IL CIELO D'AGOSTO ERA PIENO DI LUCCIOLE

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"Destiné," disse la Viator, seduta con la schiena poggiata a un albero su cui da bambina era solita arrampicarsi, "Oltre a essere destinato a Chantal, hai anche un nome vero?" domandò.

"Credo sia normale che i Viator Lucis perdano il nome avuto in vita per uno che li rappresenti meglio."

"Hai perso il tuo nome, Destiné?" lo schernì ancora Mayumi.

"Mi chiamavo Émile."

"Piacere di conoscerti."

L'aria di quella notte era leggermente fresca. E il cielo d'agosto era pieno di lucciole.

Attorno a Mayumi, l'immateriale sembrava più denso della materia.

Destiné, con più di cent'anni di età, non sapeva bene cosa dirle: l'aveva spronata a teletrasportare entrambi al rifugio, dove avrebbero rivisto il volto amico di Chantal e lei avrebbe potuto rifocillarsi, ma Mayumi aveva scelto diversamente.

"Ti vedo dubbioso," interloquì la Viator, "vuoi sapere dove siamo?"

"Siamo in un bel posto, e ti starò accanto finché lo vorrai."

"Questo è il mio tempio." asserì Mayumi. "La Forza Ancestrale è..." poi si chiuse in sé stessa, e Destiné l'aiutò a riprendere il filo del discorso:

"La senti più forte, qui. Ne conosco una anch'io, sai? Ma Chantal ne ha un po' timore, così sono restio a parlarne..."

Mayumi si fece attenta.

"Medita nel tuo tempio, Mayumi."

Mayumi chiuse gli occhi. Pronunciò il nome della Forza Ancestrale e lasciò ch'essa la pervadesse.

Prese la sua katana, e con la punta della stessa ritrasse un volto in un tronco. Il proprio. Ed ebbe l'impressione di averlo fatto anni prima, in un momento che si trovava nel centro esatto del tempo.

E rivide sé stessa che parlava ad Atshushi prevedendo quella decisiva giornata, si vide spiegargli la realtà oltre i confini senza saperlo fare. Mantenere le distanze senza saperselo spiegare, a volte.

Rivide il momento in cui aveva deciso di portare i propri accessori da Viator a Naha, quello in cui aveva tenuto i vestiti sotto la tunica, quello in cui non si era seduta sul trono.

Vorticò su se stessa, ebbe l'impressione di guardarsi in volto, poi riaprì gli occhi e rivide invece l'abbozzo di quel volto inciso nel legno.

"Ora capisco: ho scritto ciò che è stato, nel limite del possibile. L'ho fatto ora, nel tronco. Ma ero nel centro del tempo, in qualche modo, per questo tutto è già accaduto..."

Destiné annuì. "Non so spiegarti perché tu sia finita così presto in una situazione tanto difficile, ma... posso dirti che ti sei comportata nel migliore dei modi possibili. A partire da questa analisi."

"E a finire con essa." commentò Mayumi.

Destiné non aggiunse altro.

E la Viator sorrise. Respirò forte l'aria del proprio tempio, si congedò da esso: aveva intenzione di passare molto tempo al rifugio con i suoi nuovi amici.

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Mayumi - l'ordine dei demoni viaggiatori - saga della realtà immaterialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora