13. Up All Night

1.6K 37 4
                                    

▶️ Up All Night, Blink 182

Harry's pov

La luce fioca del sole entrava dalla finestra. Se c'era una cosa che non avevo mai sopportato era essere svegliato dalla luce, ma alla fine aprii gli occhi a forza e mi guardai attorno. Impiegai qualche minuto a capire con precisione dove mi trovassi, ma mi bastò girare lo sguardo per intuirlo.
I suoi capelli biondi erano sparsi sul cuscino e le sue guance erano rosee a causa del caldo. Avrei pregato per avere un tale risveglio ogni mattina.
La osservai per un po', mentre pensavo alla sera passata. Ogni volta che ricevevo un invito da parte di Ashley ce la mettevo tutta per rifiutare, ma alla fine il mio bisogno prevaleva sempre sulla ragione. Il mio cervello era consapevole del fatto che era sbagliato, che probabilmente questo gioco sarebbe durato per sempre e che non saremmo mai arrivati ad una conclusione.
Così come il mio cervello, anche il mio cuore era consapevole di commettere ogni dannata volta una sorta di suicidio, si lasciava rompere per poi farsi riparare da qualcun altro che non sarebbe mai stato in grado di riempire quel vuoto.
Così decisi di dare una possibilità a chi, almeno, a riparare il mio cuore ci provava.
Mi alzai, cercando di fare meno rumore possibile. Mi infilai i pantaloni e la maglietta e, senza scarpe, uscii dalla stanza e sgattaiolai giù dalle scale. Aprii la porta sul retro e, dopo aver infilato le scarpe e aver raggiunto la mia auto, feci un sospiro di sollievo.
Prima di partire scrissi un messaggio
A: Zoe
Alle 9.30 al Brew, facciamo colazione insieme. Mi manchi. ♡
Ti amo.
H. xx

Quando vidi Zoe incamminarsi all'interno del bar sentii una sensazione di ansia mista a felicità. Era bellissima. Indossava un jeans attillato e una canotta bianca, che le lasciava scoperta a mala pena la pancia.
Si avvicinò a me e mi salutò con un bacio.
Sentii le cosiddette farfalle danzarmi nello stomaco, o meglio dire, era come se un intero sciame si divertiva a svolazzare di qua e di là per rendermi più nervoso del solito.
Stemmo seduti per un po' e parlammo delle nostre giornate, ovviamente fui costretto ad omettere molti particolari, come il fatto che Ashley mi aveva rotto nuovamente il cuore e che ora sarebbe spettato a lei rimetterlo insieme.
Questo mi fece sentire dannatamente in colpa, accusavo gli altri di sfruttare le persone quando, in primis, ero io a sfruttare Zoe e a sperare che, un giorno, lei riuscisse a prendere il posto di qualcuno che desideravo ma non potevo avere.
Questa riflessione, in realtà, mi portò automaticamente ad ignorare lo squillo del cellulare, soprattutto quando mi resi conto che Ashley aveva cercato di chiamarmi. Non mi avrebbe fregato più o, almeno, non questa volta.

Ashley's pov

La luce del mattino entrava dalla finestra, illuminando parzialmente la mia stanza.
Capii allora che, forse, era giunta l'ora di svegliarsi.
Con gli occhi ancora chiusi pensai alla serata precedente e mi spuntò un sorriso.
Mi rigirai nel letto e allungai il braccio sul cuscino di fianco al mio, nell'intento di trovare i ricci capelli di Harry e accarezzarli. Era una cosa che mi rilassava e a lui eccitava molto. Harry, però, non c'era.
Aprii gli occhi, le sue cose non c'erano più.
Mi alzai a fatica, scesi le scale e andai in cucina. Di Harry non c'era traccia. Affacciandomi alla finestra notai che la sua auto non era parcheggiata nel vialetto, capii così che Harry era andato via lasciandomi lì. Nuda e sola in un letto. Nessun biglietto, nemmeno un messaggio. Provai a chiamarlo, gli mandai dei messaggi. Ma dopo la quinta volta in cui, l'unica risposta che ricevetti fu "lasciare un messaggio dopo il bip" rinunciai a tutto e mi accasciai a terra.
Sentii un dolore prendere spazio nel petto, come se fossi stata appena pugnalata. Ancora una volta mi sentii tradita, usata, come un gioco regalato ad un bambino che viene usato una volta e che poi viene abbandonato e dimenticato infondo ad un cassetto. Piansi. Le lacrime uscirono involontariamente e non ci fu modo di fermarle. Odiavo essere così fragile, odiavo essere semplicemente me.
Dopo essere rimasta ore a piangere e commiserarmi, decisi di uscire, cambiare aria, scappare e dimenticare tutto.
Mi vestii con le prime cose che trovai, un leggins nero e una felpa rosa.
Camminai per un'oretta o forse di più e, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovai in un pub leggermente fuori città, con un bicchiere di una qualche strana sostanza alcolica in mano e un cuore a pezzi.
Rimasi fino a quando, la sera, misero la musica. Ballai con qualche uomo vicino alla cinquantina e bevvi. Qualche ragazzo mi si avvicinò, non ricordo cosa accadde. Ricordo solo che la sensazione dell'alcol che mi scendeva giù per la gola mi permise di dimenticare quanto schifo facesse la mia vita, gli uomini che me l'avevano rovinata e il dolore che avevo provato. Dimenticai di mia mamma e dei suoi mille fidanzati, dimenticai persino quella che una volta era la mia migliore amica, Zoe.
Dimenticai tutto, ma l'immagine di Harry mi appariva ancora sbiadita nella mente.

La mattina seguente mi svegliai con un sapore orribile in bocca e una nausea tremenda. Allungai il braccio e sentii un corpo caldo che dormiva accanto a me. Inizialmente pensai che fosse Harry, ma aprendo gli occhi mi alzai di sobbalzo. Un uomo dai capelli rossi e con la barba dormiva accanto a me. Era nudo, così come lo ero anche io.
Più silenziosamente possibile mi rivestii, sforzandomi di ricordare come ero finita nella casa di un uomo che puzzava di alcol e fumo e che, come soprammobili utilizzava bottiglie di birra vuote e scatole di cibo d'asporto. Uscendo da quel sudicio appartamento presi una delle poche bottiglie di birra ancora intatte e, aprendola, ricordai il perché ero finita in quella situazione. Qualcuno mi aveva ferita, ancora. E il vero problema era che ricordavo perfettamente chi fosse stato, nonostante avessi cercato in ogni modo di dimenticarlo.

//spazio autrice//
Ecco l'aggiornamento promesso, spero vi piaccia. Fatemi sapere lasciando un commento.
Baci,
-B. xx

SUCKER (for you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora