Capitolo 2

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Duff (punto di vista)
Il giorno seguente...

Mi sveglio a causa della forte luce che filtra dalla finestra, mi fanno male gli occhi e di conseguenza la testa.
Provo ad alzarmi ma una fortissima fitta al cervello mi fa distendere nuovamente.
Ruoto leggermente la testa vedo che accanto a me c'è Mindy che dorme.
Maledizione! Non ricordo cosa sia successo ieri sera.
Dovrei smetterla di bere così tanto, ogni volta scordo cosa è successo il giorno precedente.
Mindy apre lentamente gli occhi e mi guarda, non assume un espressione in particolare, però sembra rilassata e a suo agio.
-Tutto bene?- chiede, chiude leggermente gli occhi e si mette a sedere.
-Ho mal di testa- dico con voce roca, mi alzo lentamente e mi copro gli occhi con le mani.
-Dovrei avere qualche aspirina, te la prendo- Scosta le coperte e si alza, cammina a piedi nudi sul parquet.
-Vuoi del caffè?- domanda urlando dalla cucina, le sue urla mi procurano un'altra fitta al cervello.
Non ho voglia di urlare, meglio rispondere di presenza, mi alzo anche io e percorro lentamente il corridoio.
-Sì, grazie- dico appena entro nella stanza.
-Se vuoi il bagno è la seconda porta a destra- dice e sorride appena, forse non si sente a suo agio come pensavo prima.
Esco dalla sala e vado verso il bagno.
Apro la porta e cerco l'interruttore perché la stanza è completamente buia.
Mi avvicino allo specchio e per poco non mi viene un infarto.
Sono pallido, le occhiaie sono scurissime e i capelli arruffati.
Sospiro ed apro il rubinetto dell'acqua, riempio le mie mani di acqua fredda e bagno il mio viso sciupato.
Mi giro e afferro la prima tovaglia che trovo senza fare lo schizzinoso, casa nostra è un vero casino.
Esco dal bagno e sento una voce maschile a me sconosciuta.
Stavolta vado verso l'ingresso, appena sporgo la testa individuo subito una figura maschile.
Mindy sembra spaventata e pietrificata, lo fissa e non parla.
-Qualche problema?- chiedo, anche se la domanda è retorica.
-Stava andando via- dice incerta.
-No, in realtà ero venuta a prenderla- afferma lo sconosciuto, sul volto ha dipinto un ghigno malefico.
Guardo lei e noto che è sul punto di piangere, così decido di intervenire, nessuna donna merita di essere trattata in questo modo.
-Mi dispiace, lei sta qui- dico serio.
-Non osare metterti contro di me- dice il tizio e se ne va.
Chiudo la porta a chiave e mi avvicino.
Mindy si è andata a sedere su uno dei quei cuscini che mi ha dato ieri, mi avvicino e mi siedo accanto a lei.
-Vuoi parlarne?- domando preoccupato.
-Lui è convinto che sono la sua puttana- dice ed inizia a piangere, l'abbraccio, magari può farla stare meglio.
-Dai tranquilla, ti va di stare da noi per qualche giorno?- chiedo. So che non la conosco ma merita di essere protetta, magari potrebbe ucciderla.
-Neanche vi conosco e non vorrei disturbare- Si asciuga le lacrime con il palmo della mano, prova a ricomporsi.
-Tranquilla imparerai a conoscerci- dico sincero.
-Mh, okay- dice incerta, sicuramente non si aspettava questo una volta arrivata qui.
Sento bussare alla porta, mi avvicino io lentamente, invece, Mindy resta seduta.
Apro poco la porta per vedere chi è.
-Ehy man, che fine avevi fatto?- chiede sorridente Steven.
-Ehm, poi te lo dico- cerco di cambiare argomento, magari penserà che sono statoba letto con lei.
-Chi era quel tizio, non lo avevo mai visto?- chiede ed indica le scale.
-Entra- Lo faccio entrare e chiudo la porta.

Mindy (punto di vista)

Duff gli spiega ciò che sa ovvero ciò che io gli ho detto.
Steven è stupito ma non si preoccupa in modo esagerato, sembra un tipo razionale equilibrato.
-Fantastico, vieni ti faccio vedere la mia camera e il bagno così puoi lavarti e posare un po' dei tuoi vestiti nel mio armadio- afferma sorridente.
Afferra la mia mano e mi trascina per tutto il tragitto, spalanca la porta di casa  e appena entro trovo tutti con delle torte in mano, in meno di un secondo mi ritrovo ricoperta di glassa e panna.
-Bastardi!- urlo ed inizio ad inseguirli.
Inseguo il riccio per tutta la stanza, gli salto di sopra e gli spalmo la torta in faccia, finisce anche su i capelli.
Izzy si tuffa su noi due, riesco a voltarmi e ricopro anche lui di torta.
Steven si lancia a peso morto su tutti noi, prende la sua bottiglia di birra e me la versa di sopra.
-Popcorn lascia stare Ice!- esclama Duff.
-Ehy, non mi chiamo Ice- mi lamento come una bambina.
-Hai gli occhi azzurri, mi piace- dice serio il biondo.
-Aspetta lo hai chiamato popcorn?- domando curiosa, come sempre.
-Dovresti vedere cosa riesce a fare quando vede dei popcorn- inizia a ridere.
-Popcorn- dico ridendo. Sembrano una grande famiglia e stanno cercando di trattarmi come se ne facessi già parte, ni sento fuori posto, è accaduto tutto così in fretta.
-Andiamo, ti mostro il bagno- dice offeso.
Mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia.
Mi fa vedere le varie stanze e il bagno, ritorno il mio appartamento per prendere le mie cose , quando rientro a casa loro mi accorgo che è completamente sottosopra, è sporchissima e i mobili sono vecchi e rovinati.
Poso le mie cose su una sedia ed inizio a cercare una pezza e qualche detersivo.
Trovo solo un vecchio straccio e un po' di sgrassatore, ne verso un po' sulla pezza ed inizio a pulire il tavolo e i vari ripiani.
Il pavimento è in uno stato pietoso, glassa, panna ed impasto ovunque.
Sbuffo sonoramente e mi armo di buona volontà.
Prendo un secchio e un altro straccio, pulisco il pavimento come meglio posso.
Mi lavo le mani e prendo i miei vestiti, vado verso il bagno.
La stanza non ha neanche una finestra, le mattonelle sono abbastanza luride per non parlare della doccia e del water.
Rabbrividisco ed inizio a pulire pure qui.
Se devo vivere devo sistemare, non voglio beccarmi le piattole o chissà quale altra malattia.
Adesso sono sicura che non prenderò qualche malattia in questo bagno, controllo che la porta sia chiusa a chiave e mi spoglio.
Apro l'acqua calda e mi fiondo sotto il getto potente della doccia, mi lavo, prendo una tovaglia che ho portato da casa e l avvolgo intorno al mio busto.
Mi guardo allo specchio e subito dopo mi vesto, esco dal bagno e vado verso la cucina.
-Ice, vuoi una tazza di latte?- chiede Steven.
-Molto volentieri- affermo cortese.

Mi passa una tazza bollente, appena
Avvicino la tazza alle labbra mi brucio, soffio sul latte e poi inizio a berlo, devo dire che è molto buono, sembra quello che preparo io la mattina.
-Hai messo lo zio Jack?- domando
-Sì, Jack Daniel's- dice orgoglioso e prende la bottiglia.
-Io pure popcorn- mi avvicino per afferrarla ma si sposta e la alza in alto, dato che sono abbastanza bassa non riesco a prenderla.
-Prendila- afferma ridendo ed inizia a correre.
-Dammi lo Zio Jack- urlo
-Steven falla bere- urla il biondo.
Riesco a prendere la bottiglia e corro in camera di slash dove trovo un amplificatore Marshall ,prendo un cavo e lo attacco al cellulare e faccio partire la canzone dei Pantera Cowboy from Hell .
Inizio a bere , vado in cucina e inizio a cucinare a ritmo di musica.
-Chi sta usando il mio Marshall?- urla Slash
-Io riccio , sto ascoltando la musica- urlo per sovrastare la musica.
-Come conosci questa "funzione"?- chiede con un ghigno stampato in faccia.
-Anche io suono la chitarra elettrica e anche io ho un Marshall- dico ridendo
-Okay lei sarà mia moglie - dice ai ragazzi facendo una smorfia tra il serio e il divertito.
-Wow Saul ne sarei onorata - prendo la tovaglia e gliela lancio in faccia.
-Noi stiamo andando alla sala prove, vuoi venire?- chiede Axl che comprare dal nulla.
-Va bene, predo il cellulare e le chiavi e vi raggiungo- affermo seria.
Tutti escono dall' appartamento, prendo le cose e mi avvicino alla porta quando Steven rientra.
-Duff vuole sapere se vuoi andare in moto con lui, noi altri veniamo in macchina- mi informa, è sempre sorridente, un sorriso dolcissimo che ti rende felice.
-Va bene- dico entusiasta, amo andare in moto.
Scendo nel garage con popcorn e lì trovo gli altri quattro.
-Ecco mettilo- afferma il biondo e mi lancia un casco.
-Andiamo- dico contenta, indosso il casco e monto in moto.
Dopo circa 20 minuti di viaggio arriviamo alla sala prove.
Duff mi prende per mano e mi conduce dentro allo studio Geffen.
Quando entro nella sala prove per poco non do di stomaco, la stanza fa una puzza assurda ed è avvolta da una nube di fumo.
-Quello bianco è il mio preferito- dice il biondo ed indica un basso bianco della Fender.

Passiamo la serata a parlare di musica, suonano un sacco di pezzi e provano ed riprovano sempre i stessi pezzi.
A notte inoltrata torniamo a casa, Steven è ubriaco e abbiamo tutti bisogno di dormire...

Spazio autrice:

Spero questo secondo capitolo che ho modificato vi piaccia :)
Ho cercato di riportare alcune vecchie frasi per non modificarla completamente.

Kiss, Serena <3

Paradise Angels (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora