ℳessenger

Fourtyfour;

Io e Jack ci guardiamo. Poi guardiamo Nash e di nuovo portiamo i nostri sguardi uno verso l'altro.

"Lo conosci?!" ci diciamo, contemporaneamente.

"È mio cugino!" gli dico.

"È uno dei miei migliori amici!" mi risponde nello stesso tono.
"Abbiamo affrontato il Magcon Tour insieme."

Dopo di ché vado ad abbracciare calorosamente il ragazzo dagli occhi azzurri. Mi è mancato così tanto vederlo gironzolare per casa. Lascio abbracciare i due ragazzi, intuendo che anche loro non si vedono da molto tempo.

"Hayes?" chiedo io.

"Ha fatto un salto a casa, dopo verrà qui a salutare tutti." risponde Nash, con una strana luce negli occhi. Hayes non era andato a casa. Gli avrei parlato dopo.

"Ma tu" dice Nash indicando Jack "cosa ci fai con Madison?!"

"Ci siamo conosciuti su Facebook. Ci scritti per quasi sei mesi su Messenger. In realtà le ho scritto io, e lei mi ha rifiutato quasi subito con un bellissimo 'fuori dalle palle'." ride.

"Interessante!" ironizza mio cugino.

"Va bene, va bene, non siamo qui per raccontare le nostre vicende di chat, ora direi che tu debba salutare qualcuno. Vai, che ti aspettano in cucina."

Detto questo la porta si apre di nuovo, ed entra Hayes. Rimango bocca aperta. È cambiato tantissimo ed è un figo.

Sei quasi fidanzata.

È mio cugino, e se voglio dire che è un sedicenne figo lo dico.

Hai Jack.

Lo so, non lo tradisco con, ripeto, mio cugino.

Corro ad abbracciare la pulce, la quale subito ricambia. Uff, è diventato più alto di me, ed è più piccolo della sottoscritta.

"Mi sei mancata."

"Anche tu. Ah, tu ed io dobbiamo parlare." dico staccandomi e guardandolo negli occhi, belli quanto quelli del fratello.

"Oh, va bene." alza lo sguardo e lo rivolge verso Jack.

"FRATELLOOO!!!!" Urla Hayes, mentre gli si butta addosso, cadendo sopra di lui.
"Hey, ballerino!"
Hayes si alza di colpo da terra, e guarda il ragazzo moro steso sul pavimento con uno sguardo truce, che se fosse stato puntato su di me avrei bruciato.

"Come sai che ballo in quel programma?!" dice, scandendo ogni parola con fare irritato, anzi, imbarazzato, si vergogna, forse?

"Ho seguito ogni puntata." ride Jack sotto i baffi che non ha.

"Okay, chiudiamo il discorso, Jack, fai qualcosa per occupare il tempo, Hayes, tu saluterai i miei dopo, ora ti devo parlare urgentemente. Jack, tranquillo che non saprai nulla, non ti diremo nulla delle parole che ci scambieremo di sopra." dico, infine, rivolto a lui, notando la sua faccia curiosa. Mannaggia alla curiosità.

"Va bene, ma scambiatevi solo parole li sopra." dice di rimando, voltandosi poi per vedere uno di quei noiosi programmi su Real Time. Io e Hayes ci guardiamo. Lui mi guarda maliziosamente, ed io gli ammollo uno schiaffo sul braccio, anche se so perfettamente che stava scherzando.

***

"So per certo che prima di venire qui, non sei passato a casa." mi rivolgo a Hayes, mentre chiudo la porta dietro di me.

"Come lo sai?" si volta verso di me, distogliendo lo sguardo dalle foto che ci ritraggono, conservate su una mensola.

"Nash mi ha detto che eri a casa tua, prima di venire. Ma vedevo riflessa nei suoi occhi l'ombra di una bugia, so quando mente. Anche se in questo caso, è come se avessi mentito tu."

"E va bene. Ero da Abigail." sorride, abbassando lo sguardo. Intravedo un leggero rossore formarsi sulle sue guance.

"Abigail Lewis? Quella che mette delle mutande al posto degli shorts? Tesoro, seriamente?"

"Smettila di avere sempre pregiudizi su di lei." mi guarda, leggermente irritato. Forse arrabbiato.

"Io, quella che prende sempre le prese per il culo da parte sua, non devo giudicarla? Hayes, fino a due giorni fa l'avresti riempita di botte, se fosse stato un ragazzo." lo rimprovero, mantenendo la rabbia repressa a stento.

"È colpa tua se la provochi. E se vuoi saperlo, ci frequentiamo da mesi." si alza dal letto e fa per andarsene.

"Io? Provocarla?" domando stupita dalle sue parole.

"Sei una bella ragazza. Lei è accecata dall'invidia. La provochi inconsapevolmente. Non lo fai apposta." Si gira di nuovo verso di me, e si avvicina. Mi cinge con le sue braccia, accogliendomi in uno dei suoi abbracci.

"Basta solo che lei si comporti meglio con te. Potrebbe cambiare atteggiamento anche con me, se ci sei tu, di fianco a lei, a renderla felice." gli dico, cercando di essere più convinta possibile delle mie parole. Mi stupisco.

"E poi, basta che tu sia felice." finisco.

"Ti voglio bene."