6) Va tutto bene.

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Jade passò metá pomeriggio chiusa nella sua stanza, seduta sul letto mentre lasciava il mondo fuori dalla porta; la voglia di fare qualcosa l'aveva abbandonata per il momento e l'unica cosa che pareva darle conforto era scrivere, scrivere tutto quello che le stava succedendo e sfogare la rabbia su delle pagine. Era sempre meglio che starsene a piangere come una ragazzina; in quel modo non infastidiva nessuno e non insospettiva nessuno. Ovviamente parlarne con qualcuno sarebbe stato meglio e avrebbe potuto sfogarsi meglio, ma non voleva far vedere la piccola parte di lei che soffriva.
Quando ne ebbe abbastanza di scrivere, gettò il suo quaderno in un angolo e prese il cellulare: era decisa a cancellare ogni traccia di Cameron dalla sua vita, a partire dalle loro foto. Non ne voleva piú sapere, avrebbe voltato pagina e ricominciato senza mai guardare indietro.
Dopo un po' qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
-"Avanti."
-"Disturbo? Mi ha fatto entrare tua madre."
La sua testa capelluta fece capolino dalla porta, il cuore di Jade fece una capriola alla sua vista ma l'espressione che aveva stampata in volto non lasciava trasparire niente.
-"Accomodati pure. Come mai sei venuto?"
-"Che c'è, non posso piú passare del tempo con la mia migliore amica di sempre?"
Jade sorrise involontariamente per un attimo, poi ritornò seria.
-"Allora: visto che tu non dici niente, parlerò io. Preparati, ti porto in un posto."
-"Beck dai, sono stanca."
-"Era un ordine, vai altrimenti ti trascino io in bagno a prepararti."
-"Vado!"- disse alzandosi dal letto.
Mentre Jade era in bagno a prepararsi, Beck girava per la sua stanza senza sapere cosa fare. Ad un certo punto il cellulare della ragazza squillò.
Cameron, c'era scritto sul display. Beck rispose, senza cattive intenzioni.
-"Jade hai rispost..."
-"Non sono Jade, lei ora è in bagno."
-"Cosa ci fai col suo cellulare?"- chiese irritato.
-"Niente, lei l'aveva lasciato sul letto."
-"Allora la chiamo dopo."
-"Aspetta."- lo richiamò Beck -"Non so cosa sia successo tra voi due, ma non farla soffrire. Io ci tengo a lei."
-"Non ho bisogno dei tuoi stupidi consigli."- e riattaccò.
Rimise il telefono dov'era e aspettò Jade.
La ragazza ritornò in camera, prese il cellulare e i soldi e li ficcò in una borsa, poi insieme a Beck uscì di casa.
Dopo almeno cinque minuti passati in auto senza dire niente, Jade chiese a Beck dove la stava portando. Lui continuava a ripeterle che le sarebbe piaciuto, nonostante le suppliche di lei.
Una volta arrivati, Jade si rese conto che il posto le piaceva davvero: era un piccolo café che affacciava sull'oceano, che in quel giorno particolarmente nuvoloso, era agitato.
Una volta entrati si accomodarono ad un tavolino vicino ad una finestra da cui si vedeva il panorama grigio.
-"In questo posto puoi ordinare un cappuccino e una ciambella a soli quattro dollari."- le disse Beck.
-"Certo, magari in Canada!"- ribattè la ragazza.
-"Infatti i proprietari sono canadesi e preferiscono tenere i prezzi bassi."
Jade rimase senza parole, non sapeva che ribattere.
Ordinarono una ciambella e un cappuccino ciascuno, parlarono del piú e del meno e quando la cameriera portò il conto Beck si offrì di pagarlo.
Successivamente andarono al molo, non per un motivo preciso, ma Jade desiderava tanto andarci e Beck l'accontentò.
Restarono a guardare le onde dell'oceano che s'infrangevano sulla riva; Jade si sentiva calma, rilassata e felice. Stava bene, era con Beck, il suo piú grande amico. Andava tutto bene.
-"Posso farti una domanda?"- chiese a bassa voce Beck, così bassa che quasi Jade non lo sentì, distratta ancora dall'oceano.
-"Certo."
-"Cos'è successo tra te e Cameron?"
Jade s'irrigidì.
-"Niente."- disse sfuggente.
-"So che è successo qualcosa. Oggi, fuori scuola, avevate un'aria strana quando sono arrivato; qualche giorno fa vi ho visto litigare..."
-"L'ho lasciato."- confessò Jade, interrompendo il discorso di Beck.
-"Mi dispiace, sembravate... ehm felici."
-"No, non è vero. Lui mi tradiva e sono stata stupida a non lasciarlo prima."
-"Non dire così."- cercò di consolarla Beck -"Non è di certo colpa tua."
Jade non disse niente e riprese a guardare l'oceano.
-"Lo so,"- fece rassegnata -"ma Cameron non mi lascia in pace e cerca di farmi tornare con lui. Sta diventando insistente e ho paura che possa farmi qualcosa."
-"Non succederà, te lo prometto."
Beck l'abbracciò, giusto per farle sapere che lui c'era.
Tornarono a casa dopo un'altra ora passata in giro, durante il tragitto Jade confessò a Beck che voleva recuperare il rapporto che avevano un tempo. Ovviamente entrambi sapevano che dopo svariati baci, la loro amicizia non sarebbe stata la stessa di una volta, ma avrebbero provato a farla funzionare.
Una volta arrivati a casa, Jade salutò Beck con un bacio sulla guancia per poi dirigersi dentro dai suoi genitori che l'aspettavano per la cena.
Andò a cambiarsi e poi tornò in cucina ad aiutare sua madre ad apparecchiare la tavola, notò che c' erano più piatti, più bicchieri e più posate.
Strano. Pensò Jade.
-"Mamma, ci sono dei piatti in più. Abbiamo ospiti?"
-"Sì. Verrà zio Mitch con zia Abbey e i tuoi cugini."
-"Mamma sai che non li sopporto e che loro mi odiano per via del mio carattere e per come mi vesto; infondo odiano anche voi. E lo sapete."
-"Ma non li vediamo da tanto. Potresti almeno fare uno sforzo?"
-"No! Non cenerò con gente che ha sempre trattato male la nostra famiglia e che giudica una persona dai suoi modi di vestire."- disse, afferrando una mela dal cesto della frutta.
Salì in camera sua e accese la tv che si trovava difronte al letto, cercò un bel film e si rilassò guardandolo. Verso le dieci andò a mettere il pigiama e quando ritornò nella sua stanza, vide che Beck era lì.
-"Ehi."- la salutò.
-"Che ci fai qui a quest'ora?"
-"Sono venuto a farti compagnia e anche perché ero annoiato di starmene solo."
-"Bene, ehm cosa vorresti fare?"

Till the end.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora