18. All Of Me

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▶️ All Of Me, John Legend

Ashley's pov

Sentii le lacrime uscire insistentemente dagli occhi mentre guardavo Harry andare via. "Devo andare" aveva detto, e poi mi aveva lasciata lì, in un camerino, nuda: come se non fossi niente, come se fossi nata per essere usata e poi scaricata. Mi ero illusa nuovamente, mi ero detta che ci avrei provato a dare amore ad Harry, ma ancora prima che potessi dimostrarglielo lui mi aveva sfruttata per soddisfare i suoi bisogni, come sempre.
Avrei voluto urlare, urlargli che lo amavo e che avrei provato a capirlo l'amore, se mi avesse dato una possibilità. Ma non ci riuscii, ero come bloccata e l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere.
Tra un singhiozzo e l'altro mi rivestii e mentre uscivo, ancora piangendo, dal camerino, sentii il cellulare vibrare. Lo presi, sperando in un messaggio di Harry. Magari mi amava anche lui, magari si era pentito. Magari sarebbe tornato indietro a prendermi e avrei dimostrato a tutti che anche Ashley Benson è capace di amare, che anche lei può essere felice. Quando accesi il cellulare sorrisi, era davvero Harry. Mi riempii di speranze che però persi leggendo il messaggio.

"A volte mi sembra di trattarti come se tu non fossi niente, solo perché non ho il coraggio di affrontare me stesso. Però Ashley, tu non meriti di essere la puttana di nessuno e tantomeno la mia. E stando con te in quel modo, in quel camerino, nonostante io lo abbia voluto terribilmente, mi è sembrato di non rispettarti. Tu non meriti questo, meriti molto di più. Meriti anche tu di trovare il tuo "meglio" e io non lo sono. Spero mi perdonerai.
Harry xx"

Urlai e piansi e poi urlai nuovamente. Mi aveva lasciata ancora prima di prendermi. Non ci aveva nemmeno provato, aveva preferito scaricarmi con una scusa.
"Il mio meglio sei tu, perché non riesci a capirlo?" Dicevo dentro me, ma sapevo che non sarei mai riuscita a esternare quel sentimento. Non potevo farlo, avevo paura: avevo amato una persona in tutta la mia vita e mi aveva delusa. Questa persona era mio padre. Quando ero piccola era la luce dei miei occhi, la persona migliore del mondo per me, ma poi mi era bastato svegliarmi una mattina e non trovarlo più a casa per capire che non era altro che uguale a tutti gli altri. Mi aveva abbandonata, probabilmente non mi aveva mai amata, nonostante io avessi solo dieci anni e avessi bisogno di lui. Avevo bisogno del suo amore, ma non era capace di donarlo. O meglio, aveva preferito donarlo a un'altra donna, piuttosto che a sua figlia.
Pensai a mia madre e a come l'amore vero che aveva provato - e che provava tutt'ora - per mio padre l'aveva consumata, a come ancora, dopo anni, la sentivo piangere nel sonno e urlare il nome del suo ex marito.

Mi trascinai fino a casa e appena arrivata mi fiondai nel bagno, dove mi lavai, come per togliermi l'odore di Harry che avevo addosso. L'acqua scorreva sul mio corpo come le lacrime sul mio viso. Solo dopo circa mezz'ora riuscii a calmarmi, uscii dalla doccia e mi vestii. Decisi che l'amore non faceva per me, che l'unico ragazzo a cui avevo provato a dare amore lo aveva rifiutato. Harry mi aveva reso debole, il suo usarmi e il suo non amarmi mi aveva uccisa. Dovevo reagire, in fondo avrei dovuto capire prima che sono una Benson e come tale non so dare amore né riceverne. Non amavo Harry, ero solo terribilmente ossessionata da lui.

2 SETTIMANE DOPO

La scuola era quasi finita, mancava una settimana. Ero riuscita a recuperare tutte le materie, ero riuscita a rialzarmi, smettere di piangere e reagire e stavo meglio di prima, o quasi.
In realtà, per quanto fingessi di stare bene, Harry tornava sempre; pensavo a lui costantemente. Mi capitava di pensarlo prendendo il caffè la mattina. Pensavo a come, con fare assonnato, avrebbe girato i suoi due cucchiaini di zucchero e a come avrebbe arricciato il naso mentre, per sbaglio, beveva dalla mia tazza piena di caffè amaro. Mi capitava di pensarlo mentre mi vestivo e mi facevo bella e a come avrebbe dolcemente detto che lo faccio impazzire e poi mi avrebbe baciata. Mentre camminavo per i corridoi guardavo ovunque nell'intento di scrutare i suoi occhi verdi per incrociarli con i miei azzurri. Ma ogni volta che, anche per sbaglio mi capitava di vederlo, scappavo via come una bambina spaventata. Entrando in classe non desideravo altro che sedermi accanto a lui e guardarlo, mentre concentrato seguiva la lezione e prendeva appunti e pensavo a come stringeva le labbra mentre scriveva, rigorosamente con la penna blu. E a pensare che io odio la penna blu, ma amavo il modo in cui risultava la sua scrittura in quel colore.
Pensavo a lui la sera, quando sdraiandomi nel letto non desideravo altro che le sue braccia intorno a me, mentre dormivamo abbracciati. Senza fare niente, soltanto abbracciati nel modo più innocente possibile. Ero arrivata al punto tale che, sentendo la sua mancava, avevo reso "All of me" la colonna sonora delle mie giornate, perché mi ricordava lui in una maniera incredibile.

"What would I do without your smart mouth? Drawing me in and you kicking me out"

Perché lui continuava a prendermi e poi respingermi, perché non potevo fare niente per fermare ciò che provavo per lui, perché avevo iniziato ad odiarlo e non sopportavo amarlo. Non sopportavo amare ogni suo pregio, ogni suo difetto. Non sopportavo il fatto di pensare a lui sempre, in ogni istante.
Nonostante lui fosse sempre nei miei pensieri non potevo permettergli di distruggermi più di quanto avesse già fatto, quindi combattevo con me stessa ogni giorno per tenerlo lontano.
Lo avevo respinto con tutte le mie forze, ma continuava a tornare. E nonostante avessi cercato di andare avanti, di cacciarlo via dalla mia mente, più respingevo i miei sentimenti più questi mi invadevano. Non avevo mai amato nessuno prima d'allora e mi ero promessa di non farlo mai, ma l'amore quando viene non ti lascia scelta, non puoi respingerlo. Ti travolge e tu non puoi fare altro che arrenderti e amare. Amare con tutte le tue forze. Ed è vero che capisci di amare una persona quando ormai l'hai persa e nonostante avessi potuto provarci a riprendermelo la mia paura era tale da tenermi bloccata. Ero ormai consapevole di amare Harry, o almeno per lui provavo un sentimento talmente acuto che sentivo di poter vomitare a volte.

Erano le 8.00 di una domenica mattina, mi alzai e mi recai in cucina, dove mia mamma beveva il caffè e leggeva il giornale. Andai a sedermi accanto a lei e dopo avermi scrutata dalla testa ai piedi cominciò a parlare.
"Ashley, guarda che non mi prendi in giro. Sei proprio come la tua mamma" e sorrise. La guardai stranita, mentre dopo aver detto una frase del genere si alzava. Dopo aver bevuto una tazza di caffè mi alzai anche io e salii in camera, dove mi vestii e mi truccai leggermente. Avevo indossato un leggins nero e una canotta bianca semplice, come trucco avevo messo solo il mascara e un lucida labbra trasparente.
Scesi le scale e, passando per la cucina notai un biglietto sul tavolo della cucina.
"Mia piccola Ashley, ti conosco meglio di quanto tu conosca te stessa. L'amore di consumerà se continuerai a respingerlo. Quindi non aver paura di amare, non sei come lui." Mi fermai, una lacrima si fece largo sul mio viso. Capii che con "lui" intendesse mio padre.
"Si che sono come lui" dissi a me stessa, poi asciugandomi le lacrime continuai a leggere.
"Non so chi ami, ma quello che so è che lui è il ragazzo più fortunato del mondo ad avere il tuo amore. Ma tu, tesoro, non pensare di non meritare l'amore di un uomo solo perché tuo padre non è stato in grado di amarti come doveva. Tu meriti tutto. Quindi ora tirati su, asciuga le lacrime, vai lì e prenditi ció che ti rende felice.
Ti voglio tanto bene, più di quanto io ti dimostri a volte. Con amore,
la tua mamma."

E forse aveva ragione, forse non ero come mio padre. Forse meritavo anche io di essere amata ed Harry era fortunato ad essere amato da me. Peccato che lui il mio amore non lo voleva, peccato che non aveva nemmeno provato a volerlo.
Presi il biglietto, lo piegai e lo misi nella mia borsa. Prima di uscire presi il cellulare e scrissi un messaggio a mia madre.

"Grazie per essere stata la migliore mamma del mondo e contemporaneamente il papà più amorevole dell'universo.
Sto andando ad essere felice.
Con tutto l'amore che ho,
Ashley."

/ Spazio Autrice /
Tadaan, Ashley finalmente ha capito di amare Harry e si, lo so, questo è uno dei capitoli più sdolcinati di sempre haha.
In realtà sto scrivendo questo "spazio autrice" per dirvi che ormai mancano pochissimi capitoli e poi questa storia (se così si può chiamare) sarà finita.
Vi ringrazio per le letture, che continuano a crescere. Questa per me è la conferma del fatto che a qualcuno forse piace ciò che scrivo. Detto questo vi lascio.
Bacini.

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