La serata fu molto piacevole, gli amici di Federica erano due ragazzi simpatici e interessanti, gestivano un'Agenzia di servizi e entrambi erano molto intraprendenti. Appena mi aveva vista Federica mi aveva riempita di complimenti, mi ha detto che da quando lavoro per Davide mi sono lasciata un po' andare.
- Il fatto che non ti veda lui non significa che non ti vedano gli altri.
- Non è vero. E poi a suo modo lui sa come mi vesto.
Lei mi aveva fatto una smorfia, lo sapevo che stava facendo per il mio bene ma non ero pronta a sentire critiche su Davide.
- Comunque stasera stai davvero bene!
E fu per quello credo che la sera dopo indossavo gli stessi pantaloni larghi, un top senza spalline e scarpe con tacco anche per andare da Davide. Se ero carina lo sarei stata anche per lui. Non che la cosa avrebbe dovuto interessarmi, eppure mi interessava!
Non era certo un appuntamento, era lavoro più o meno eppure mi sentivo agitata, inutile nascondere che con Davide c' era un profondo legame.
- Ciao.
Mi disse sorridendo mentre mi apriva la porta.
- Ciao.
Ci salutammo con un bacio sulla guancia, io annusai lui e lui annuso' me, un po' come fanno i cani per conoscersi e loro non si sbagliano mai. Sapeva di buono e anche lui era bello, rilassato e tranquillo. Quando entrai trovai apparecchiato per due.
- Non c'è tua madre?
- No. È fuori per una cena e teatro con una amica. Mi sa che erano anni che non lo faceva. Non mi lascia mai.
Io sorrisi, ero felice per lei.
- Ho cucinato io! Scherzooo.
Ma io non mi ero preoccupata ma restai al gioco.
- Meno male. Sono giovane per morire.
- Addirittura! Ho ordinato una pizza.
Ci sedemmo, volevo chiedere se dovevo tagliargliela io ma vidi che si era attrezzato con la rotella per tagliare la pizza. La divise in sei spicchi quasi precisi.
- Spero ti piaccia la Margherita.
- Si perfetto!
- Sei silenziosa. Tutto bene?
Ero a disagio e lui senza guardarmi se ne era accorto, non serviva a nulla sforzarsi di fingere. Lui mi vedeva senza guardarmi.
- È che l'altra sera eri a pezzi e stasera invece ridi e scherzi.
Appoggio' la pizza, sospirò, magari non voleva parlarne ma io non volevo fare finta di nulla.
- I giorni non sono tutti uguali. Soprattutto per me. Ma non ho preso nessun psicofarmaco. Vorrei riuscire da solo a stare bene tanto la vista non mi tornerà qualsiasi cosa faccia.
Era un guerriero, in quel momento provai una grande ammirazione per lui.
- Come sei vestita?
Deglutí ero quasi in imbarazzo.
- Ho un pantalone che scende largo e morbido scuro e un top bianco.
- Capelli?
- Lisci lunghi, sciolti.
- Sei truccata?
- Si.
Lui sembrò pensare.
- Lo hai fatto per me?
Cavolo, colpita e affondata, sapeva che ero un tipo più sportivo di solito e rimpiansi di non aver indossato i miei jeans.
- Beh si!
- Grazie! Mi fa molto felice questo. Anche a non posso vederti so che sei molto carina. Non arrossire però.
Risi di gusto, forse certe cose non c'è bisogno di vederle con gli occhi pensai.
- Anche tu non sei male.
- Credo che sarei meglio nudo ma non era il caso.
Finimmo di cenare e lui mi fece vedere come era bravo a sparecchiare.
Poi mi chiese di ballare.
- Tu balla pure ma non contare su di me.
- E dai! Non farmi ballare da solo. Prima adoravo la discoteca. Ora mi vergogno.
Mi si strinse il cuore.
- Perché mai?
- Ho paura di essere ridicolo!
- Ti assicuro che ci sono centinaia di ragazzi ridicoli che ballano senza essere ciechi.
Ridemmo insieme, mise musica da disco e iniziò a ballare. Era bravo, nonostante le sue dimensioni si muoveva bene, anzi era proprio bello da vedere.
- Finito di assistere allo spettacolo? Dai balla, prometto di non guardarti.
Mi lasciai convincere, anzi chiusi gli occhi anche io e mi lasciai guidare dalla musica, era come se mi perdessi, come se abbandonassi tutte le mie riserve, le mie paure, le mie paranoie, c'ero solo io, la musica e Davide.
- Brava. Balli benissimo.
Sorrisi, volevo credere che fosse vero, che mi stesse guardando e iniziai a muovermi più lentamente e sinuosamente nonostante la musica fosse alquanto veloce. Davide mi raggiunse e mi prese per mano, cambiò la musica e ballammo insieme.
- Non sapevo che fossi anche un ballerino.
Mi prendeva, mi faceva girare e non si sbagliava, dopo un po' sembrava che avessimo ballato insieme da sempre.
Mi stavo divertendo, mi divertivo davvero, da quanto non mi succedeva? Forse da troppo.
- Anche tu non balli male. Ora vieni. Inizia la mia canzone preferita.
Ora mi stringeva a sé, immaginai che iniziasse un lento e così la musica di Battisti, con la sua "Il tempo di morire", invase tutta la stanza.
- Motocicletta 10 hp, tutta cromata, è tua se dici di si. Mi costa una vita, per nulla la darei, ma ho il cuore malato....
Davide cantava, sentivo la sua voce dolce e profonda vicino al mio orecchio.
- Canti pure bene.
- Credo che tu mi sottovaluti troppo.
Sentivo le sue mani sui miei fianchi, le sentivo che si muovevano lente, i nostri corpi aderivano perfettamente. Mi venne naturale appoggiare la mia testa sulla sua spalla. Lui mi accarezzo' la schiena senza lasciare alcuno spazio tra noi.
- Lo so che ami un altro, ma che ci posso fare.... Non dire no, non dire no....
Sentivo una strana tensione crescere in me, ero eccitata e ora potevo sentire chiaramente che lo era anche Davide. Sentivo le gote in fiamme, sapevo che ero persa che avrei dovuto trovare una scusa e allontanarmi. Ma sapevo che non lo avrei fatto, volevo stare lì tra le sue braccia perché in quel momento era terribilmente giusto e al diavolo che ero la sua operatrice, ora ero solamente Alice e lui era Davide.
- Mi basta il tempo di morire tra le tue braccia così. Domani puoi dimenticare, domani... Ma adesso dimmi di si.
Davide cantava ma io sapevo che non era stato un caso quella canzone, ogni parola me la stava dicendo a me.
- Alice, a me bastava guardare una ragazza per sapere se potevo baciarla, ma ora non ti vedo e....
Gli misi un dito sulle labbra come per farlo tacere.
- Fidati del tuo istinto. Guardami come mi guardi sempre.
Non aspetto' altro e si gettò sulle mie labbra, le sue erano dure, forti ed esigenti. La sua lingua iniziò a leccarmi le labbra, entrò nella mia bocca, la esploro', trovò la mia lingua.
Mi mancava il respiro, un po' per l'eccitazione un po' per la sua foga. Mi sembrava di essere un tutt'uno con lui.
- Scusa.
Si staccò da me e riprese fiato.
Appoggio' la sua fronte contro la mia.
- Ricominciamo. Mi sono fatto prendere dal desiderio. Cazzo Alice sei come l'acqua per chi non beve da giorni. Vorrei beverti tutta in un sorso ma morirei. Ora ti berro' un sorso alla volta.
Lo guardavo senza capire, anche io lo volevo con la stessa intensità.
Sentì la sua mano dietro il mio collo, chiusi gli occhi e mi lasciai contro la sua mano, avvicinò anche il suo naso, potevo sentirlo odorarmi, a quello si aggiunse la lingua e mi uscì un gemito che fece gemere anche lui, potevo sentire anche la sua eccitazione premere contro il mio ventre. Avrei voluto toccarlo, avrei voluto toccargli la schiena, il petto muscoloso, scendere sul ventre piatto e attivare al centro della sua mascolinità. Non era il solo che non faceva l'amore da tanto tempo. Anche io non avevo un ragazzo da molto e Davide era davvero bello e aveva un corpo da sogno e sapeva baciare come mai nessuno mi aveva baciato. Mi sentivo persa, la lentezza che si imponeva ora mentre giocherellava con le mie labbra mi lasciava senza respiro e mi chiedevo se fosse possibile raggiungere l'orgasmo avendo indosso ancora i vestiti. Mentre continuava l'assalto alle mie labbra con le mani era salito sotto la mia maglia a toccarmi il seno, non riuscivo a smettere di gemere.
Mi prese in braccio come se fossi una bambola eppure non ero affatto piccola. Sicuro di sé mi condusse nella sua stanza. Mi adagio' sul suo letto.
- Dall'altro giorno, dormire senza te mi è quasi impossibile!
Dovevo dire qualcosa ma non riuscivo a sentire altro che il mio desiderio, gli tolsi la maglietta e inizia ad accarezzarlo. Trattenne il respiro e tutti i suoi muscoli si contrassero.
- Sei la cosa più bella che mi sia capitata.
- Anche tu.
Riuscì a rispondergli e lo baciai con foga. Lo volevo, era sbagliato ma lo volevo.
Non so per quanto tempo ancora ci baciammo.
- Davide a che ora torna tua madre?
- A mezzanotte credo.
Sentiamo sbattere lo sportello di una macchina e sua madre salutare qualcuno.
- È tua madre. Oh cavolo che figura.
Scesi dal letto e quasi lo feci cadere.
Lui per tutta risposta si mise a ridere.
- Che ci trovi da ridere? Oddio si accorgerà che cosa abbiamo fatto.
- Calmati. Andiamo di là e chiudiamo la porta. Sentirà la musica e magari nemmeno entrerà.
- Allora andiamo.
Lo trascinai di là, gli rimisi la maglia e provai a pettinarlo.
- Sei bellissima!
Smisi di agitarmi, gli sfiorai la guancia.
Sua madre entrò, si accorse della luce e della musica, passò oltre e si diresse in cucina. Sospirai di sollievo. Davide mi attirò di nuovo a lui.
- Non ti farò scappare lo sai?
- Baci anche bene.
- Domani andrò via una settimana con mia madre. Andiamo a Torino.
Rimasi un po' sconcertata. Nessuno me lo aveva detto, nemmeno al lavoro.
- A fare cosa?
- In un centro. Vogliono farmi altri esami. Io sono stanco di sperare ma lo devo a mamma. Sarà l'ultimo tentativo e poi dovrò accettare questo buio per sempre. Avrò solo te come luce.
Mi scivolo' una lacrima sul viso. Aveva ragione Federica, mi ero cacciata in un grosso guaio.
Gli diedi un altro bacio e poi me ne andai, lui era felice, glielo potevo vedere in ogni movimento, io ero spaventata. Cosa era successo? Quali sarebbero state le conseguenze di quel bacio? Fortunatamente avevo una settimana di tempo per fare chiarezza e anche quella notte sarei andata a dormire da Federica.
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ChickLitAlice pensa di poter salvare il mondo e poter salvare lui dalle sue ombre dal buio in cui vive, vorrebbe essere la sua luce. Invece lui la porta nel suo inferno per farle scoprire che si può guardare anche con gli occhi chiusi, per poi lasciarla e r...