Primo Capitolo

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Le dieci e mezza. Fa strano aprire gli occhi a quest'ora, soprattutto se ci si trova a Luglio e si sono appena finiti gli esami della maturità. Da quando ho finito il quinto anno di liceo mi sento più libera, sono soddisfatta dei risultati ottenuti da me stessa; l'unica nota stonata in tutta questa faccenda è che odio i giorni vuoti, senza programmi. Dovrei inventarmi qualcosa da fare prima di cominciare l'Università; però intanto dovrei iniziare con l'alzarmi dal letto. 

A malavoglia, mi metto in piedi difronte alla finestra e gradualmente mi avvicino alla cabina armadio. Ieri sera ho chiesto a Giulia -una mia cara amica- di andare a fare colazione insieme, ma mi ha risposto con il rumore in sottofondo dell'Oceano. Io sono appena tornata da una vacanza in America con mamma, i miei fratelli ed il suo nuovo compagno e con ogni probabilità partirò fra qualche settimana per l'Asia con papà e la squadra. 

Avere genitori separati ha avuto, per una volta, delle conseguenze positive. 

Decido di uscire di casa anche se fuori ci sono quaranta gradi all'ombra, andrò a trovare papà al lavoro e magari gli porto anche qualcosa da sgranocchiare. Opto per una canotta nera con una scritta bianca in risalto e un paio di pantaloncini di jeans molto chiari. Ai piedi indosso i miei amatissimi sandali neri bassi. 

La voce stridula  di Deniz  mi risveglia dai miei pensieri, la voglia di incontrarla di prima mattina è pari a zero ma lo devo fare per forza, considerato che abiterà qui molto a lungo; mi faccio coraggio e scendo in salotto dove il tavolo è pronto per la colazione. 

<<Buongiorno cara>> il suo tono non è confidenziale, sembra che attualmente ci sia una gara in atto tra me e lei ma non ho ancora capito qual è il premio finale. 

'Buongiorno anche a te, Crudelia Demon' vorrei risponderle, ma non posso. 

<<Buongiorno Deniz- ricambio il saluto solo perché sono una ragazza educata- Faccio colazione al bar e vado dritta a Vinovo. Ti faccio sapere se torno per pranzo ma non credo.>> il sorriso stampato sulla sua faccia mi fa venire voglia di strangolarla. Proprio ora.

<<Oh, allora buona giornata! Oggi arriva mia figlia da Barcellona e la porto un po' in giro insieme a mia sorella, se vuoi aggiungerti a noi non ci sono problemi.>> apprezzo il suo sforzo di apparire gentile ai miei occhi ma per me adesso è difficile vederla al fianco di mio padre. Al posto che fino a qualche tempo fa era di mia madre. 

<<Okay>>dicendo questo spero di uscire di qui il prima possibile, in modo da lasciarmi tutto questo alle spalle e cominciare la mia vita da 'ragazza non più liceale'.

Utilizzavo il treno spesso quando non avevo la patente, dovevo arrivare allo stadio oppure nessuno poteva accompagnarmi a scuola.Trovo subito un biglietto per Vinovo, s parte tra una decina di minuti quindi mi fermo su una panchina in stazione per bere dell'acqua e sgranocchiare il muffin che ho comprato al bar vicino casa. Il treno arriva in orario; ci salgo su e mi accomodo sulla prima poltroncina libera che trovo davanti ai miei occhi. Il controllore arriva ed io gli porgo il mio biglietto con su scritto nome e cognome, sorride nel leggerli e poi va via.

<<Smettila! Per una volta che posso stare con il mio ragazzo...>> la voce proviene dallo stesso vagone ma la ragazza in questione si trova molto distante da dove sono io. Mi giro verso la vocina stridula che continua a gridare e subito capisco a chi appartiene: Antonella Cavalieri. La fidanzata dell'attaccante argentino della Juventus. E di fatti lui le è accanto, seduto che cerca in ogni modo di calmarla ma non ci riesce. Davanti a loro c'è un bambino piccolino e timido, avrà all'incirca cinque o sei anni e mantiene la maglia di Paulo in una mano e nell'altra ha un pennarello. Ha paura perché l'argentina gli si è scagliata contro e lui non sa come difendersi.

Il più bel goal||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora