Fourtyone;

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Questi giorni di silenzio da parte di Jack, sono stati un'inferno.

Ma oggi, tutto questo sarebbe finito. Oggi Jack sarebbe arrivato qui, a Los Angeles, dopo quasi sei mesi dal primo messaggio che mi ha mandato.

È mezzora che sono qui, seduta su una delle scomode sedie dell'aeroporto, aspettando solo lui. Tra esattamente 3 minuti, dovrebbe superare i controlli.

Dire che sono ansiosa è poco. Sono felicissima, ma allo stesso tempo agitata, con mille timori che gironzolano nella testa. Le farfalle nello stomaco, tremo tutta.

Alzo lo sguardo, inoltrandolo nella folla di viaggiatori, e attendo. Fino a quando, non vedo un ragazzo con il cappello rosso del Nebraska, che sorride, diretto verso di me.

Inizio a correre verso scontrandomi con la gente, lui che molla tutto per terra, e mi accoglie tra le sue braccia. Io gli salto praticamente in braccio, scoppiando a piangere.

"Tu non immagini quanto ti ho aspettato." dico, singhiozzando.

"Quanto cazzo avevo bisogno di te."

Scendo, posando di nuovo i piedi a terra, e portando le mani sulla bocca. Stento a crederci. È qui.

"Jack." singhiozzo, ancora, per poi abbracciarlo, di nuovo.

È bellissimo sentirsi stretta a lui.

Mi allontano di poco, mantenendo il contatto visivo. I volti a pochi centimetri di distanza.

"Posso baciarti?" gli sussurro.

Non mi fa assimilare neanche che l'ho detto veramente, che fa scontrare le nostre labbra, in un bacio che desideravamo ormai da tempo. Ora ne sono sicura.

Sono innamorata di Jack Gilinsky.

Siamo già a 1,08 k visualizzazioni. Vi amo. Ieri eravamo a 991. Vi adoro. Grazie.

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