Epilogo - Thinking Out Loud

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Epilogo.
PRIMA PARTE
▶️ Thinking Out Loud, Ed Sheeran

Tre anni dopo

Harry's pov

"Dovremmo andarci" dissi ad Ashley, mentre sistemavo le buste della spesa sul tavolo della cucina e lei armeggiava con la serratura della porta d'ingresso.
"Non ci penso proprio, non mi vedrà nemmeno morta!" Esclamò, poi posò le chiavi sul tavolino d'ingresso e contemporaneamente si sfilò le scarpe.
"La vita di coppia è iniziata da due settimane e già sono esausta." Disse poco dopo mentre io sistemavo la spesa e lei metteva la pentola con l'acqua sul fuoco.
"Ah, sei già stanca di me?" Dissi un po' dispiaciuto.
"Non lo sarò mai!" rispose e si avvicinò a me. La guardai, ancora incredulo: tutto quello stava davvero accadendo e io ero felicissimo. La baciai, lei ricambiò e passandomi una mano tra i capelli tornò a cucinare. Io, dopo aver apparecchiato la tavola per due, andai in salotto e mi sdraiai sul divano. Mi guardai intorno: alcuni scatoloni erano ancora sparsi per casa e notai che sulla TV c'era ancora la pellicola protettiva. Tutto era nuovo, anche la mia vita era nuova. Avevo iniziato quell'avventura da pochissimi giorni, ma era la migliore di tutta la mia vita.

Poco dopo Ashley arrivò con due piatti di spaghetti al pomodoro e cominciammo a mangiare.
"Ci hai pensato?" Le chiesi, sapendo di aver aperto un argomento più che delicato.
"Sì, Harry. Ci ho pensato e ancora non riesco a capire perché ci abbia invitati. Non ci parliamo da anni ormai e ora mi invita al suo matrimonio...non è normale!" Esclamò e io concordai con lei, ma ero ancora dell'idea che andarci sarebbe stata la scelta migliore: magari le cose si sarebbero risolte.
"Hai ragione amore, ma magari vorrà sistemare le cose tra voi." In tutta risposta Ashley scoppiò a ridere.
"Harry, sei stato fidanzato con lei per mesi ma non hai proprio capito com'è!" Rise e continuò.
"Zoe non ha mai avuto l'iniziativa di fare pace con me, nemmeno quando litigavamo per uno smalto... pensa ora!"
"E allora perché invitarti?" Chiesi, confuso.
"Avrà voglia di sbattermi in faccia la sua bella vita con... come si chiama?"
"Aaron" risposi ridendo.
"La cosa che non sa è che quella che ha vinto sono io: ho un bel fidanzato, una bella casa e soprattutto una persona che mi ama davvero."
"Ah, quindi mi consideri solo una vittoria?" Dissi scherzando.
"La mia vittoria!" Risponse, poi si alzò e si sedette in braccio a me. La baciai, poi iniziai a prenderla in giro per la brutta figura che aveva fatto poche ore prima al supermercato.

Dopo aver visto la dose quotidiana di serie tv, io ed Ashley andammo a dormire, ma prima di addormentarmi mi soffermai a pensare a quante cose erano cambiate da quanto Ashley era entrata a far parte della mia vita.
Le superiori erano finite, gli esami erano stati difficili ma io ero riuscito a diplomarmi con 100 e lode, Ashley se l'era cavata con un 85. Adesso io studiavo all'università e, ovviamente, dopo vari litigi con la mia famiglia, che insisteva perché io intraprendessi la carriera di avvocato, mi ero iscritto alla facoltà di medicina. Ashley aveva, invece, optato per il lavoro. Dopo la scuola aveva preso un diploma in estetica e lavorava in un centro estetico in città. Anche io, ovviamente, continuai a lavorare part time nel solito ristorante, in modo tale da poterci permettere l'appartamento che avevamo affittato insieme. Finita la scuola capimmo di aver perso fin troppo tempo e decidemmo di andare a vivere insieme. Guardai Ashley addormentata accanto a me e pensai a quante ne avevamo passate: una sola cosa era stata costante in tre anni e quella cosa era il nostro amore. Ero certo di amare Ashley come l'amavo in quarta superiore, a 17 anni. O forse di più. L'avevo amata con i capelli lunghi e biondi, antipatica e tremendamente sicura di sè. Odiosa, popolare e piena di persone che scommettevano per un suo bacio. Ma lei aveva scelto me, aveva deciso di non innamorarsi mai ma mi aveva amato. Sempre e anche cercando di non farlo mi aveva amato. E io l'amavo, l'amavo anche ora come la prima volta. Ora, a 21 anni, ora che aveva accorciato i capelli e li aveva tinti di un biondo più scuro. Era diventata più estroversa ed era la miglior donna del mondo. Ashley era gentile e sempre disponibile. E l'avrei amata a 70 anni, quando i suoi capelli sarebbero diventati grigi, avrebbe messo su peso e le sue curve non sarebbero state più le stesse. L'avrei amata e avrei amato ogni momento passato insieme a lei, perché in ogni momento Ashley sarebbe sempre stata la donna giusta per me, la migliore. E sempre la più bella.

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