14. Liar Liar

1.3K 35 0
                                    

▶️ Liar Liar, Christina Grimmie

Zoe's pov.
Aprii gli occhi, disturbata dal rumore del mio cellulare che sentivo vibrare a distanza. Li sentii bruciare a causa della luce che li invase, quindi li chiusi nuovamente di scatto fino a quando girai lo sguardo alla mia destra. I capelli biondi di Aaron erano sparpagliati sul cuscino e una ciocca, sudata, gli ricadeva sulla fronte. Vederlo dormire mi fece spuntare un sorriso, ero così felice di averlo al mio fianco.
Gli lasciai un bacio sulla guancia e, prima di alzarmi, misi la sua maglietta che la notte prima avevo frettolosamente lanciato ai piedi del letto. Successivamente mi recai in bagno e, con gli occhi ancora socchiusi, lessi il messaggio che poco prima mi aveva svegliata.
Da: Harry
Alle 9.30 al Brew, facciamo colazione insieme. Mi manchi. ♡
Ti amo.
H. xx

Sbuffai. Ero davvero stufa di dover fingere ma ormai dovevo portare avanti il gioco fino a quando non sarei riuscita a trovare abbastanza coraggio per mettere fine a tutto.
Guardai l'orario, erano le 8.30. Dovevo sbrigarmi, anche se ultimamente cercavo di non rendermi troppo carina nell'intento che Harry mi lasciasse, ma sembrava troppo preso e la cosa mi preoccupava molto. Gli risposi con un semplice "ok" e dopo aver lavato la faccia e i denti tornai nella camera dove, poco prima, avevo lasciato Aaron, che dormiva ancora.
Lo guardai un'ultima volta e sentii una strana sensazione, come una specie di vergogna mista a senso di colpa.
Decisi di uscire prima che si svegliasse, così non sarei stata costretta a spiegargli il perché della mia improvvisa uscita.
Misi velocemente il jeans e la canotta bianca che indossavo il giorno prima e scrissi un bigliettino a Aaron.
"Amore devo scappare, ti chiamo più tardi. Ti amo,
Zoe xx"
Poi infilai le scarpe, lasciai un veloce bacio ad Aaron, presi la borsa e uscii.

Aprendo la porta del Brew vidi Harry, seduto al solito tavolo con due tazze di caffè davanti a lui, una mano tra i capelli e l'altra che reggeva il cellulare, sul quale era concentrato il suo sguardo.
Mi avvicinai e lui, dopo avermi rivolto uno dei suoi migliori sorrisi mi diede un bacio che io ricambiai. Parlammo delle nostre giornate, della scuola e poi iniziò a divagare su altri argomenti inutili e altamente noiosi, dei quali solo Harry era in grado di parlare. A un certo punto smisi anche di ascoltarlo, perché la mia mente era troppo occupata a pensare a tutti i casini che combinavo minuto dopo minuto. Fui richiamata alla realtà dal vibrare del mio cellulare, era un messaggio di Aaron.

Da: Aaron
Buongiorno amore, già mi manchi.
Ti amo anche io, a dopo.
A.

Sorrisi, poi alzai lo sguardo dal cellulare e mi concentrai ad osservare Harry che, nel frattempo, mi prese la mano e la strinse. Una bella sensazione, ma non paragonabile a ciò che si scatenava in me quando Aaron stringeva la mia mano. Le farfalle nello stomaco e una felicità assurda. Mi facevano sentire protetta, come se il resto del mondo non potesse ferirmi minimamente.
Harry, poi, mi guardò negli occhi e io fissai i suoi verde smeraldo, ma niente in confronto a quelli di Aaron, così profondi e capaci di leggermi dentro come nessuno era mai stato in grado di fare prima di allora.
"Ti amo Zoe, davvero. Sono così fortunato ad averti."- disse Harry tutto d'un fiato e io, incredula, continuai ad ascoltare. -"Quando ti vedevo nei corridoi con Ashley, qualche mese fa, non avrei mai pensato che oggi mi sarei ritrovato qui. Qui, seduto a questo tavolo, di fronte a te, la ragazza più bella di questo mondo sia dentro che fuori."- pensai avesse finito, ma poi, dopo un sorriso continuò. -"Oggi sono qui, a dirti quanto tu sia importante per me e quanto il tuo starmi vicino mi abbia aiutato. Ti amo tanto."
E poi mi sorrise. E sorrisi anch'io, per non piangere. Mi sentivo così in colpa, come se la migliore parte di me, che era Aaron, dovesse restare nascosta a causa della mia finta e malata storia con Harry. Non provavo minimamente niente per lui, se non una simpatia a livello di amicizia.
"Sono senza parole, Harry" - dissi, con una specie di falso sorriso - "ti amo!"
Mi alzai e lo abbracciai, come a dirgli "scusa Harry, non avrei dovuto usarti!", ma ormai il danno era fatto e io non avevo la più pallida idea di come uscirne, ne tantomeno il coraggio.
Quando mi resi conto di essere sull'orlo di una crisi di pianto dissi ad Harry che dovevo scappare via, ma in realtà corsi a casa e, ancor prima di aprire la porta, scoppiai in lacrime.
Rivelando tutta la verità non solo avrei ferito Harry, che aveva iniziato a provare qualcosa di concreto per me, ma avrei ferito e deluso l'unico uomo che aveva provato a capirmi e che mi aveva amata per ciò che ero, una psicopatica che aveva messo in scena una perfetta storia d'amore solo per fare un torto alla sua - ex - migliore amica.
Aaron non meritava davvero tutto questo, lui mi amava davvero e io amavo lui. Non meritava un "no" a ogni volta che mi chiedeva di andare a cena, non meritava un "sono occupata ora" quando, in realtà, ero a letto con Harry. Non meritava un "sono a lavoro stasera, ci vediamo domani" e poi passavo la serata con Harry a guardare film noiosi accoccolati come piccioncini.
E allo stesso tempo ero consapevole del fatto che nemmeno Harry meritava tutto questo, ma il senso di colpa maggiore lo provavo nei confronti di Aaron, che ogni giorno mi aspettava nella stessa camera d'hotel, inconsapevole del fatto che i nostri incontri non avvenivano alla luce del sole non perché questo li rendeva "più eccitanti", come gli dissi una volta per giustificarmi, ma perché non potevamo essere visti in pubblico. Come se la nostra storia fosse sbagliata, come se dovessimo nasconderci dagli occhi degli altri, come se la gente non dovesse sapere che io e lui ci amavamo e volevamo passare il resto della vita insieme, uscendo e facendo cose che fanno il resto delle coppie normali, non in una camera d'hotel.
Allora fu in quel momento che decisi che la nostra storia non doveva più essere un segreto, che dovevo fare la cosa giusta.
Ed ero disposta anche a perderlo, in caso non mi avesse voluto perdonare. Perdere la persona che amavo con tutta me stessa, ed ero disposta a perderlo purché non provassi mai più quel senso di colpa che mi divorava l'anima e che non mi faceva dormire la notte.
Scrissi un messaggio
A: Aaron
Amore mio, dobbiamo parlare. Ci sono cose che non sai e che devi sapere. Ci vediamo domani mattina allo stesso posto? Ti amo.
Zoe.

Inviai il messaggio, poi spensi il telefono e mi misi a letto, sotto le coperte, con l'intenzione di restare lì fino al mattino seguente. Il mattino in cui avrei dato una - importante - svolta alla mia vita.

-----
Spero che il capitolo vi piaccia.
Votate e lasciate un commento per farmi capire cosa ne pensate!
-B.

SUCKER (for you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora