DUE RAGAZZE FRANCESI

28 4 5
                                    


"Eccoci," disse Chantal, aprendo una porta che dava su una sala da pranzo. "Ragazze," richiamò l'attenzione di due giovani francesi, "Lei è Mayumi. È giapponese, ma parla italiano."

"Buon... giorno..." salutò titubante una delle due. L'altra si limitò a sorridere.

"Buongiorno a voi." ricambiò Mayumi. Poi si guardò attorno: "Tutto è così perfettamente vintage, anche i vostri vestiti..." commentò.

"Non è un caso." le rispose Chantal, "Dipende dal mio amante..."

"In che senso?"

"Beh, immagino avremo tempo per raccontarci per bene tutto ciò che abbiamo avuto modo di apprendere sul paranormale, ma posso farti un riassunto per dirti come funziona il rifugio."

Mayumi annuì.

"Un Viator Lucis è immateriale. Ma ha forma definita, e interagisce con noi, grazie al ricordo che mantiene della materia che è stato. Allo stesso modo, esso può plasmare dal nulla, o meglio, dall'immateriale, oggetti materiali in base alla propria memoria... Così, il mio amante ha memoria di ciò che è stato: un uomo di buona famiglia, e con una buona rendita, vissuto in piena Belle Époque. Ed è stato lui a dare forma a tutto ciò che vedi qui dentro... vestiti compresi e... se mi dai un minuto, ora lo chiamo e plasmerà per noi anche un buon pranzo."

Chantal sparì oltre la porta, lasciando Mayumi sola con le due ragazze appena conosciute.

Mi è sembrato di capire che per loro parlare italiano è uno sforzo, e oltretutto non saprei cosa dire...

Sorrise, le due francesi ricambiarono.

Non mi sembra vero. Un rifugio per Viator, sono salva, ed è bello, e...

Non riuscì a finire di pensarlo: dal nulla, comparve sua cugina Setsuko.

"Come... Come hai fatto, sei anche tu..."

Setsuko non rispose. Aveva una balestra in mano. Per una frazione di secondo guardò Mayumi con compassione, poi fece partire il dardo già incoccato.

Mayumi si acquattò a terra per proteggersi, ma fu del tutto vano. Da quella posizione, vide il corpo di una delle francesi raggiungerla sul pavimento: aveva gli occhi spalancati, e una freccia conficcata in pieno petto. "Ma che c'entra..."

Alle spalle, esattamente tra le scapole, mentre fuggiva. Venne colpita anche la seconda ragazza.

Mayumi la vide accasciarsi. Si alzò, ma le mancavano il fiato e la lucidità, perse l'equilibrio e ricadde. Riprovò, aiutandosi con le mani. E i suoi palmi scivolarono in un misto di sangue e urina ancora tiepida.

Gridò, disperata. Disgustata e sconvolta.

Setsuko la lasciò sfogare per qualche minuto. Non aveva fretta. E, soprattutto, voleva proprio vedere se c'erano altri con lei. Poi le spiegò: "O con i Demoni, o da sola, questa è la regola."

Mayumi si sentì morire. Ogni volta che apriva gli occhi vedeva orrore. Sangue, soprattutto. Visi sporchi di quel sangue. Visi troppo spalmati su un pavimento troppo sporco. Occhi aperti, spalancati dalla sorpresa: occhi della prima a morire. Pantaloncini bagnati: la seconda lo aveva capito.

Ma Mayumi non poteva non guardare, non ci riusciva. "Perché Setsuko? E Adesso?" chiese tra i singhiozzi.

"O con i Demoni, o da sola." ripeté. E così come era arrivata, scomparve.

Mayumi - l'ordine dei demoni viaggiatori - saga della realtà immaterialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora