Il monologo

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Oh diavolo! Volevo proprio andare a casa!
Afrodite mi fece cenno di seguirla sulla grande scalinata che curvava a destra. Nessuna di noi due parlava, e mi sentivo così a disagio che mi sarei messa ad urlare. Che mi avesse vista in corridoio e riconosciuta?
Bhe era sicuro come l'inferno che io non ne avrei fatto parola. Mai. Per quanto mi riguardava non era mai successo.
Mi schiarii la voce.

<<È bello qui...>>

<<Ovvio, è favoloso!>>

<<Oh bene sono contenta di saperlo!>>

Chissà forse mi ero sbagliata sul suo conto.
Rise. Il suono era assolutamente sgradevole, quasi un ghigno, tanto che mi fece scorrere un brivido lungo la schiena, come la prima volta che l'avevo udito.

<<Qui è favoloso soprattutto perché ci sono io.>>

La squadrai con aria interrogativa, pensando che stesse scherzando. Finché non incrociai i suoi gelidi occhi azzurri.

<<Già, hai sentito bene. Questo posto è fantastico perché io sono fantastica.>>

Oh. Mio. Dio. Cioè, mancava solo che mi mettessi a litigare con Miss-Guarda-Che-Splendore e la giornata sarebbe davvero stata perfetta.
E ancora non avevo capito se sapeva che ero stata io a vederla nel corridoio oppure no. Volevo solo trovare il modo per integrarmi, perciò decisi di tenere il becco chiuso.
Nessuna di noi due aggiunse altro. La scala portava ad un lungo corridoio con tante, troppe porte. Quando Afrodite si fermò davanti ad una, trattenni il fiato.
Lei però, invece di bussare, si voltò verso di me. Di colpo il suo viso perfetto assunse un'aria odiosa, gelida e decisamente non tanto bella.

<<Ascolta, Angel, le cose stanno così.>>

Alzò gli occhi al cielo e afferrò la collana di perle con un gesto drammatico, cambiando tono.

<<Qui sono io che comando. Le cose girano come voglio io. Farai meglio a ricordartelo, se vuoi vivere tranquilla. Altrimenti ti troverai in un mare di guai.>>

L'unica cosa che feci tempo a replicare fu <<Sono appena arrivata, non cerco guai>>

I suoi occhi si strinsero ancora di più. Oh cavolo. Dovevo proprio fare a botte con quella tipa? Non mi ero mai battuta in vita mia! Mi si annodò lo stomaco e mi preparai a tirarmi indietro o a scappare, o a fare qualunque cosa servisse a non prenderle. Poi con la stessa velocità con cui era diventata inquietante e odiosa, la sua faccia si rilassò in un sorriso ed ecco ricomparsa la dolce rossa, che mi disse:
<<Bene, così ci capiamo.>>

Eh? Avevo capito che si era dimenticata di prendere i suoi psicofarmaci, ma per il resto non avevo capito niente. Afrodite non mi diede tempo di replicare e con un ultimo sorriso stranamente caloroso, bussò alla porta.
Venne ad aprire una signora bassa e buffa, con un paio di occhiali retrò e un vestito di cotone. Il tutto abbellito con una collana di corallo, che proprio non le si addiceva.

<<Buongiorno, le ho portato una matricola, avrebbe bisogno del suo piano di studi e di una cartina.>>

La signora mi guardò, sospirò e fece cenno con le braccia di accomodarmi.

<<Grazie Afrodite, ora puoi andare, me ne occuperò io.>>

Detto quello la strega scomparve e mi ritrovai da sola a compilare una montagna di moduli e a mettere firme ovunque. Dopo mezz'ora di trafila l'unica cosa che riuscii a capire fu che mi sarei dovuta recare nel teatro per assistere alla presentazione del corso.
E che avrei dovuto indossare tutto il giorno una stupida targhetta con scritto il mio nome. "Per facilitare le nuove conoscenze" aveva detto. Sbuffai e, dopo aver salutato e ringraziato, uscii dall'ufficio.
Con una cartina in mano fu tutto più semplice, anzi, mi sembrava quasi di orientarmi e in men che non si dica giunsi all'entrata.
Appena in tempo, prima che, quella che  doveva essere l'insegnante, prese a parlare. Per fortuna Ryan mi aveva tenuto un posto in prima fila, così potei ascoltare tutte le indicazioni con estrema attenzione.

<<Entro la fine di questo trimestre ognuno di voi, in coppia con un compagno, dovrà presentare un monologo in modo da avere un vero e tangibile approccio alla recitazione. Prima però, ho pensato potesse farvi piacere avere una dimostrazione di come si recita, per questo ho chiesto ad un vostro talentuoso compagno di fermarsi e recitare per voi il famoso monologo dell'Otello, scritto dall'antico drammaturgo William Shakespeare.>>

La professoressa si interruppe e guardò oltre il vetro della porta.

<<Eccolo che arriva>>

Lui entrò e, oh buon Dio, credetti che il cuore mi si fosse fermato. Di certo rimasi a bocca spalancata come un'idiota, ma, dopo essermi ripresa notai che non ero stata l'unica.
Era il ragazzo più meravigliosamente stupendo che avessi mai visto.
Era alto e aveva i capelli scuri, che si arricciavamo alla Superman. Adorabile. E gli occhi erano di un incredibile color zaffiro e... Oh diavolo! Diavolo! Diavolo diavolo! Era il ragazzo del corridoio.

<<Vieni Erik, come sempre il tuo tempismo è perfetto. Siamo pronti per il tuo monologo>>

Detto ciò la professoressa tornò a rivolgersi agli studenti.

<<La maggior parte di voi non credo conosca Erik, il nostro allievo del terzo anno che ha vinto la gara di monologhi a livello internazionale>>

Come se di colpo mi fossi tramutata in un automa, applaudii con il resto degli studenti. Sorridente e sicuro di sè, Erik salì sul palco e iniziò a parlare.

<<Ciao ragazzi come va?>> Disse rivolgendosi a me. Intendo proprio rivolgendosi a me. Non potei fare a meno di sentire un lieve torpore alle guance.

<<I monologhi possono mettere paura, ma il trucco sta nel cominciare immaginando di recitare con un intero cast di attori. Costringetevi a pensare di non essere da soli la sopra, in questo modo...>>

E cominciò il monologo dell'Otello. Non sapevo molto della tragedia di Shakespeare, ma l'interpretazione di Erik fu stupefacente.
Lui era alto, probabilmente più di uno e ottanta, ma, quando cominciò a parlare, sembrò diventare ancora più alto, più grande e più forte.
La voce si fece più profonda e prese un'inflessione che non riuscii a classificare. I suoi incredibili occhi diventarono più scuri e le sue palpebre si strinsero in una fessura, quando pronunciò in nome di Desdemona fu come se pregasse. Era evidente che l'amava, anche prima che recitasse le battute conclusive:<<Mi amava per i pericoli che avevo affrontato e io amavo che lei ne provasse pietà>>.
Mentre pronunciava quell'ultima frase i suoi occhi si fermarono nei miei e, proprio come in corridoio neanche due ore prima, sembrò non esserci nessun altro nella stanza, nessun altro al mondo. Sentii un brivido profondo, una sensazione simile a quella provata in precedenza. Poi mi sorrise, si sfiorò le labbra con le dita come se mi stesse mandando un bacio e fece un inchino.
Tutti si misero ad applaudire come matti, inclusa me. Davvero. Non riuscii ad evitarlo.

Ciao ragazze :) allora cosa ne pensate di queste nuove entrate?
Di certo Afrodite non sarà facile da gestire e sicuramente darà del filo da torcere ad Angi!
E che dire di lui, di questo bellissimo e tenebroso ragazzo?
Erik sarà un personaggio molto complesso da scoprire, ma vi assicuro che ne varrà la pena!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio!

AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora