Quattordicesimo Capitolo

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<<Ti sei liberato finalmente?>>è lo sfottò di Leo quando incontriamo Paulo per i corridoi del centro di allenamento. Noi due abbiamo litigato domenica, quando si è rifiutato d venire a pranzo con me e mia nonna, e da allora non gli parlo più. So che potrebbe sembrare stupido, una cosa che farebbe solo una ragazzina orgogliosa, ma mi ha fatto davvero arrabbiare questa volta e dovrebbe fare qualcosa di grandioso per guadagnarsi il mio perdono.

Lui gli sorride e gli rivolge un'occhiata divertita ma poi abbassa lo sguardo su di me, che sono ancora accanto al difensore, e torna freddo com'era prima. Sta facendo la parte del sostenuto perché –solo secondo lui a quanto pare- è colpa mia se la situazione è questa. Comunque alla fine non ci è voluto venire da mia nonna e ognuno è rimasto a casa sua a mangiare, non che io abbia davvero mangiato qualcosa alla fine.

<<Si si, il campo e la gente mi sono mancati moltissimo.>> ammette continuando a fissare negli occhi quello che è uno dei suoi migliori amici all'interno della società, poi ci sono Gonzalo, Claudio ed Evra. Poco dopo ci raggiunge anche Andrea con accanto Marko, dovrei averli già accompagnati in fisioterapia per farli recuperare ed invece siamo ancora qui a parlare con lui. Inoltre ho un aereo che mi porterà a Madrid per andare a trovare Cristina che si è già adoperata per farmi trovare a mio agio anche lì da lei, mi ha detto che rimarrò a dormire a casa sua questi tre, o quattro, giorni. Ed io ho accettato senza aspettare, d'altronde ho bisogno di stare un po' di tempo con la mia migliore amica e di parlare con lei.

In tutto questo, adesso, Paulo sta facendo la parte della vittima con la maggior parte dei suoi compagni di squadra perché –stando a ciò che Claudio e Roberta mi hanno detto- lui sta raccontando un sacco di cazzate sul nostro rapporto che è bello che terminato. Per ultima cosa, ma da non dimenticare, mi aveva regalato un anello e dopo che abbiamo litigato e ci siamo gridati contro i migliori insulti, ha preteso che glielo ridessi indietro. Ed io non ho esitato un momento a lasciarglielo sul tavolo non appena me lo ha detto. Se vorrà mai recuperare il rapporto con me dovrà fare un triplo salto mortale per essere perdonato.

<<Ragazzi, possiamo andare? Davvero, sono parecchio in ritardo.>> cerco di attirare l'attenzione dei tre ragazzi che devo accompagnare al Jmedical per fare altri accertamenti sulle loro condizioni fisiche dopo gli infortuni. Per fortuna si ricordano tutti e tre della mia presenza e, non appena apro bocca, decidono che è meglio andare via non solo perché siamo in ritardo. Dybala deve solo dire grazie che mio padre non mi ha ancora chiesto come mai non sia venuto a cena a casa di mia nonna qualche giorno fa.

<<Certo, andiamo.>> salutiamo gli altri che rimangono qui per gli allenamenti in vista del derby di domenica, giorno in cui dovrei tornare a casa. Leo mi affianca subito chiedendomi cosa sta succedendo tra me e Paulo da qualche giorno a questa parte. <<Leo, non è che non voglia parlarne, è che non saprei cosa dirti dato che il problema è suo e non mio. Ci siamo lasciati –a quanto pare- ed io me lo sono lasciata alle spalle.>>

A Madrid, al contrario di Torino dove ci sono solo nebbia e neve d'inverno, qui c'è un sole che spacca le pietre. S'intravede persino dal gate dell'aeroporto! Come vorrei vivere qui, chissà come dev'essere d'estate...

Appena scesa dall'aereo, e dopo essere entrata nella struttura, intravedo ad aspettarmi Gareth e, accanto a lui, una ragazza più bassa di lui di una decina di centimetri, con dei bei lunghi capelli castani e un fisico snello. Dal colore della carnagione, molto simile a quello del ragazzo accanto a lui, sembrerebbero fratello e sorella. E di fatti quando mi avvicino a loro due lui me la presenta proprio in questo modo.

<<Ci dovete dire una cosa importante...>> osservo in silenzio in modo che possa sentirmi solo il ragazzo della mia migliore amica che, non appena capisce ciò che ho detto, si gira verso di me con una faccia interrogativa. Perciò gli faccio capire cosa intendo. <<Cristina non mi ha detto nulla, tranquillo. E' solo che sono Italiana, del Nord per giunta, e se che quando si riunisce l'intera famiglia è perché si sta per fare un annuncio di quelli importantissimi.>> gli spiego in breve e lui si ritrova ad annuire.

Il più bel goal||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora