Ottavo Capitolo.

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<<Char! Dove hai messo la mia tazza?>> io e Paulo ci siamo svegliati solo da un paio di minuti e lui è già sceso al piano di sotto per preparare la colazione quindi adesso tocca a me raggiungerlo e aiutarlo. Mi alzo dal letto, anche perché iniziavo a stancarmi di fissare il soffitto, perciò dopo aver indossato una delle tante maglie di Paulo dal suo armadio esco dalla stanza e gli vado incontro.

<<Non urlare, ti sento. Non c'è nessun'altro in casa. Comunque controlla nello scaffale sopra la tua testa.>> gli dico mentre mi siedo su uno sgabello in cucina. Mi accorgo del grande caldo che fa oggi, si potrebbe benissimo fare colazione nel giardino sul retro. <<Mangiamo fuori?>> domando una volta che è concentrato solo, ed esclusivamente, sulla mia figura.

<<Non mi hai neanche salutato stamattina e già pensi a dove vuoi bere quel caffè schifoso che ho fatto.>> fa la faccia da cucciolo poggiandosi al marmo dietro di lui. Ha ragione, non l'ho neanche salutato quando mi sono svegliata. Allora cerco di riparare subito. Scendo dallo sgabello, faccio il giro della penisola e di colpo sono difronte a lui. E' nano quindi non c'è bisogno di alzarmi sulle punte per lasciargli un breve bacio sulle labbra. Non è contento perciò mi prende dai fianchi, facendo scontrare i nostri bacini, e si avvicina alla mia bocca. <<Solo questo? Mi sembra un po' poco.>> sorride e mi dà un altro bacio ma questa volta dura di più. E' così bello baciarlo senza avere la paura che qualcuno possa entrare in casa da un momento all'altro, ad esempio Antonella. Anche se una volta ci è capitato e lei non era felicissima della mia presenza a casa del suo, ormai, ex fidanzato, ma l'abbiamo scampata dicendo che ero passata per consegnarli delle carte da parte della dirigenza della squadra. <<Che bello svegliarsi accanto a te senza...>> lo interrompo prima che dica qualcos'altro perché la frase la voglio terminare io.

<<Senza che mi butti fuori di casa prima che qualcuno possa vederci? Si, è bello.>> è una considerazione pungente, lo so, ma non potevo farci nulla. Dovevo dirlo! Il suo sguardo mi rimprovera ma so che non durerà molto, infatti poco dopo mi dice di prendere un paio di piatti e due tovagliette per andare a mangiare sotto il gazebo sul retro. Lui porta in mano due tazze di latte e caffè e il piatto di una torta che ha trovato in frigo, mi ha detto di averla comprata il giorno prima di partire per l'Inghilterra. Non so se fidarmi di lui i meno.

<<Alle undici ho appuntamento con un agente immobiliare, devo andare a vedere degli appartamenti per me...vuoi venire insieme?>> in questo modo sto innescando una bomba ad orologeria ma glielo avrei dovuto dire prima o poi, e magari non a cose già fatte. Lo guardo con la faccia da cucciolo sperando che non cominci a gridare, vorrei evitare di attirare l'attenzione di Gonzalo, s'intendo Higuain, che abita nella villetta a fianco. La società ha scelto di comprargli una casa proprio qui vicino in modo che i due, entrambi argentini, riescano a legare meglio. Anche in chiave campionato e Champions.

<<Perché vai a vivere da sola? Non puoi venire a vivere qui?>> mi sta offrendo di andare a vivere con lui? Me lo sto immaginando, o è tutto vero? In ogni caso non posso proprio.

<<Paulo, sai come la penso. Ho bisogno di andare via da casa di mio padre e non posso neanche andare a stare da mia madre per una serie di motivi. Ti prego, non fare così...>> è come se lo supplico ad accettare la mia scelta, ma non dovrebbe essere così. Sa che voglio solo un posto dove stare da sola, per i fatti miei.

<<E va bene, ma solo perché so quanto ci tieni ad avere una casa tutta tua. Ma solo a patto che posso avere un mazzo di chiavi tutto mio.>> mi alzo dalla sedia e aggiro il tavolino passando alle sue spalle, lo abbraccio forte perché so quanto gli costa tutto questo. Quando abbiamo iniziato a vederci, quasi un anno fa, ho notato subito che è molto geloso e vuole avere tutto sotto il suo controllo. Mi ricordo che una volta stavo parlando con uno dei fisioterapisti della squadra e lui è arrivato tutto incazzato, si è tolto davanti il ragazzo e ha minacciato di dire tutto ciò che facevamo a mio padre se mi fossi permessa un'altra volta di ignorarlo durante gli allenamenti. Rimasi scioccata ma in quel preciso istante capii com'è fatto Paulo. <<Adesso sbrighiamoci o rischiamo di arrivare tardi all'appuntamento.>> ho già detto quanto amo questo ragazzo?

Il più bel goal||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora