"Chi ti ha fatto entrare?" disse Lucas, sedendosi sul letto per essere alla stessa altezza di Mira. "Non sono affari tuoi cosa mi è successo".
Mira sbuffò, si rese conto che quando era con lui sbuffava in continuazione. "Sembri uno che è stato pestato a sangue, voglio sapere cosa è successo e tu me lo dirai, o la prossima volta che ti vedrò uscire con un borsone ti seguirò e lo scoprirò da sola" disse, e giurò di aver sentito Lucas irrigidirsi.
Il ragazzo accese la luce e Mira poté finalmente guardarlo da vicino. Il taglio sul labbro si era incrostato e l'occhio si era gonfiato in modo spropositato.
"Lascia che ti aiuti" gli disse, senza usare nessun tono irritante. Era solo preoccupata per lui, Lucas non disse nulla. "Hai delle garze?"
Suo padre le aveva detto che per ripulire le ferite, le garze erano comode. Di usare l'acqua tiepida, perché agiva come l'acqua calda e non bruciava sulla pelle. Per disinfettare Lucas non aveva altro che della comune acqua ossigenata. Se la sarebbe fatta bastare.
Picchiettò delicatamente sul labbro spaccato del ragazzo, cercando di fargli il meno male possibile. Fortunatamente il taglio non era troppo profondo e si sarebbe chiuso da solo, senza il bisogno di mettere punti.
"Hai fatto a botte con qualcuno?" gli chiese Mira, mentre ripuliva anche la ferita sullo zigomo e applicava un po' di ghiaccio in pomata sull'occhio gonfio. "Ma cosa vai a fare in giro di notte con un borsone da palestra? Match clandestini di boxe?"
Lucas trasalì, perché Mira ci aveva quasi azzeccato. Lo pagavano quando vinceva e lui aveva bisogno di soldi. Era un burattino tra le braccia di qualcuno di più grosso.
"Non capiresti" disse lui, stringendole il polso come segno che gli stava facendo male. "È una trappola infinita in cui non ti consiglio di immischiarti".
Mira rise sarcasticamente, come se potesse mai andare in giro a picchiarsi con la gente su un ring. "Mettimi alla prova" disse, scandendo bene le parole.
Quando ebbe finito di medicarlo, Lucas si rilassò, togliendosi la maglietta e mostrando dei brutti segni anche sul petto. "Lascia che metta il ghiaccio anche qua" e lui si lasciò toccare.
"Avevo sedici anni quando è iniziato tutto, ero un mingherlino e volevo diventare più forte a tutti i costi, ne andava della mia autostima" iniziò a raccontare Luke, soffermandosi su alcuni dettagli che a Mira proprio non interessavano. "Così iniziai a praticare la boxe, prima in modo regolare e poi sempre di più, fino a che non mi spinsi a livelli estremi. Dissi a mia madre che avrei smesso, e infatti smisi di seguire gli allenamenti in palestra, ma la mia famiglia aveva bisogno di soldi in quel periodo, così firmai un contratto con uno losco, avevo un incontro ogni due settimane, che poi divenne un mese e poi divennero tre mesi. Ero contento di quella riduzione perché le ferite si facevano sempre più difficili da curare. Quando una volta svenni dal dolore, cercai di tirarmi indietro ma non me lo permisero. Fui minacciato e con me anche Jack, che era completamente all'oscuro di tutto. Ho ancora un incontro da tenere e poi il mio contratto sarà scaduto, a quel punto sarò libero di andarmene o firmarne un altro" finì il discorso e si accorse che non aveva più fiato. Mira lo guardava con un misto tra il compassionevole e il terrorizzato.
"Mi dispiace" disse solo, in risposta. "Il prossimo sarà tra altri tre mesi, avrai tutto il tempo per riprenderti. Poi sarà finita" aggiunse, sperando di essere abbastanza convincente. Non li sapeva fare i discorsi consolatori.
Gli accarezzò delicatamente la fronte, spostando i capelli che gli erano caduti. Si accorse che scottava, aveva la febbre alta e il respiro affannoso. "Vado a prendere un panno fresco, non ti muovere" gli disse, tornando velocemente con una asciugamano bagnata. Gliela mise in fronte, lei non era un medico, non sapeva come comportarsi in situazioni gravi.
"Ti lascio riposare" gli disse, alzandosi dal letto. Lucas aveva gli occhi chiusi ma afferrò il suo braccio e lo tenne stretto.
"Non andartene" le disse. "Rimani qua"
Mira non lo aveva mai visto così vulnerabile, gli si sdraiò accanto e lasciò che il ragazzo si appoggiasse a lei. "Grazie" le disse lui, prima di crollare in un sonno profondo.Mira si accorse di essersi addormentata quando si svegliò con la testa di Lucas sulla pancia e le loro mani intrecciate. Voleva staccarsi, perche quella posizione non era proprio una delle migliori, ma rimase immobile a guardarlo, triste per quello che lui le aveva detto.
Visto da vicino Lucas era un bellissimo ragazzo, i dettagli del suo viso erano particolari e Mira sorrise al pensiero di ciò che stava pensando. Sapeva che non si sarebbe mai innamorata di lui, perché caratterialmente - quando non delirava per la febbre - Lucas era insopportabile e lei lo reggeva a stento.
"Ehi" gli disse, quando aprì gli occhi. Tremava e la fronte era tappezzata di sudore. "Se stai sudando vuol dire che la febbre è scesa, è un buon segno"
Gli accarezzò una guancia, cercando di essere delicata.
Mira guardò l'ora, erano le 18.15, sua madre sarebbe tornata a casa per le 19 e Lucas era ridotto in quello stato senza nemmeno una buona spiegazione.
"Dirai che ti hanno picchiato dei teppisti per strada, rubato i soldi e lasciato lì" disse Mira, pensando ad una possibile scusa. "Va bene?"
Lucas annuì, troppo stanco anche solo per cercare una scusa migliore.
"Perché mi stai aiutando?" le chiese, con quel filo di voce che gli era rimasta. Era a pezzi e si sforzava di apparire il più forte possibile. "Continui a farlo, ogni volta, perché?"
"Mio padre una volta mi disse: "Sappi che non ci vuole niente ad aiutare una persona in difficoltà, per quanto questa possa essere arrogante o spavalda, in quel momento è sempre più debole di te" e io non sapevo bene cosa significasse, fino a che non lo vidi rianimare una bambina per strada, mentre mi accompagnava a scuola. Da quel momento promisi di aiutare sempre chi fosse stato in difficoltà" confessò Mira, parlare di suo padre le faceva venire un grande magone sullo stomaco. "Era un grande medico ed un uomo estremamente generoso"
"Era?" fece eco Lucas, con la voce un po' più bassa.
"È morto di cancro un anno fa" rispose Mira, con la voce quasi smorzata dalle lacrime. "È il motivo principale per cui ci siamo trasferite qui, mia mamma si è presa cura di lui fino alla fine e stava per crollare, un cambiamento le avrebbe fatto bene".
Lucas rimase in silenzio per un po', poi si alzò e diede un piccolo bacio a Mira sulle labbra, fu un bacio innocente, ma racchiudeva più parole di quante mai se ne potessero dire. Apprezzò quel gesto, perché sapeva che talvolta un fatto valeva più di mille parole.
Mira si rese conto che quella fu l'unica volta da quando lo conosceva, che si erano raccontati qualcosa di così privato senza aver fatto sesso prima. Sorrise, pensando che forse una possibile amicizia tra loro non sarebbe stata così impossibile come credeva.
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what you don't know; luke hemmings
Fiksi Penggemar"Facciamo un gioco" disse Mira, staccandosi da lui per un momento, per poi riprendere a baciarlo subito dopo. Alla parola magica, le orecchie di Lucas si fecero più fini. "Che genere di gioco?" le chiese, totalmente assuefatto. "Beh, uno sessuale...