Mi svegliai nel bel mezzo della notte per via di un rumore proveniente dalla strada. Spostai lo sguardo accanto a me, Jack dormiva con la bocca leggermente aperta, era dolcissimo. Uscii dalla sua stanza e andai nella mia, per controllare il cellulare in carica. Poi sentii il rumore di qualcosa che colpiva il vetro della mia finesta. Un sassolino. Poi un altro, e un altro ancora. Sbuffai, non ne potevo più, quindi mi affacciai, e vidi Carter.
"Scendi giù, adesso." sussurra.
"Col cazzo che scendo." prendo il coraggio e gli sputo quelle parole come se fossero acido.
"Scendi immediatamente, o domani ti faró venire la voglia di ammazzarti." dice, questa volta in modo veramente duro.
Deglutisco lentamente e torno dentro la stanza, chiudendo la finestra. Indosso una semplice felpa per coprire il pigiama e afferro il telefono, in caso serivisse, prima di secendere lentamente le scale. Faccio attenzione a non inciampare nei miei stessi piedi e a non svegliare i miei e Jack. Apro la porta, esco e la richiudo dietro di me portando le chiavi in mano. Mi avvicino al ragazzo dai lineamenti asiatici che mi aspetta, vedendo il suo sorriso, quello che non vedevo da anni. Di conseguenza, l'unica cosa che mi viene spontaneo fare è ricambiare il sorriso, ma mi trattengo prima che possa cadere in qualche potenziale trappola.
"Cosa vuoi." Gli chiedo senza l'ombra di emozioni. Si avvicina a me e di colpo mi sbatte al muro esterno della casa, procurandomi dolore alla nuca.
"Se ti azzardi di nuovo a parlarmi nel modo di questa mattina, ti faró passare l'inferno." ringhia.
Non è un cane.
Hai ragione, è un mostro.
"Ma vai a rompere il cazzo ai tuoi amichetti di merda." gli tiro uno schiaffo in faccia e corro verso la porta di casa, sentendolo sempre più vicino a me. Con mia enorme fortuna, riesco ad entrare in casa sana e salva, poi mi ricredo vedendo in salone i miei genitori e Jack guardarmi con uno sguardo indecifrabile. Ho molta paura che Carter inizi a sbattere i pugni sulla porta, neanche mamma deve sapere di quello che mi succede a scuola, l'ho tenuto nascosto per anni e lo faró ancora.
"Madison! Jack si è alzato e non ti ha trovato nella tua camera, ti abbiamo chiamata almeno dieci volte e non hai risposto, e sei in pigiama! Ci spieghi dove sei andata?!" parla mio padre, arrabbiato e preoccupato o allo stesso tempo. Almeno Jack ha saputo tenere nascosto il fatto che ero nel suo letto, e non nel mio.
"Sono uscita in giardino per prendere un po' d'aria, ne avevo bisogno, buonanotte." mi giustifico senza guardare in faccia a nessuno. Salgo le scale ed entro nella mia stanza, chiudendo la porta. Mi sfilo la felpa e mi corico, cercando di dormire. Poco dopo, peró, sento la porta aprirsi e richiudersi subito dopo, poi un peso sul letto dalla parte opposta alla mia. Una mano mi accarezza la guancia, riconosco che è di Jack.
"So che non sei uscita per prendere un po' di aria. I tuoi ci cascheranno pure, ma io so che hai mentito."
Prendo un respiro profondo e inizio a parlare.
"Mi sono alzata per andare in camera, non so neanche quale motivo. Poi ho sentito dei rumori alla finestra e mi sono affacciata, e ho visto che era Carter. Sono scesa, altrimenti non so cosa mi avrebbe fatto. Mi sorrideva e ci stavo quasi per credere. Mi ha sbattuto al muro, mi fa ancora male la testa. Mi ha minacciata di farmi passare l'inferno se gli avessi parlato di nuovo male."
"Un giorno uccideró quello stronzo. Tutto ció che conta adesso, è che tu stia bene. È così?" mi chiede con calma.
"Sì. Penso."
"Ogni cosa che ti turba, che ti da fastidio, dimmi, e ti aiuteró." mi incoraggia.
"Una volta, Carter era il mio migliore amico. Andavamo a prendere il gelato insieme, vedevamo i film insieme, ridevamo. Non so cosa ho fatto per arrivare a farmi odiare così tanto da lui. Sai, mi manca. L'ho visto da Starbucks con la sua ragazza, Maddie, sicuramente te l'avrà presentata quando eravate amici. Ho visto come scherzava con lei, e i ricordi di quando eravamo amici sono tornati a galla. È stato il mio ultimo amico. Poi non ho parlato più con nessuno, a parte Wes, un mio amico a distanza." Mi tiro su con la schiena e mi siedo, non avendo più sonno. Guardo negli occhi Jack, poi appoggio la testa sulla sua spalla.
"Ma adesso ci sei tu, sei diventato la mia ancora di salvezza. Ricordo che la prima volta che mi hai scritto non prestavo mai attenzione alle lezioni per controllare il cellulare e vedere se mi avevi inviato un messaggio, anche se ti avevo rifiutato." sorrido.
"Non devi rovinarti la media scolastica per me."
"Pensare alla media scolastica non ti rende felice."
"Ma ti darà un lavoro."
"C'è tempo per il lavoro." concludo la nostra conversazione baciandolo. Le sue labbra sono qualcosa di meraviglioso, in cui potresti perderti per ore.

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ℳessenger
Fanfiction'Jack Gilinsky ti ha appena inviato una richiesta di amicizia.' 'Hai accettato la richiesta di amicizia da parte di Jack Gilinsky.' 'Hai un nuovo messaggio da parte di Jack Gilinsky.' Jack Gilinsky: Hey bella :) 29/01/2017 #66 IN FANFICTION