Mayumi si sedette su uno scoglio piatto e non troppo vicino al mare.
Forse ho un'idea..., pensò, aprendo lo zainetto e frugandoci all'interno con movimenti controllati, Spero che maneggiando le mie cose Setsuko non si sia presa la reliquia...
In quella, la trovò. Sospirò commossa, tornando a quel giorno di qualche anno prima. Era il giorno del funerale della nonna, e Mayumi era particolarmente triste. La nipotina prediletta, e la più sconsolata.
Aveva fissato il pavimento per quasi tutto il tempo, poco partecipe della cerimonia. Ma quando era arrivato il momento che succede la cremazione qualcosa nel suo umore era mutato. Si trattava del momento in cui i congiunti raccolgono le ossa del defunto. I figli, in quel caso. Ma: "Vorrei farlo con voi." si era espressa la giovane Mayumi.
E nessuno aveva avuto da ridire, così, insieme, avevano raccolto le ossa con le bacchette, a partire da quelle dei piedi, fino ad arrivare alla testa, per sistemarle nell'urna. E a quel punto, Mayumi ne aveva trafugato un pezzetto.
Per qualche ragione questo l'aveva fatta sentire meglio. E ancora adesso, l'idea un po' macabra di aver sempre con sé un pezzo di ciò che sua nonna era stata, la rassicurava.
Ora scoprirò se sei stata davvero tu a portarmi qui...
Poi si sdraiò, reliquia in mano, e cercò dentro di sé il tunnel che, grazie al suo famiglio, l'avrebbe condotta oltre i confini.
Raggiunse quindi la grande pianura che tanto amava.
Trasse un respiro profondo, poi s'incamminò, lenta, senza soffermarsi su alcuno dei pensieri che le attraversavano la mente. Ho bisogno di lasciarmi per bene tutto alle spalle, prima di eseguire un rituale.
E non era facile, perché i fantasmi di Setsuko e, ancor più, di Atshushi, si affacciavano continuamente. Ma Mayumi riuscì a lasciarseli fluire attraverso, consapevole della loro natura. Ciò che è stato, non è qui. Ciò che potrebbe essere, lo è ancor meno. Ora ci siamo io, il bel prato verde, e l'intenzione di raggiungere la palude...
Così continuò a camminare, lenta e fiduciosa, iniziando a concentrarsi sul fenicottero rosa con cui aveva sperimentato un'ibridazione poco prima che si verificassero gli ultimi, assurdi, eventi. Voleva approfondire quel legame di recente scoperta. Forse non mi è mai capitato di usare la reliquia per un rituale perché l'istrice non è la creatura giusta con cui arrivarci.
Poi lo vide da lontano: camminava, elegante, nell'acqua bassa; il suo piumaggio roseo ben si intonava con la luce del crepuscolo.
Mayumi si avvicinò.
Il fenicottero arrestò la sua marcia, in attesa, e lei, placida, gli si fermò d'innanzi. Gli portò entrambe le mani alla base del lungo collo, e lui non si oppose.
Il corpo suo e quello della Bestia furono attratti l'uno dall'altro da una forza misteriosa, la forza del legame tra loro.
Immateriali, si compenetrarono.
L'ibrido sentì un piacevole calore spiraleggiare in ogni centimetro delle proprie membra, un calore che si fece più intenso all'altezza delle scapole, quando pian piano presero forma due lunghe ali.
A quel punto Mayumi spiccò il volo.
Rapida, fendette le correnti, sempre più in alto, poi in picchiata.
Sempre più piume rosa spuntarono dai suoi pori, fino a sostituirsi ad ogni suo pelo o capello. Le sue labbra si fecero coriacee, poi si allungarono in un becco.
Mayumi divenne Bestia e rimase tale per un tempo che, in quella forma, non avrebbe saputo definire. Quando si sentì stanca, si addormentò oltre i confini e si risvegliò sugli scogli.
Era mattina.
La sua mano stringeva la reliquia. Il suo zainetto era in mano a un gruppo di buffi personaggi che ne studiava il contenuto.
Questa non ci voleva...
Mayumi si portò comunque le mani alle tempie. Si concentrò su ciò che aveva provato vorticando in aria, e poi smuovendo la sabbia alla ricerca di bestiole di cui nutrirsi. La materia nasconde la vita... fu lo spunto.
Il suo corpo si rimise alla volontà del fluido immateriale. Le sue mani, rapide e forti, sbriciolarono parte della reliquia, poi tolsero al gruppo di ladruncoli un boccettino di acqua, semplicissima acqua che bagnava l'isola dove lei era nata e cresciuta.
Senza accorgersi degli sguardi interdetti dei presenti, ancora mossa dal fluido, si riappropriò di un falcetto che faceva parte del suo armamentario e si ferì il palmo della mano sinistra.
Miscelò sangue, acqua e reliquia.
Si ritrovò in mano una sfera luminosa e la inghiottì, infine tornò presente.
"Ora dovrei saper parlare la vostra lingua. Mi capite?"
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Mayumi - l'ordine dei demoni viaggiatori - saga della realtà immateriale
ParanormalMayumi è una Viator: è in grado di viaggiare tra la dimensione della materia e quella dell'immateriale. È nata e cresciuta in un piccolo paesino nella prefettura di Okinawa, ma dovrà fuggire lontano, fuggire da chi vuol farle del male a causa della...