente è ritirò il caffè che aveva precedentemente ordinato.

Aveva degli occhi verde smeraldo nei quali ci si poteva perdere, nonostante egli cercasse di nasconderli indossando i suoi occhiali più che enormi. I suoi capelli erano disordinati e gli scendeva un ricciolino sulla fronte.
Era considerato un ragazzo sfigato e brutto, perché amava studiare e prendeva sempre ottimi voti, nonostante non si sforzasse minimamente. Okay, sfigato si. Ma brutto? Ero sempre stata in un qualche modo interessata da lui, ma ero obbligata ad evitarlo per difendere la mia reputazione da ragazza super popolare.
Ero perda nei miei pensieri, quando la voce della mia migliore amica mi riportò al mondo reale.

"Buongiorno principessa" esclamò Zoe, poi mi lasciò un bacio sulla guancia e continuò a parlare.

"A cosa pensavi? Sembravi così persa nel tuo mondo." Mi ricomposi, non avrei mai potuto ammetterle di aver pensato ad Harry Styles, questo era il nome di quel ragazzo, in quel modo.

"Guardavo l'ermafrodito, guardalo!" Zoe rise, girandosi a guardare Harry che, freneticamente, armeggiava con un libro mentre beveva il suo caffè.

"Oddio, esilarante! È così agitato!" Esclamò, poi si fermò a pensare e io la osservai leggermente preoccupata.

"Zoe?" Dissi.

"A pensarci sono così agitata anche io... cazzo le interrogazioni di Storia!" Quasi urlò Zoe e io, a mio volta, sobbalzai. Poi, successivamente, entrambe prendemmo le nostre borse e ci incamminammo velocemente verso scuola.

Non appena arrivata vidi da lontano Ian, il mio ragazzo, che notandomi mi sorrise e, dopo aver salutato i suoi amici, mi raggiunse.
Ian era dell'ultimo anno, stavamo insieme da circa un mese, ma in realtà era solo uno dei tanti. O meglio, stavamo insieme solo per il sesso e tutte le cose ad esso annesse. Non ero mai stata innamorata, o meglio, l'amore non sapevo nemmeno cosa fosse. Non avevo mai provato con nessuno tutte quelle belle sensazioni che descrivono nei libri, ma forse era meglio così. In realtà non avevo nessuna intenzione di sentirle e stare a penarmi per qualcuno che non ricambiava i miei sentimenti. Cosa c'è di meglio di una scappatella e via? Non essere sentimentalmente legata a qualcuno mi faceva sentire libera ed era l'unica cosa che desideravo in questo momento: essere libera.
Ian mi si avvicinò e posò la sua mano sul mio sedere.

"Giorno piccola" disse, poi stringendo sempre di più la presa sui miei pantaloni mi fece un occhiolino e io mi buttai su di lui, baciandolo con molta foga. Lui ricambiò il bacio e mi spinse contro l'armadietto al mio lato. Restammo a pomiciare in modo non del tutto sobrio fino a quando una bidella ci venne a rimproverare. Così ci staccammo e io mi incamminai verso la mia classe, pronta ad essere invasa dall'ansia pre interrogazione.
Presi posto in fondo all'aula, al fianco di Zoe che ripassava la lezione precedente. Mr. Fitz, il professore, arrivò poco dopo e aprendo il registro cominciò a parlare.

"Allora, interroghiamo..." - Disse, mentre la tensione cresceva in me.

Non avevo studiato, non lo facevo mai. Il massimo che potevo fare era leggere e ripetere, se ne avevo voglia e tempo. Cercavo sempre di sedurre la gente, ma con il professor Fitz non funzionava mai.
Cominciai a tremare mentre con voce decisa il professore pronunciò il nome dell'interrogato.

"Benson, sei preparata?" Cazzo. Ero pronta a mettere in atto le mie tecniche di persuasione, ma non feci in tempo ad iniziare a parlare che qualcuno mi interruppe.

"Prof, posso offrirmi volontario?" Disse Harry e Mr. Fitz si fermò un secondo a pensare.

"Okay Styles." disse, mentre Harry si alzava dal suo banco per raggiungere la cattedra e, alzandosi, si girò verso di me e mi sorrise. Ricambiai il sorriso, come a ringraziarlo, poi feci un sospiro di sollievo. Successivamente il professor Fitz mi avvisò che sarei stata interrogata la prossima volta.

Harry espose ciò che aveva studiato a pennello, di tanto in tanto faceva delle pause e si girava verso di me. Vedere le sue labbra muoversi mi eccitò e non potei fare a meno di immaginarle su di me, mentre mi esploravano centimetro per centimetro. Tossii, come a cacciare quei pensieri dalla mia mente, poi voltandomi vidi Zoe alla mia sinistra che messaggiava con qualcuno: questo mi fece immediatamente pensare al ragazzo di Kik e mi eccitai ancora di più. Avevo bisogno di uno sfogo, altrimenti sarei esplosa, così decisi di contattare il ragazzo 'misterioso' e dopo aver riguardato le sue foto gli scrissi un messaggio.

@fxckmxnxw: Ciao tesoro, mi avevi promesso una foto e io sono terribilmente eccitata.

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