▶️ Please Forgive me, Bryan Adams
Zoe's pov
Non dormii per niente quella notte, continuai a rigirarmi nel letto a causa dei mille pensieri. Cercai di crearmi una specie di discorso sensato in mente, un discorso che potesse far capire le mie vere ragioni ad Aaron, ma alla fine mi resi conto io stessa che di ragioni non ce ne erano. Ero una manipolatrice, avevo fatto il doppio gioco ed avevo amato due uomini contemporaneamente, o meglio, solo uno, ma senza pensare alle reali conseguenze.Decisi di alzarmi dal letto quando la sveglia sul mio comodino indicò le 6.30, quella mattina sarei dovuta andare obbligatoriamente a scuola, altrimenti avrei rischiato l'anno.
Strisciai i piedi fino al bagno, dove mi lavai la faccia. Restai a guardarmi qualche minuto nello specchio senza riconoscere l'immagine che vedevo riflessa. Quella non ero io, quella non era la Zoe di sempre. Occhiaie, capelli arruffati e occhi gonfi a causa del pianto... qualche mese prima non mi sarei mai permessa di ridurmi così. Finii per il vergognai di me stessa e decisi, così, di tornare in camera, perché non riuscivo più a vedermi in quello stato.
Presi il cellulare che, il pomeriggio precedente, avevo spento e lo accesi.
2 messaggi, 4 chiamate perse.Da: Aaron
Amore tutto okay? Per me va bene vederci domani, ma mi stai facendo preoccupare.
Ti amo anche io, Aaron.Chiamata persa da Aaron
Chiamata persa da Aaron
Chiamata persa da AaronDa: Aaron
Amore, perché hai il cellulare spento? Spero che tu non voglia chiudere con me, perché ne soffrirei molto. Sei la cosa più importante per me. Ti amo tanto.
Aaron.
Ps. Ti prego, rispondimi.Chiamata persa da Aaron.
Feci un sospiro e cercai di trattenere le lacrime quando, uscendo dalla camera, mi imbattei in mia madre che, con fare preoccupato, continuava a pormi domande.
Mi dileguai, dicendole di dovermi preparare, ma in realtà non sopportavo la compassione di nessuno. Perché la gente doveva vedermi come una "vittima", quando la cattiva ero io?
Mi vestii velocemente, con una semplice tuta nera e una canotta bianca e legai i capelli in una coda scomposta.
Poi, dopo aver salutato frettolosamente mia madre, uscii di casa, evitando di guardarmi nello specchio all'ingresso.
Era presto, erano solo le 7.30 e io e Aaron eravamo soliti vederci alle 8.00 alla fermata dell'autobus dove ci incontrammo, ufficialmente, la prima volta.
In quella mezz'ora vagai per la città e pensai. Pensai, nuovamente, a come affrontare l'argomento, ma più pensavo e più mi rendevo conto che non c'era alcun modo per rendere la cosa innocente. Perché non lo era e mai lo sarebbe stato. E io avrei perso Aaron, avrei perso Harry e avevo già perso Ashley... chi mi sarebbe rimasto?
Controllai il cellulare, erano le 7.45 e decisi, così, di mandare un messaggio ad Aaron, per tranquillizzarlo.
Ad: Aaron
Buongiorno amore, è tutto ok. Ti aspetto. Devo solo parlarti di una cosa. Scusa per ieri, ma mi sono addormentata e il cellulare si è spento.
Ti amo, Zoe.Alle 8.00 in punto ero seduta sulla panchina della fermata e vidi la macchina di Aaron in lontananza.
Si fermò e, dopo aver parcheggiato, scese e si diresse verso me. Lo osservai, sapendo che probabilmente quella sarebbe stata una delle ultime volte in cui lui mi avrebbe dato un bacio e dopo saremmo saliti entrambi sulla sua auto, diretti verso la mia scuola. Sarebbe stata l'ultima volta che mi avrebbe fermata nel parcheggio nel retro e, con il suo solito sorriso, mi avrebbe detto: "buona giornata amore, a dopo."Una volta salita sulla sua auto l'ansia, che mi aveva assalito tutta la notte e la mattinata, scomparve. Era come se una forza superiore volesse aiutarmi, aiutarmi ad essere una persona giusta almeno una volta nella mia vita.
"Aaron," - cominciai a dire -"sai che in questi mesi tu sei stato la cosa più importante per me, il mio punto fisso."
Osservai lo sguardo di Aaron, i suoi occhi sorridevano, ma dentro me sapevo che non lo avrebbero fatto ancora per molto. Lui mi lasciò parlare, senza fiatare.
"Però, in questi mesi..." - rimasi in silenzio per un attimo, l'ansia mi assalì nuovamente - "sai, in questi mesi ti ho sempre chiesto di vederci di nascosto, di tenere il tutto segreto... questo perché non sei l'unico Aaron."- Aaron mi guardo con fare interrogativo, allora precisai la frase -"Non ci sei solo tu nella mia vita."
Guardai il viso di Aaron sbiancare, successivamente corrucciò le sopracciglia.
"Cosa intendi con <non ci sei solo tu nella mia vita>? Hai un altro Zoe?"- disse.
Il panico si impossessò di me, ma trovai abbastanza coraggio per rispondere un misero "si".
"Scendi da questa macchina Zoe. SCENDI DA QUESTA DANNATA MACCHINA." - urlò. Non avevo mai visto Aaron così prima di allora, la sua voce era piena di tristezza e delusione.
"NO! Aaron lasciami spiegare." - Cominciai a piangere, una parte di me stava cadendo a pezzi e sentivo che niente sarebbe potuto andare peggio di così.
"ZOE HO DETTO CHE TE NE DEVI ANDARE! VATTENE VIA, ADESSO! NON ME NE FACCIO NIENTE DELLE TUE FOTTUTE SPIEGAZIONI, VAI VIA!"- sputò tutto d'un fiato, pieno di rabbia.
Scesi dalla macchina e lo guardai allontanarsi.Non appena l'auto svoltò sprofondai in un pianto isterico, non curandomi della gente che correva da una parte all'altra per non ritardare a lavoro.
Camminai fino a scuola, distrutta. Erano appena le 8.30 del mattino ed ero stanca.
Ma non stanca per non aver dormito, per aver corso, per aver pianto... ma era un diverso stadio di stanchezza. Una stanchezza che non avevo mai provato prima, la tristezza mi aveva prosciugata a tal punto da lasciarmi senza forze.
Prima di entrare in classe, con già 20 minuti di ritardo, scrissi un messaggio ad Aaron.
Ad: Aaron
Ti prego Aaron lasciami spiegare, ora sono a scuola. Ti chiamo nell'intervallo. Ti prego, rispondimi. Hai bisogno di sapere tutta la storia, dopodiché potrai anche decidere di odiarmi per sempre e lasciarmi. Però almeno lasciami spiegare.
Ti amo, te lo giuro. Amo solo te.
Zoe.Misi il cellulare in tasca ed entrai in classe, ignorando le sgridate del professore, ignorando le occhiatacce da parte di Ashley, ignorando perfino il richiamo di Harry, preoccupato. Non mi sedetti nemmeno di fianco a lui, ma occupai un posto libero in fondo alla classe.
Le due ore di lezione sembravano non finire mai, così come la quantità di pensieri che mi frullavano per la testa. Il realtà il pensiero era solo uno: Aaron.
Mi avrebbe perdonata? No, non lo avrebbe fatto. Non me lo meritavo.
Avrebbe capito? No, nemmeno questo. Non c'era nulla da capire, oltre al fatto che fossi una persona orribile.
E io, sarei stata in grado di perdonarmi? Sarei stata capace di dirmi "okay Zoe, ormai il danno è fatto. Riprenditi, truccati e indossa i tacchi. Sii forte." No, non lo avrei fatto. Non mi sarei mai perdonata per essermi rovinata la vita con le mie stesse mani. Nessuno mi aveva obbligata a fare il doppio gioco, mi sarei potuta fermare. Appena conosciuto Aaron avrei potuto lasciare Harry e vivere la mia storia d'amore in modo normale. Avrei potuto essere felice e, invece, avevo scelto di essere triste. Era stata tutta una mia scelta.La campanella suonò e io scappai fuori dalla classe, ignorando nuovamente gli sguardi della gente. Notai Harry dietro di me, che mi seguiva, ma poco me ne importava. Dovevo chiamare Aaron, dovevo cercare di rimediare in qualche modo. Se un modo c'era.
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Ecco a voi un altro capitolo! Finalmente Zoe è riuscita a sputare il rospo e a togliersi quel grande peso.
Cosa ne pensate del capitolo e della "svolta" che sta prendendo questa storia?
Fatemelo sapere con un commento, mi farebbe molto piacere saperlo.
Intanto vi ringrazio anche per le 21mila visualizzazioni, non avrei mai pensato di arrivare a tanto.
Vi lascio un bacio,
-B.
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SUCKER (for you)
Fanfiction(C o m p l e t a) Ci sono cose che ti cambiano la vita, completamente. Ci sono sensazioni che ti fanno capire cosa vale davvero la pena vivere. E poi, ci sono persone: persone che possono ucciderti, farti piangere, persone che possono amarti, fe...