Un appuntamento

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A Federica avevo raccontato tutto.
- Cavolo ma tu un uomo che puoi dire " Si è lui!" Una storia tranquilla proprio no?
Aveva ragione, ma Davide non me lo ero cercato, era capitato. E poi mentre ero tra le sue braccia non ero assolutamente la sua operatrice ero una donna tra le braccia di un uomo, eravamo solo questo e nulla più. Nessun handicap nessuna complicazione solo desiderio e passione. Questo fin che non ho riaperto gli occhi e la realtà mi ha schiacciata. Cosa fare ora? Per prima cosa era necessario interrompere il rapporto di lavoro. Questa era etica, non potevo più fargli da operatrice. Dovevo chiarirmi le idee, con Davide non potevo scherzare o provare, con Davide dovevo sapere cosa volevo. Avevo bisogno di idee chiare. Quella settimana che non ci saremmo visti sarebbe stata molto importante, ma ora era anche importante che stesse tranquillo mentre affrontava di nuovo visite e controlli.
Mi arrivò un messaggio vocale, era di Davide. Un lieve brivido mi percorse.
- Ciao. Sono io! Non è facile mandare un messaggio vocale.... volevo dirti che ieri, è stato....fantastico! Sto bene quando sto con te. Mi sento vivo. Mi sento io Davide e non un cieco bisognoso di tutto. Ok ciao.
Dovevo rispondergli. Una parte di me voleva dirgli che era stato fantastico anche per me, che non vedevo l'ora che tornasse per stare tra le sue braccia e un'altra parte voleva avere del tempo per capire cosa era giusto fare. Davide aveva una vita da ricostruire e io non ero certo il massimo della stabilità, avevo così paura di ferirlo che sicuramente sarebbe stato giusto sparire ora prima di fare altri guai.
Risposi.
- Hai ragione! I messaggi vocali sono.... quasi imbarazzanti. È stato bellissimo ieri. Ok ciao.
Poteva bastare?
Andai a parlare con i miei superiori al lavoro. Chiesi di non lavorare più con Davide.
- Posso sapere il perché di questa decisione? Alice stavi facendo un così buon lavoro con Davide, lui felice, la madre non ti dico. Stavamo pure diminuendo gli psicofarmaci, lo psicologo finalmente dice che è pronto per ricominciare e tu..... Non capisco!
Sospirai mi sentivo davvero male.
- Mi dispiace ma.... Mi sento troppo coinvolta, non so come spiegarlo ma professionalmente non va bene. Non ho più quel distacco necessario.
La guardai negli occhi, cavolo era una donna, perché non mi capiva? Se insisteva ero pronta ad umiliarmi e dirle che c'eravamo baciati e a quel punto avrei perso non Davide ma tutto il mio lavoro, ero contravvenuta a tutti i principi etici di operatrice.
- Va bene. Vedrò cosa posso fare, tanto lui è fuori tutta la settimana e glielo comunicheremo al suo rientro. Intanto tu tieniti disponibile.
Era fatta. Sicuramente non avrei avuto le ore che avevo ora ma non importava.
Erano le nove di sera e me ne stavo come un'ebete girando per casa quando arrivò una chiamata, il numero era sconosciuto.
- Pronto?
- Alice?
Era una voce da uomo.
- Si? Chi parla?
- Ciao sono Luca. Siamo stati a cena l'altra sera.
- Si certo. Ciao!
Naturalmente non mi chiesi nemmeno come avesse avuto il mio numero.
- Ho chiesto il tuo numero a Federica. Spero non ti dispiaccia.
Appunto, Federica!
- No, perché dovrebbe? Anzi mi fa piacere.
Non era del tutto vero ma in fondo Luca non era affatto male, mi era sembrato un tipo simpatico, con un sorriso sincero, di quelli che ti puoi fidare.
- Bene perché volevo chiederti se ti andava venerdì di andare a teatro. Mi avevi detto che ti piaceva e dato che ci sarà una commedia di cui tutti parlano bene, mi chiedevo se ti andava di venire con me.
Fregata, amavo il teatro e non trovavo mai nessuno con cui condividere questa mia passione.
- Ok! Vada per venerdì. A che ora?
- Benissimo, passo a prenderti io intorno alle 20,45. Ho già i biglietti!
Hai capito Luca, era sicuro che avrei accettato, spero che anche questo non fosse opera di Federica o questa volta gliene avrei dette quattro,... facciamo due, è pur sempre la mia migliore amica.
- Non c'è bisogno che passi a prendermi. Possiamo anche vederci davanti al teatro.
- No ti passo a prendere. Preferisco.
- Ok. Federica ti ha detto anche dove abito?
Devo averlo detto con un po' troppa enfasi in quanto ho sentito che Luca ci è rimasto un po' male. Accidenti a me.
- No. Perché avrebbe dovuto.
- Niente, scusami. Sarò felice se mi verrai a prendere. Io abito in via Aristotele 3.
- Perfetto allora a venerdì.
- A venerdì.
Ora si che mi sentivo davvero stanca accidenti a me.
Un'appuntamento ora che avevo deciso di smettere con gli uomini.

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