<<Char noi non partiremo per Melbourne e nemmeno per Hong Kong. Non partiamo con la squadra!>>> è lui ad incazzarsi, quando qui l'unica a doversi alterare sono io. Al termine della stagione scorsa aveva quasi giurato di portarmi in tour con la squadra, ed io ci avevo creduto!
<<Io pensavo che avresti mantenuto la promessa che mi avevi fatto, ma evidentemente non sei così.>> gli sputo in faccia queste parole cercando di fargli male e mandarmi dove voglio, ma non succede perché lui sa che sto dicendo ciò che non penso sul serio. Gli ho detto fin troppe volte 'Ti voglio bene' e lui sa benissimo che è così. Si alza dalla sua scrivania, accatastando le carte che stava studiando fino alla mia entrata e mi costringe a seguirlo fuori dallo studio.
<<Charlotte sei appena tornata dall'America e ti farebbe male sostare nell'altra parte del mondo. Lo faccio per il tuo bene.>> lo interrompo prima che possa continuare a dire cazzate. Il fatto è che non mi ci vuole portare per un motivo X che io non conosco assolutamente. Sa benissimo che a me piace viaggiare, conoscere nuove culture ma se lui non mi da l'opportunità di visitare io non potrò mai farlo!
<<Me ne vado da mamma. Ci vediamo!>> giro i tacchi ed esco di casa sotto lo sguardo basito di papà. Dalla borsa, trovata per caso accanto alla porta, estraggo le chiavi della mia Jeep e la metto in moto; nello stesso momento compongo il numero di mia madre sul cellulare avvisandola del mio arrivo imminente a casa sua. Appena parcheggio mi rendo conto che Dybala mi ha inviato un messaggio in Direct, lo apro e lo leggo con attenzione.
Come mai non sei ancora arrivata? Ti sto aspettando...la mia camera è la 018, sono solo.
Non ho voglia di rispondergli subito, perciò rimetto il telefono in borsa pensando bene a come sfruttare le carte a mia disposizione. Certamente non gli farò capire che mi manca. Ha detto che mi sta aspettando? Sicuramente solo per sfogarsi e dopo che mi avrà usata mi butterà fuori dalla sua stanza.
Casa di mamma, sfortunatamente, dista almeno una mezz'oretta da casa di papà; penso sia l'accordo migliore per averli entrambi a Torino. Quando si sono lasciati temevo delle ripercussioni su di me e sui miei fratellini, ma non è successo.
Trovo la porta di casa socchiusa, lo fa sempre dopo aver aperto il portone, e quando entro vengo subito assalita da Giacomo che mi salta al collo mentre sua sorella ci raggiunge con il quaderno di italiano in mano; me lo allunga subito dopo avermi salutato con un bacio sulla guancia e un caloroso abbraccio.
<<Ehi, ci siamo visti qualche giorno fa!>> dico loro sorridendo prima di prenderli per mano per farmi accompagnare in stanza da tutti e due. Analizzando bene la casa e lanciando un'occhiata in quasi tutte le stanze posso dire con certezza che il compagno di mamma non c'è e che, di conseguenza, potrò parlarle dei miei 'problemi'. Ma solo dopo aver messo i bambini a dormire nella loro stanza.
<<Cosa è successo con tuo padre?>> mi domanda la mia mamma, ha capito che qualcosa non andava già dalla mia telefonata. Mi ha chiesto di dirle cosa non andava ma io sono voluta venuta di persona qui anche per allontanarmi un po' dal mondo di papà.
<<Non mantiene le sue promessa. Ecco cosa succede!>>
Sono le undici e mezza quando, finalmente, riusciamo nell'impresa di far addormentare i bambini e noi due, stanche, ci stendiamo sul su letto a due piazze. Le voglio parlare di tutto -senza neanche omettere un particolare- sulla situazione che vede coinvolti me e Paulo. Come devo continuare? Ma soprattutto; devo continuare o devo stroncare subito la 'relazione'?
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Il più bel goal||Paulo Dybala
FanfictionCharlotte Agnelli ha vent'anni ed ha appena terminato gli studi superiori. Suo padre, Andrea Agnelli, nonché Presidente della Juventus F.C., decide di darle un ruolo nell'attività di famiglia. Nell'ultimo anno, però, Charlotte ha stretto un partico...