C'erano tante cose che mi piacevano di quella città.
Le luci, la gente che correva sulle strisce pedonali in attesa un attimo prima del cambio di colore del semaforo, la lingua.
L'arte.
Parigi decisamente non era solo la città dell'amore, ma lo era anche dell'arte.
Ovunque ti girassi, venivi ammaliato dalla bellezza di quei quartieri.
L'arte non era solo i quadri, la poesia, la musica e la scultura.
L'arte era l'amore che avevi intorno.
L'arte era la donna innamorata che correva all'aeroporto a dare l'ultimo saluto all'uomo che amava prima che potesse partire per sempre, piena di rimpianti.
Arte era un bacio sulla Torre Eiffel.
Arte era un dipinto al Louvre.
Arte erano i ricordi, ed arte eravamo noi.
C'è chi dice che l'arte è eterna, ma non è vero: non sempre è così.
Il nostro amore era come un fuoco d'artificio.
Mozzafiato, ma breve.
Il nostro amore era una luce che apriva in due il cielo e poi lo richiudeva svanendo.
L'unica differenza è che il nostro amore, la nostra luce, non lasciava tutto intatto come un fuoco d'artificio, ma lasciava delle cicatrici.
STAI LEGGENDO
»Binario Nove; Calum Hood
FanfictionIn cui un ragazzo invisibile, vittima di un tradimento, va di città in città per dimenticarsi della ragazza che ama. (Spin-off di Jet Black Heart)