Sarebbe stata una serata interessante!
Subito dopo aver realizzato che mancavano solo tre ore all'arrivo degli ospiti, mi fiondai nuovamente in camera, ero nel panico più totale.
Non sapevo cosa mettere!Ah quindi vuoi fare colpo sul tuo "amico". Ammettilo. Di solito non sei così preoccupata per una cena.
Sospirai.
Dopo aver provato e riprovato mille vestiti, alla fine optai per un semplice tubino nero e scarpe con tacco 12, nere. Dato che non volevo sembrare Morticia della famiglia Addams optai per un trucco sull'azzurro.
Misi matita blu, mascara azzurro e ombretto color carne lievemente sfumato sul celeste. Metteva in risalto i miei occhi e fui soddisfatta del risultato ottenuto. Per completare il tutto misi un leggero strato di rossetto, un rosso tenue, non troppo acceso, poi, dopo aver fatto un giro su me stessa osservai il mio ritratto nello specchio. Gli occhi verdi spiccavano es erano più chiari del solito.
Mancavano solo i capelli. Erano davvero orrendi. Non erano nè mossi nè lisci e le punte si arricciavano all'insù come volevano. Davvero ero stata tutto il giorno con una simile acconciatura?
Sentii sbattere la porta di casa. Dovevano essere tornati i miei. Guardai l'orologio 19,15. La cena si sarebbe tenuta alle 20, quindi, come al solito avrei salutato i miei genitori, che avrebbero avuto solo il tempo di chiedermi come stavo e se era andato tutto bene. Invece, per una volta, mi sbagliai.<<Ciao tesoro. Sono stata prima al centro commerciale in vista della serata di questa sera, quindi sono già pronta e a tua completa disposizione. Dopo devi raccontarmi di questo primo giorno! E Uao ma fatti vedere sei bellissima! Però tesoro i capelli così..>>
<<Lo so mamma. Sono un disastro. Che ne dici di farmi una treccia? Di quelle che sai farmi solo tu?>>
Solo in quel momento notai di quanto fosse bella. Aveva i capelli biondi raccolti in una morbida coda e ai lobi semplici perle. Indossava un vestito verde acqua che risaltava il colore degli occhi. Le scarpe, rigorosamente con il tacco, erano nere aperte in punta, di vernice lucida. Mi piacevano, avrei dovuto chiedergliele in prestito.
<<Va bene tesoro, andiamo davanti allo specchio del bagno, vieni.>>
Dopo cinque minuti osservai soddisfatta il risultato allo specchio, ora i miei capelli dorati erano raccolti in una lunga treccia a lisca di pesce.
<<Grazie mamma, ti voglio bene lo sai?>>
<<Anche io tesoro. - disse sorridendomi amorevolmente - A proposito, devi raccontarmi del tuo primo grande giorno, come è andato? Conosciuto qualcuno di simpatico? Poi sarai contenta di aver rincontrato Ryan!>>
Quante domande. Io odiavo le domande.
Capivo benissimo che le persone non avevano la facoltà di leggermi nel pensiero e, devo essere sincera, meglio per loro, però con calma, una domanda per volta!
Già non ero una persona caratterialmente predisposta a raccontare tutto, preferivo tenermi dentro le cose e dire lo stretto necessario, ma diventavo ancora più chiusa se qualcuno mi tempestava di domande. Cosa poi alquanto normale, anzi sarebbe preoccupante se la propria mamma o le persone care non volessero informarsi sul mio stato mentale e di salute.<<Tutto bene. Ho seguito un corso di recitazione, dovrò preparare un monologo. E si, sono contenta di essere nel corso con Ryan e anche che venga a cena. In fondo era uno dei miei migliori amici.>>
Per evitare ulteriori domande feci notare che si era fatto tardi e che era meglio scendere ad aspettare i nostri ospiti.
Mio padre ci aspettava in fondo alle scale.
Un uomo sulla cinquantina, sempre vestito con abiti di marca, scarpe tirate a lucido, capelli biondi che lasciavano spazio a qualche filo argentato e occhi color ghiaccio. Sicuro di sè, intelligente e con la mania della grandezza.
Così avrei definito mio padre.<<Siete entrambe bellissime>>disse mentre prendeva la mano di mia madre e le lasciava un lieve bacio sul dorso.
Din don
Ecco che la famiglia Grey al completo era arrivata.
Rose Grey era una bellissima donna, aveva i lunghi capelli castani che ricadevano in morbide onde sulle spalle e indossava un semplice vestito rosso che le cadeva a pennello.
George Gray era un bellissimo uomo e la prima cosa che si notava, oltre alla notevole altezza, erano i suoi occhi azzurri che aveva donato al figlio.
E poi lui. Ryan Grey. Anche se indossava solo una t-shirt blu e un paio di pantaloni attillati color beige era davvero...Bellissimo. Dai dillo. Dillo che è bellissimo. E che sei stata una stupita a rifiutare di farti accompagnare a casa da lui piuttosto che da mister monologo.
Dopo esserci salutati con i dovuti convenevoli ed essere più volte arrossita a causa dei complimenti che si alternavano in "come sei cresciuta" e in "assomigli tutta a tua madre, sei una bellissima donna ormai" finalmente ci dirigemmo a cena.
Grace per l'occasione aveva apparecchiato con piatti in ceramica bianchi e non aveva fatto mancare nulla, neppure le candele per creare la giusta atmosfera. Come era piuttosto prevedibile io finii vicino a Ryan che, da gentiluomo qual era, mi spostò addirittura la sedia per farmi sedere.
La serata trascorse piacevole e, dopo aver gustato dall'antipasto fino alla deliziosa torta gelato, ci spostammo sul terrazzo.<<Perché non fai fare un giro del giardino a Ryan? Scommetto che gli piacerebbe scambiare quattro parole con te tesoro, è passato molto dall'ultima volta che vi siete visti, avrete tante cose da dirvi>>disse mia madre facendo un gesto di incoraggiamento.
Come se passeggiare per il giardino su quei trampoli fosse facile. Forse aveva pensato a tutto, anche all'ipotetico mio bisogno di un braccio per non perdere l'equilibrio.
Quel ragazzo era sempre piaciuto a mia madre, diceva che era molto educato e intelligente e che ci saremmo dovuti sposare. Io lo avevo sempre visto solo come un amico, ma il suo cambiamento mi aveva fatta pentire di aver interrotto la corrispondenza quando lui era all'estero.
Il vialetto era ai lati circondato da piccoli lampioni, erano molto belli perché donavano una luce soffusa che insieme al tramonto creava un'atmosfera magica.<<Quindi come ti è sembrato questo primo giorno da matricola?>>chiesi per rompere il silenzio.
<<Molto bene. Sono contento di essere tornato, è stata la scelta giusta.>>
Già, quante volte si parla di scelta giusta senza esserne per niente convinti.
Due anni fa per lui la scelta giusta fu quella di andarsene e lasciare la scuola e tutti i suoi amici per via di un lavoro migliore di suo padre. La scelta giusta per i genitori, non per lui.<<Meno male che siamo nello stesso corso così almeno possiamo recuperare il tempo perso>>
<<Hai ragione. Ehi aspetta.>>
Mi disse, avvicinandosi pericolosamente. Alzò una mano e la avvicinò al mio volto. Il mio cuore ebbe un balzo e iniziò ad accelerare. Mi spostò dietro l'orecchio una ciocca che era sfuggita dalla treccia.
<<Ti dona molto questa acconciatura.>>
Arrossii leggermente e ringraziai la penombra perché in questo modo lui non lo aveva notato. Non doveva farmi quell'effetto, era un semplice gesto.
Un gesto non da semplice amico sicuro!
È vero, ero una persona che arrossiva facilmente, però in quel gesto c'era di più. Era un gesto così semplice ma al tempo stesso molto intimo.
<<Ti ringrazio Ryan, sei sempre molto dolce. Allora sotto questa corazza da macho c'è ancora quel ragazzo sensibile di una volta>> dissi ridendo. La mia risata fu contagiosa e ci trovammo a ridere come due pazzi e a ricordare i vecchi tempi. Era passato molto tempo, ma stavamo bene insieme, e speravo che questo non fosse cambiato.
<<Ehi Angi, stavo pensando, che ne dici se facciamo il progetto del monologo insieme?>>
Ohoh. Ricordati l'ultima volta che sei stata tanto tempo insieme a lui. Studiavi, guardavi film, facevi shopping e seguivi le lezioni con lui, per non parlare di quando ti perdevi nei suoi occhi e te ne stavi per innamorare.
Già. Era passato molto tempo. Ma forse non abbastanza per dimenticare quelle sensazioni provate.
<<Certo Ryan, è un'ottima idea>>dissi fingendo entusiasmo.
Complimenti, ci ricadrai subito.
Oh diavolo!
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Angel
Teen FictionInizio di una nuova vita Nuovi amici, vecchi amici La ragazza più odiosa dell'Università Il ragazzo più bello e stronzo di tutto l'istituto "Vai da lui se è quello che vuoi. Ma poi non tornare da me dopo che ti avrà spezzato il cuore." "Non so...