Fourtysix;

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Afferro il cellulare ed esco di casa. Senza vestirmi bene, truccarmi, o fare altre cazzate. Ignoro Jack che vuole parlarmi, anche se so che fare una cosa del genere nei suoi confronti non è bello, dato che non è colpevole di nulla. Il fatto è che ho solo bisogno di un po' di pace e tempo per me. Inizio a camminare senza neanche sapere la meta, infilo le cuffiette nelle orecchie e faccio partire una playlist a caso. Devo distrarmi e calmarmi, e una bella passeggiata con la musica è l'ideale.
Decido di recarmi da Starbucks, per comprare un frappuccino. Ordino e pago con degli spiccioli trovati per pura fortuna nella tasca dei pantaloni. Mi siedo ad un tavolo aspettando l'ordine, nel frattempo vedo Carter entrare nel locale, tiene per mano una ragazza. Mi pare si chiami Maggie, non la conosco bene, ma so che è molto simpatica. Fortunatamente non mi nota, e colgo l'occasione per osservare il mio ex-migliore amico. Sta ridendo e scherzando, con Maggie è dolce e gentile. Non le urla contro cose che neanche Dio può immaginare. Non è il bullo che mi perseguita insieme a mezza scuola. È semplicemente lui. Mi manca, e anche tanto.

Vedo che il mio frappuccino è arrivato, non so neanche da quanto. Lo afferro e corro via non volendo vedere quel... coso un minuto di piú. Cammino per la stessa via per la quale sono passata prima e ritorno a casa. Mi ricordo che ho lasciato la mia copia delle chiavi di casa sulla scrivania, e quindi, sono costretta a suonare il campanello. Mi viene ad aprire Jack, che mi abbraccia di scatto. Io mi lascio andare tra le sue braccia, riscoppiando a piangere. A volte penso di essere troppo emotiva, e odio quando mi rendo conto di esserlo veramente.

Mi fa entrare in casa e saliamo le scale, entrando in camera mia. Mi stendo sul letto e guardo l'ora, la quale appare sfocata ai miei occhi, riempiti di lacrime che non escono. Sono le 19:00.

Sono stata cosí tanto tempo fuori?

Mi giro dalla parte del muro chiudendo gli occhi, quando sento le braccia di Jack cingermi la vita. Mi addormento calmandomi grazie alla sua presenza vicino a me.

**

Mi sveglio e guardo il lato del letto in cui poche ore fa c'era Jack. Adesso è vuoto, probabilmente sarà in camera sua. Sono quasi le 23 e mi alzo dal letto, i miei genitori staranno dormendo, dato che domani si dovranno alzare presto per andare in ufficio. Mi dirigo in cucina per bere un bicchiere d'acqua, ma proprio mentre prendo la bottiglia in mano sento un rumore provenire dal piano di sopra, come se fosse caduto qualcosa.

Corro di sopra e vado da Jack, e lo colgo a fissare il pavimento. Abbasso lo sguardo e vedo il mio vecchio diario segreto. Quello in cui scrivevo ogni cosa che accadeva a scuola, ciò che mi dicevano o facevano. Dove lo ha trovato?

Jack punta i suoi occhi su di me, e ho così paura che possa iniziare ad urlare, da un momento all'altro. Non mi piace quando le persone mi urlano contro, anche se non sono arrabbiate con me, perché mi fanno salire i sensi di colpa.

"Mi spieghi perché non mi hai mai scritto riguardo questo?!"

I miei occhi si fanno lucidi. Che palle.

"Non volevo farti preoccupare. Eri impegnato con il tour e non potevo distrarti. Poi te l'avrei detto di persona, sarebbe stato brutto scriverlo in chat." spiego con la voce tremante, ciò che è vero.

Si avvicina a me e mi alza il mento con due dita.

"Io ci sarò sempre per te, lo vuoi capire o no? Potevi scrivermi, anzi, dovevi scrivermi, almeno sarei venuto da te e avrei picchiato talmente tanto quegli stronzi da fargli pensare che sono dei fottuti errori. L'errore non sei tu. Sei la cosa più bella che mi sia capitata."

Detto questo mi abbraccia fortissimo, e mi prende in braccio. Stringo le braccia attorno al suo collo, poggiando il viso nell'incavo. Lo sento dirigersi verso il letto, e mi ci fa sedere sopra. Lui si stende vicino a me.

"La prossima volta, chiama quando succede qualcosa. Non importa se ci saranno ragazzine urlanti che mi vogliono solo perché sono bellissimo, io verró a scuola e faró pentire quei tizi di essere nati."

Mi stampa un bacio sulle labbra.

"Certo che non riesci a lasciare da parte la tua modestia neanche in un discorso serio." rido, per la prima volta, dopo le lacrime.

"Dico solo la verità. Stai insinuando che non sono un figo della madonna?"

"Sì, sì, lo sei, ora peró ho fame."

"A quest'ora?" sbarra gli occhi.

Annuisco.

"Adesso che ci ripenso, anche io." ammette, ed io ridacchio.

Scendiamo di sotto e ci facciamo due tramezzini con tonno e pomodoro, e ridendo e scherzando si fanno le due di notte. Ritorniamo al piano delle camere per andare a dormire, ma mentre faccio per andare nella mia stanza, mi blocco.

"Jack?" lo chiamo.

"Mh?" si gira a guardarmi.

"Posso dormire con te?"

"Non devi chiedere, piccola."

Mi prende per mano e, dopo aver lavato i denti, ci mettiamo nel suo letto, lasciando la porta aperta. Non si sa mai, i miei potrebbero pensare male. Mi accoccolo vicino a Gilinsky con la testa sul suo petto, sentendo il profumo che indossa e il suo cuore che batte.

Con il profumo del muschio e il suono del suo cuore, cado in un sonno profondo, e felice.

SPAZIO AUTRICE

Ci ho messo un po', e scusate il ritardo, in questi giorni ho dovuto ripassare per i test d'ingresso e quindi non ho potuto aggiornare (ebbene sì, stiamo facendo ancora i test d'ingresso, no comment che devo fare l'ultimo).

Spero vi piaccia questo capitolo, ho appena finito di scriverlo!

ℳessengerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora