Non c'è bisogno di parole...

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Non so nemmeno come arrivai a casa mia, avevo le mani di Davide ovunque, anche sugli occhi, nella bocca e negli angoli più impensati. Sapevo che mi stava conoscendo, sapevo che si stava imprimendo il mio corpo nella sua testa.
E in quel momento io che non avevo mai avuto problemi con il mio corpo mi sentii in imbarazzo, sapevo che Davide mi avrebbe visto per come ero, non avevo scampo dalle sue mani e dalla sua bocca.
- Spogliati.
Mi disse mentre maldestramente cercava di aiutarmi.
- Ali... è una vita che non faccio l'amore, spero di ricordare come si fa e di non fare una brutta figura.
Lo azzittí con un bacio, era così eccitante nel suo essere imbarazzato, iniziai a spogliarlo, via la felpa e la maglietta, il contatto delle nostre pelli era qualcosa di inspiegabile, sentivo come se stessi bruciando di una passione sconosciuta.
Lo volevo, subito, mentre le sue mani e la sua bocca mi stavano conoscendo e si fermarono solamente quando gli abbassai i pantaloni e i boxer.
Emise un gemito e fui felice che lui non potesse vedere la mia espressione di passione mentre lo guardavo nudo, possente davanti a me.
Lo portai in camera mia ci sdraiammo sul letto, non potevo aspettare oltre, gli salii sopra a cavalcioni mentre lui continuava a baciarmi, lo volevo dentro di me e non aspettai oltre. Facemmo l'amore con tale passione e ardore come un fuoco che divampa.
Tutto era perfetto, i nostri respiri affannosi, i nostri gemiti, i nostri umori e i nostri respiri.
Arrivammo all' apice del piacere quasi subito e quasi contemporaneamente.
Davide mi tenne a sé e io che pensavo che era finita lì, scoprì che invece tutto stava iniziando da lì.
Ora che era meno teso iniziò lentamente ad accarezzarmi, stuzzicarmi ed in breve avevo di nuovo voglia del suo amore e con mia sorpresa scoprì
che anche Davide era di nuovo pronto per me e di nuovo fu amore, passione, desiderio. Questa volta fu lui che con una lentezza disarmante mi portò all' apice del piacere, mi sembrava di esplodere, mai con nessuno avevo provato tale intensità di emozioni.
- Davide. Non ho parole per descrivere ciò che mi hai fatto provare oggi. Io...
- Non c'è bisogno di parole, per me è stato perfetto come per te. Ti amo Alice.
Le nostre bocche si trovarono come se conoscessero da sempre la strada che porta una all'altra.
Non so quante altre ore restammo così abbracciati, in silenzio, accarezzandoci, annusandoci, sorridendo senza quasi parlare, era vero, quando due si amano non c'è bisogno di parlare né di vedere, c'è solamente bisogno di sentirsi e Davide ormai faceva parte di me.
Quando lo riportai a casa, avevamo fatto la doccia, avevamo mangiato qualcosa ma io credo che sua madre leggesse in faccia a Davide come lo leggevo io cosa avevamo fatto e mi sentì un'adolescente.
Davide probabilmente lo avvertí perché mi tenne più stretta.
- Mamma, io sono innamorato di Alice e ora siamo felici. Io lo sono. Sappiamo che non sarà tutto semplice ma vogliamo provarci.
Sua madre abbassò la testa.
- La tua felicità è la mia.
Sembrava quasi volesse aggiungere che la felicità non dura in eterno ma tanto noi non l'avremmo ascoltata.
Io e Davide ci salutammo con un leggero bacio e appena lasciai la sua mano mi sentì sola. Avrei voluto stare con lui ancora e ancora.
- Fede dove sei?
La chiamai.
- È quasi mezza notte. Dove vuoi che sia? Tutto bene?
Sorrisi.
- Tutto bene.
- Ho capito. Andiamo a bere qualcosa. Mi passi a prendere tu?
- Arrivo.
Aveva ragione Davide, quando due si vogliono bene non c'è bisogno di parlare, anche con Federica non c'era mai bisogno.
Andammo in un pub che era quasi deserto ma che sapevamo restava aperto tutta la notte, avevo bisogno di parlare con lei, di mettere in ordine tutto quello che si agitava in me e solo con lei avrei potuto farlo.
La notte sembrava non bastarmi. Non volevo dormire, non volevo che quel giorno finisse perché era stato uno dei giorni più belli della mia vita. Poi pensai che prima dormivo e prima sarebbe arrivato domani e sarei stata di nuovo con Davide e mi addormentai.

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