Fiftyfive;

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Il telefono sta squillando insistentemente interrompendo il mio sogno in cui riuscivo a prendere i biglietti per io concerto di Shawn Mendes. Continuo a muovermi nel letto cercando di ignorare, invano, la mia suoneria, che, per quanto bella possa essere la canzone, in questo momento non sopporto. Rispondo al telefono senza neanche guardare l'emittente della chiamata.

"Pronto?" probabilmente la mia voce suona come quella di un ippopotamo.

"BUONGIORNO MIA PICCOLA MADISON!"

Jack, ti odio.

Sento il bisogno di allontanare il cellulare dall'orecchio. Perché ho un ragazzo con un alto livello di stupidità mentale?
Dopo poco tempo mi riprendo da quello che è stato una piccola perdita momentanea dell'udito, quindi comincio a parlare.

"Ora spiegami... come ti salta in mente di chiamarmi quando qui è l'una di notte? Sai che domani ho scuola e che se mi sveglio nel bel mezzo della notte non riesco a riprendere sonno." Ahaha, cazzata.

Tu tu tu tu.

Ha attaccato. Coglione.

Cerco di riprendere sonno e dopo due secondi mi riaddormento.

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Mi sveglio di mia volontà e questa cosa mi lascia sorpresa. Giro lo sguardo verso il comodino per dare un'occhiata al telefono, e vedo che la sveglia-orologio non c'è piú. Mi alzo di scatto e corro al piano di sotto da mamma, in cucina. Come pensavo, sta cucinando le crêpes alla Nutella, la saluto con un bacio sulla guancia, mentre mi dice di non fare troppo rumore, dato che mio padre sta dormendo. Poi realizzo: mia madre cucina le crêpes; la mia sveglia non è piú sul comodimo; papá dorme ancora. Sono sicura di non essermi accorta che è domenica. È qualcos'altro.

"Mamma?" la chiamo "Posso farti una domanda?"

"Certo, tesoro, tutto quello che vuoi."

Va bene, ditemi tutti dov'è la mia vera madre.

"Cosa sta succedendo? Insomma, è mercoledí e dovrei stare a scuola."

"Oh, certo. Oggi arriveranno i miei cugini dalla Germania, quindi non ti ho mandato a scuola, e papá si è preso un giorno di ferie. Io, dovendo stare a casa per il loro arrivo, ho deciso di prepararti le crêpes."

Oh.

Insomma, si prospetta una giornata di merda. I cugini di mamma sono, ovviamente, delle bravissime e rispettabili persone. Il vero problema non sono loro, ma i loro figli. Un undicenne e una tredicenne, due brutti viziati che pur essendo piccoli, sono dei cazzoni. Si credono Dio sceso in terra a quest'etá, non oso immaginare cosa saranno alla mia.

"Oh. Va bene. Dobbiamo andare a prenderli all'aeroporto, vero?" dico annoiata.

"Sí, quindi ti conviene di mangiare e di prepararti."

Mangio la mia colazione con calma, l'unica cosa mi fa guardare la giornata da un'altra prospettiva: quella del barattolo di Nutella.

Dopo aver finito, metto il piatto nel lavello e ripongo la Nutella nel suo apposito scaffale, poi torno in camera mia per scegliere qualcosa di comodo, ma carino, per uscire. Opto per un paio di leggings neri e un maglioncino azzurro pastello.

Afferro l'intimo e i vestiti che ho scelto, dopo di ché vado in bagno per una doccia veloce. Dopo un quarto d'ora sono giá fuori ad asciugarmi i capelli. Mi vesto rapidamente e mi trucco con una tinta labbra rosa nude, eyeliner e mascara. Ritocco le sopracciglia e sono pronta.

Dall'armadio prendo una borsa nera e ci butto dentro il cellulare, le chiavi di casa, giusto se poi volessi farmi un giro, un pacchetto di fazzoletti. Ai piedi infilo le mie roshe run e sapendo che i miei genitori mi stanno aspettando in macchina, scendo al piano di sotto quasi correndo.

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Mi risveglio dal mio stato di trance quando mi accorgo che siamo fermi nel parcheggio dell'aeroporto, cosí tolgo le cuffiette dalle orecchie e scendo dalla macchina, svogliatamente.

Seguo i miei genitori mentre ci dirigiamo verso quel posto in cui di solito accadono i teatri greci delle persone che non si vedono da due giorni, e dove le persone si abbracciano dopo mesi e mesi di lontananza. Solo adesso mi ricordo che si chiama gate.

Ora siamo fermi ad aspettare quella felice famigliola. A mio parere stiamo aspettando da troppo tempo. Poi mi accorgo che questo è il gate sbagliato.

"Mamma, siamo nel posto sbagliato! È ovvio che non arriveranno se stiamo aspettando qui, dove le persone non sbarcano dalla Germania!"

"Fidati, è questo il gate giusto." dice con un leggero sorriso sul volto, guardando davanti a lei.

Mi giro scocciata, cercando di capire che cosa sta guardando, quando lo vedo. Jack sta camminando con la sua valigia verso di noi, sorridendo, seguito da un biondino, penso sia il suo amico.

Inizio a correre velocemente verso di lui, e quando lo raggiungo gli salto addosso, facendolo quasi cadere. Sto ridendo troppo per la felicitá.

"Dio, non posso credere che tu sia qui." parlo nell'incavo del suo collo.

"Purtroppo i cugini non sono potuti venire." dice ridacchiando.

Scendo dalle sue braccia e mi volto verso mia madre, vado verso di lei e la abbraccio. Me l'ha fatta, e gliene sono grata. Abbraccio anche papá, infondo a perso una giornata di lavoro per farmi questa sorpresa. Li ringrazio, per poi ritornare alla macchina.

Durante il tragitto conosco Jack Johnson, è un ragazzo davvero divertente. Ho scoperto che abita qui a Los Angeles e che ha sempre voluto vedere me e Jack insieme. Il mio ragazzo, invece, ha deciso che, avendo finito completamente il tour di quest'anno, prenderá anche lui una casa qui, e questa cosa non fa altro che rendermi ancora piú felice.

Spazio Autrice

I'm back. Spero che il capitolo vi piaccia, ho deciso di far ritornare Jack e che insieme a lui ci fosse anche il nostro biondino. Tranquille, non si metterà in mezzo a Jack e Madison.

Poi bho, seguite la fanpage di awmenter su Instagram (IG: jackandmad) perché è molto bella, e seguite anche la mia perché è appena nata (IG: _sexymagcon_)

Bacii.

ℳessengerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora