Progetti e amicizia

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Sospirai.
Dopo un bel bagno caldo, quello che poteva servire era una buona cena e un letto morbido e accogliente.
Non avevo particolarmente fame ma a Grace non potevo dire di no.
Tanto per cambiare i miei erano impegnati fino a tardi con il lavoro e, tanto per cambiare, cenai da sola con la mia cuoca tutto fare.

"Allora questi giorni come stanno andando? Hai già fatto qualche amicizia?"

Chissà perché con lei riuscivo ad aprirmi e a dire le cose, per lo meno ciò che riguardava la mia giornata.
Le cose che provavo o pensavo erano un tabù, non mi era facile aprirmi nemmeno con lei. Per non parlare con altre persone.

"Tutto bene, ho conosciuto molti ragazzi e ragazze e sono tutti molto simpatici. Anche i corsi non sono niente male."

"E di ragazzi carini ne hai visti? Quel ragazzo, il figlio del collega di tuo padre, non è brutto anzi...vi vedrei bene insieme..." incominciò a dire ma si fermò quando notò che la stavo guardando male. Mai oltrepassare la soglia limite di privacy.
E, dopo aver mangiato l'ultimo boccone di dolce, feci intendere che la conversazione sarebbe finita lì.

Salii in camera mia e, dopo essermi lavata i denti e struccata, mi coricai sul letto.
Presi il mio iPhone e notai che avevo tre nuovi messaggi.
Uno di un numero sconosciuto e altri due di Layla.
Presa dalla curiosità non potei fare a meno che aprire per primo quello del numero che non avevo rubricato.
Per poco non piantai un urlo.
Il messaggio era di Erik.

"Ciao Angel, è stato difficile rintracciare il tuo numero, ma dato che nessuno può resistere al mio fascino ce l'ho fatta. Volevo chiederti se domani vorresti iniziare il lavoro per il monologo, così, se non puoi, mi organizzo diversamente il pomeriggio. Un bacio, Erik."

Per prima cosa, dopo aver fatto calmare il mio cuore che era stranamente accelerato, salvai il suo numero. Mi domandai perché chiedere il mio numero quando poteva benissimo cercarmi su Facebook e scrivermi li. E la cosa che più mi frullava nella testa era a chi poteva averlo chiesto .
Lo avevano solo Ryan e Layla. E la segreteria.
Certo. Aveva sicuramente corrotto qualche segretaria per farsi dare la mia scheda personale con tanto di numero di cellulare e indirizzo.
Bene. Ora quindi sapeva anche dove abitavo e avrebbe potuto stalkerarmi più facilmente.
Ma cosa voleva da me? Perché si comportava tutto carino, quando sapeva di essere un emerito idiota per cui tutte le ragazze morivano dietro?
Forse perché io ero l'unica a volere con lui un rapporto di pura amicizia e in  qualche modo ero una sfida, una conquista irraggiungibile e un cuore non facile da spezzare.
Dopo essermi ripresa gli risposi che per me andava bene e che ci saremmo potuti fermare nella biblioteca della scuola un paio d'ore dopo la fine della pausa pranzo.
In questo modo mi sarei portata avanti con il lavoro, avrei indagato di più si di lui e avrei avuto il tempo di tornare a casa e fare le mie cose con tranquillità.
E per mie cose intendevo studiare. Tanto per cambiare.
Non ero una persona fissata con la perfezione e con il prendere tutti trenta, però avevo quel tipo di carattere per il quale non potevo fregarmene dello studio o dare la priorità ad altro.
Mi impegnavo sempre e finché non ero certa di sapere le cose benissimo non ero sicura di me stessa.

Decisi che non ero ancora stanca abbastanza così chiamai Layla che mi rispose dopo il terzo squillo.

"Ciao Angi! Non ti ho più vista dopo la mensa, sei sparita, mi ero preoccupata! Poi però i gemelli mi hanno detto che ti hanno parlato a lezione e perciò mi sono tranquillizzata! Dove diavolo ero finita? C'entra qualcosa Ryan? O Erik?"

Alla mia amica non sfuggiva nulla. Mai.
Le spiegai il motivo della mia strana assenza e ad ogni mia parola lei mi interrompeva con una esclamazione di meraviglia o stupore.

"Davvero hai detto a mister quantosonobello che vuoi essere solo sua amica? Chissà come l'avrà presa! È abituato ad avere sempre tutte le attenzioni di questo mondo, tutte le ragazze cascano ai suoi piedi. Al tuo posto farei attenzione a stare da sola con lui, potresti cambiare idea sul suo conto e volere qualcosa di più. Ti conosco, in fondo sotto sotto sei una romanticona."

A quella parola feci una smorfia. Per fortuna non poteva vedere la faccia che avevo in quel momento perché se no mi avrebbe ricordato di come la mia pura amicizia con Ryan alla fine stando sempre insieme si era trasformata in qualcosa di più e quanto avevo sofferto quando se ne era andato.

"Ascolta piuttosto una cosa -la interruppi cambiando discorso- mancano esattamente 18 giorni alla mia festa. Ti è venuta in mente qualche brillante idea?"

Lanciò un gridolino. Oddio, questa chiamata sarebbe durata ore.
Mi disse di come aveva pensato di allestire il giardino e la piscina, di quali biglietti avrebbe fatto stampare e chi invitare, cosa mangiare e bere e chi chiamare come dj.
Per fortuna era lei quella popolare e espansiva delle due e, sempre per fortuna, era lei quella che aveva tanti amici. Così mi risparmiava l'agonia di dover socializzare con molta gente e mi lasciava la possibilità di chiamare solo gli amici stretti necessari.
Me la immaginavo Layla in quel momento. Sdraiata sul letto a pancia in su con i suoi splendidi capelli castani legati in una morbida coda con ciocche che le ricadevano sulla fronte. I suoi occhi color miele sprizzavano euforia e gioia e il suo sorriso era uno dei più smaglianti. Era così quando era felice.
Dopo aver assecondato tutte le sue idee, tranne quelle della torta a due piani e degli inviti con i glitter, mi rincuorai sapendo che sarebbe stato un successo.
Diedi la buonanotte alla mia amica, spensi le luci e caddi in un sonno profondo.
Ero davvero stanca ma comunque felice per quella giornata e per tutte le emozioni che mi aveva riservato.
Si, sarebbe stato proprio un anno interessante.

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