17. One Thing

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▶️ One Thing, One Direction

Harry's pov

Aprii di scatto gli occhi quando mi resi conto che il terribile suono che mi disturbava non era che la mia sveglia. Fui costretto ad alzarmi per mettere fine a quel suono infernale e, barcollando, mi diressi verso la cucina. La testa mi scoppiava, così bevvi due bicchieri d'acqua per cercare di alleviare i postumi della sbornia del giorno prima, poi mi diressi in bagno dove lavai la faccia.
Mi vestii distrattamente, lasciai i capelli in modo disordinato e indossai i miei occhiali.
Non avevo nessuna voglia di andare a scuola, nessuna voglia di incontrare gente, nessuna voglia di vedere Ashley. O Zoe.
Uscendo di casa mi incamminai verso il Brew. Una volta dentro notai il tavolo vuoto dove era solita sedersi Ashley e fui come trascinato da una forza: in men che non si dica mi ritrovai seduto lì, aspettando un cappuccino, che avevo precedentemente ordinato. Con il cellulare in mano controllai le notifiche.

Nuovo messaggio da Zoe:
Cosa cazzo? Hai sbagliato numero Harold.

Non capii bene cosa intendesse inizialmente, ma dopo aver riletto le chat recenti provai inizialmente vergogna e,  successivamente, ansia. Il messaggio che pensavo di aver scritto ad Ashley era stato inviato a Zoe! Come avessi trovato il coraggio di mandarle quel messaggio la notte prima non lo so, ma capii che quel coraggio non sarebbe mai più tornato e che avevo sprecato quell'occasione. Questo mi distrusse, non sarei mai stato in grado di dichiarare i miei sentimenti ad Ashley e, in cuor mio, sapevo che, se lo avessi fatto, lei avrebbe continuato ad ignorarmi. Lei era troppo per me, lo era sempre stato e io mi ero solo illuso che tra noi potesse nascere un qualcosa di concreto.

Ashley's pov

Gli ultimi tempi erano stati davvero duri: la scuola stava per finire, avevo un sacco da studiare ma, soprattutto, un sacco da recuperare. Inoltre, a peggiorare tutto ciò, c'era Harry. Non lo sentivo da tanto, troppo tempo e mi mancava. Guardarlo da lontano essere così in sintonia con Zoe mi distruggeva, ma il fatto che fosse davvero felice rendeva felice anche me. Li vedevo sorridere, baciarsi e tenersi per mano e, per quanto il sorriso di Harry rendesse le mie giornate migliori, i suoi sorrisi non rivolti a me le rendevano le peggiori di sempre. In più ero terribilmente confusa, non sapevo cosa volevo davvero e, per quanto mi sforzassi per capirlo, più ci pensavo e più mi confondevo.
Pensando a tutto ciò, presi gli ultimi libri dalla scrivania, li infilai nello zaino ed uscii.

Mi fermai davanti al Brew quando, curiosando all'interno del bar, notai Harry seduto al "mio" tavolo, solo. Decisi di entrare o meglio, non ebbi nemmeno il tempo di ragionarci su che mi ritrovai alla cassa ad ordinare.
"Il solito" dissi distrattamente a Emily, la cameriera, mentre i miei occhi osservavano furtivamente Harry.
Armeggiava con il cellulare, sul tavolo c'erano un libro, di matematica forse, e un cappuccino. Sembrava stanco, quasi distrutto, mentre si portava il bicchiere alla bocca. I suoi capelli erano disordinati e indossava gli occhiali. Dissi ad Emily di portarmi il caffè al tavolo e mi diressi verso il ragazzo riccio che osservava con sguardo assonnato il telefono.
"Brutta nottata?" Gli chiesi, per iniziare una qualche conversazione.
Mi guardò intensamente, come a volersi accertare che fossi realmente io, poi rispose.
"Brutto anno." E sorrise falsamente, tornando a usare il cellulare. Ci rimasi un po' male, ma non lo detti a vedere. Il suo brutto anno comprendeva sicuramente anche me.
"Come mai piccolo Harold?" Gli dissi dolcemente, ma lui molto bruscamente mi rispose con un freddo "chiedilo a Zoe" e si allontanò da me, uscendo frettolosamente dal bar.

Lo seguii, nell'intento di raggiungerlo e chiarire la situazione. Sapevo di non aver fatto nulla per ferirlo, ma volevo sapere perché era talmente arrabbiato con me da dirmi di parlarne con Zoe. Lo aveva ferito, ne ero sicura. Quella troia era in grado di ferire chiunque senza un minimo senso di colpa; in più a scuola giravano voci sul suo conto, ma non ci avevo mai creduto. Quando notai che Harry era ormai troppo lontano, decisi di limitarmi a lasciargli un messaggio.

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