4) The sound of her voice annoys me

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Naomi afferrò un biscotto e si rivolse Liz con un sorriso. "Sono davvero contenta di quello che tuo figlio ha fatto per la mia" disse, riferendosi agli appunti che Jack Hemmings aveva regalato alla figlia per i suoi studi. Si rendeva conto che erano solo degli appunti e non la Casa Bianca, ma sapere che qualcuno avesse fatto un gesto così generoso per sua figlia le dava la speranza che quel trasferimento forse non sarebbe stato solo una forzatura per Mira. "Mia figlia adora studiare, ma tutti quei corsi che ha mancato la stanno mettendo un po' in difficoltà. Così andrà sicuramente meglio" aggiunse, serena.
A Londra non aveva mai avuto molte amiche. Le poche che considerava tali se ne erano andate quando si era scoperta la malattia di suo marito, non volevano che i loro figli fossero influenzati da tutte quelle brutte cose. Si era ritrovata completamente sola ad occuparsi di Stephen Blake fino all'ultimo respiro che aveva inalato.
Liz Hemmings era la prima donna da molto tempo che non le parlava con compassione, era qualche tempo ormai che si trovavano in Australia ed era felice di aver già trovato una persona su cui contare.
"Perché non venite a cena da noi, questa sera?" le chiese, sperando in un si come risposta. "Sarebbe una grande occasione affinché i nostri figli si conoscano meglio".

Lucas sbuffò animatamente. "Non vengo" disse alla madre, quando quest'ultima gli disse di tenersi pronto per le otto. "Non ho alcuna intenzione di passare la serata ad ascoltare la voce irritante della figlia e poi mi devo vedere con Ash e gli altri"
Liz lo guardò storto, non aveva intenzione di fare brutta figura. Aveva detto a Naomi che sarebbero andati tutti volentieri e non voleva sentire un no come risposta da parte dei suoi figli.
"Con Ashton ci puoi uscire un'altra sera, oggi ti prepari e per le otto andiamo a mangiare dai vicini. Sono stata chiara?" disse, con un tono estremamente fermo. Lucas accennò un sorriso alla vista della madre, adorava quando il suo vero carattere usciva fuori. Era convinto di aver preso da lei tutto il marcio che aveva dentro.
"Certo, capo" le disse, dandole un bacio sulla guancia, per poi uscire di casa.

Mira era sdraiata sul dondolo in giardino, quando vide Lucas uscire di casa. Si trattenne al pelo dal gridargli qualcosa di scortese, voleva godersi quel momento di pace senza farselo rovinare dal componente più irritante della famiglia Hemmings.
"Hey, Blake!" urló comunque Lucas, attirando la sua attenzione. "Occhio a non distrugge quel dondolo con la tua massa, se crolla sotto il tuo peso perdiamo un cimelio antico. Appartiene a questa città da generazioni" disse, cercando di essere offensivo. Ma Mira ridacchiò, quel ragazzo non sapeva proprio come si prendeva a parole qualcuno.
Si alzò per poi guardarlo. "E tu occhio a quello che bevi" disse lei, sempre con il sorriso sulle labbra. "Questa volta al tuo ritorno non ci sarà solo la tua mammina a guardarti mentre ti sfracelli sulla strada con la moto, ma anche la mia" aggiunse, per poi tornare a sdraiarsi e non prestare più attenzione al ragazzo. Si guardò le gambe, forse era vero che non avevano la forma delicata come quelle delle altre ragazze, ma a lei non era mai importato più di molto del suo aspetto fisico. Si era sempre accettata per come era. Non pesava quarantacinque chili ed era alta un metro e ottanta. Ma andava comunque bene così. La vera bellezza sta negli occhi di chi guarda, disse tra se e se. E fortunatamente Lucas Hemmings non mi guarda affatto.

Le otto arrivarono prima del previsto e Mira era ancora sotto la doccia quando sentì il campanello suonare. Uscì di fretta e si vestì in tutta furia. Non pensava mai troppo a come vestirsi, ma sua madre le aveva detto di scegliere qualcosa di carino per la serata. Così Mira indossò i jeans e la maglietta meno disastrata che aveva. Non ebbe il tempo di asciugarsi i capelli, perché sua madre venne a chiamarla.
"Ancora così sei?" le disse, spazientita. Ci teneva proprio a fare una bella figura. "E non ti avevo detto di metterti qualcosa di carino addosso? Devi sempre aspettare le occasioni speciali per vestirti male!"
"Mamma stiamo per cenare non devo ne sfilare ne farmi scegliere da un futuro marito. Rilassati che ti vengono le rughe e goditi la serata con i tuoi nuovi amici Hemmings" disse, sbuffando e accompagnandola con le mani fuori dalla sua stanza. "E ora andiamo di sotto ad accogliere i nostri ospiti".
Alla vista degli Hemmings, Mira sorrise a Jack e si presentò a chi ancora non aveva conosciuto, ignorando beatamente Lucas e il suo ghigno divertito.
"Non mi saluti, Blake?" le disse infatti quest'ultimo, aprendo le braccia in modo che lei potesse andare ad abbracciarlo. Mira fece un grande sforzo per non sputargli in faccia.
"Te l'hanno insegnato le tue puttanelle come aprire le braccia in questo modo? Scommetto che farlo con le gambe per loro è ancora più facile" le disse lei in risposta, bisbigliando al suo orecchio in modo che nessun altro potesse sentirla. "Sono davvero contenta di vederti Luke!" disse poi ad alta voce. "Dobbiamo vederci più spesso io e te, le chiacchierate notturne sono quelle che preferisco" aggiunse, alludendo alla prima sera in cui si erano visti.
Durante la cena, Mira si divertì a sentire come la madre di Lucas continuasse a dirgli: "Ma come fai a dire che è insopportabile? É una ragazza così carina, così a modo!" e nel frattempo lo guardava, consapevole che tutte quelle gentilezze che lei gli riservava lo facevano innervosire.
"Vorrei andare in bagno" disse Lucas ad un certo punto della serata, stufo della compagnia.
"Mira, tesoro, lo accompagneresti?" disse Naomi, rivolgendosi alla figlia, che stava conversando con Jack. Mira alzò gli occhi al cielo e poi si alzò dal divano, accompagnando Lucas al bagno di sopra.
"Lo so quello che stai facendo" disse lui, inchiodandola al muro, lontano dalla vista dei suoi genitori. "E non so se trovarlo irritante o eccitante" aggiunse, e Mira sbuffó, guardandolo negli occhi.
"Io lo trovo fastidioso, se proprio devo essere sincera" rispose e Lucas si allontanò da lei. L'idea che aveva avuto un paio di giorni prima gli tornò in mente, nonostante fosse meschina, non riusciva a trovare un altro modo per sottomettere così tanto Mira da farla soffrire. Doveva fare quello che sapeva fare meglio, sedurla e poi abbandonarla. Voleva farla piangere, farla sentire un essere spregevole, voleva che si vergognasse di se stessa. Si rendeva conto di essere un mostro, ma tutto ciò non gli interessava più. Ormai il suo obbiettivo era un altro: doveva vincere il gioco e l'unico modo per farlo era dare a Mira ciò che non si sarebbe mai aspettata di ricevere, lui.

what you don't know; luke hemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora