Amici Nemici

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Mercoledì 3 Settembre

Tenersi stretti gli amici, e i nemici ancora di più! Ecco il mio motto.

Il giorno seguente arrivai puntuale in università, anzi, addirittura in anticipo.
Volevo aspettare Erik e avrei colto l'occasione per fare la ruffiana e chiedergli se era ancora disposto ad aiutarmi con il monologo.

Come mai avevo cambiato idea così facilmente? Ero davvero sicura di essere capace a fingere? Io odiavo le persone come lui, non volevo avere nulla a che fare con lui. Ma forse essere sua amica era la scelta migliore che potevo prendere. Era l'unico modo per farlo fidare di me e aprirsi e ottenere quello che volevo.

Lo vidi da lontano. Impossibile non riconoscerlo.
Il suo passo era sicuro e man mano che si avvicinava tutti, anzi, tutte, si giravano nella sua direzione.
Ogni tanto sfoderava un sorriso ammaliante e si passava una mano tra i capelli.

Potrei svenire.

Questo avrebbero pensato tutte le ragazze. Ma io no. O per lo meno non lo avrei mai ammesso. Nemmeno sotto tortura.

"Erik!"
Dissi, richiamando la sua attenzione.
Per l'occasione mi ero messa una camicia abbastanza scollata, si sa che ai maschi quella era la prima cosa che saltava nell'occhio.
Come previsto l'occhio cadde prima in basso per poi incontrare il mio sguardo.

"Ciao Angel, pensavo volessi evitarmi..." disse, con tono quasi dispiaciuto.

"Ascolta, mi dispiace per l'altro giorno e per ieri. Che ne dici di ricominciare? E se sei ancora disposto, di aiutarmi con il monologo?" Dissi allungando una mano in segno di pace.

Bingo! Rimane sorpreso, ma non riuscì a celare un sorriso sincero.
Avevo fatto centro!
In quel momento di silenzio imbarazzante sentii tutti gli sguardi puntati su di me. Quella nuova con il più ambito ragazzo.
Incrociai due occhi verdi familiari, quelli di Ryan, che mi fissavano sbalorditi e due di un azzurro ghiaccio, quelli di Afrodite, che mi fulminavano.
Erik mi si avvicinò, prese la mia mano fra le sue e prima di andarsene mi sussurrò in un orecchio:
"La proposta è molto allettante. Ci penserò su e ti farò sapere. Anche perché se non sbaglio mi avevi detto di avere già un compagno...sai non voglio essere la seconda scelta di nessuno...Buona giornata e buona fortuna, Angel" poi scomparve tra la folla, così come Afrodite.
Bhe non era andata proprio come speravo ma nemmeno male.

"Non ti facevo tipo da tutti muscoli e niente cervello."

Le parole taglienti di Ryan mi riportarono alla realtà. Mannaggia, lui non sarebbe dovuto essere lì ora.
Avevo chiesto a Erik di fare il monologo con me quando lo avevo già promesso a Ryan. Mi sentivo tremendamente in colpa.

"È complicato...Non è come sembra, siamo solo amici, se si può definire così"

Alzò le spalle.

"Andiamo, non voglio arrivare in ritardo alla lezione di letteratura"

Le tre ore successive le passammo intenti ad ascoltare e a prendere appunti sulla letteratura inglese più illustre e famosa, da Shakespeare a Jane Austen, da Dickens a Orwell.
Finalmente suonò la campanella.
Quel giorno avrei avuto anche lezione al pomeriggio, per cui avrei dovuto mangiare nella mensa scolastica.

"Ehi Ryan ti va di andare a pranzo insieme?"

"Non mi fermo, ho una visita medica sportiva nel pomeriggio, sai,bisogna essere in regola per entrare nella squadra dell'Università."

"Allora ci vediamo...domani" finii la frase a vuoto perché con molta velocità se ne uscì dall'aula e scomparve tra la folla.

"Ah eccoti finalmente! Ti stavo giusto cercando!"
Impossibile non riconoscere la sua voce. Mi girai e le buttai le braccia al collo.

"Mi sei mancata amica mia! Andiamo a pranzo insieme?"

Layla non mi deludeva mai. Era un punto fermo della mia vita. E per mia fortuna era anche un'ottima organizzatrice di piani. Con la mia mania per gli appunti precisi e ordinati non avevo mai tempo durante le lezioni per socializzare e chiacchierare con i miei compagni. E a questo rimediava la mia migliore amica. Lei era molto solare e socievole. Mi disse che aveva conosciuto un gruppo di ragazzi e ragazze molto simpatici e gentili e che avremmo pranzato con loro.
Prima di entrare notai che Erik stava parlando vicino ai tavoli da picnic con la smorfiosa, le sue amiche e altri ragazzi. Tutti straordinariamente alti e tutte fastidiosamente perfette e con fisici da passerella.

"Dai muoviti, non vorrai mica farli aspettare no? A proposito che fine ha fatto Ryan?"

Chiusi la porta della mensa alle mie spalle. Alla fine Erik era davvero come pensavo. Un egocentrico montato che pur di avere attenzioni e bisogni sessuali soddisfatti andava con la troiette di turno che non avevano problemi ad aprire le gambe. Meno male che il mondo era vario, perché se no saremmo stati messi male. E meno male che gli amici di Layla sembravano a posto. C'erano quattro ragazze e tre ragazzi, i nomi me li scordai dopo pochi minuti. Erano davvero simpatici e alla mano e venni subito coinvolta nella conversazione. Furono fin fa subito amichevoli e scoprii che ognuno seguiva corsi diversi e che erano persone molto intelligenti.
Ero a mio agio, ridevo alle loro battute e azzardai perfino di raccontare una barzelletta che avevo letto qualche tempo prima su un sito internet.
Ero lì fisicamente, ma la mia mente vagava. Chissà perché Ryan si era comportato così prima.
Decisi di prendere una boccata d'aria e di uscire per chiamarlo. Dovevo chiarire subito se ci fosse stato qualche malinteso.
Composi il numero e attesi.

"Chiami il fidanzato?."
Avrei riconosciuto quel tono beffardo ovunque.

"Ciao anche a te Erik. No sto chiamando un amico per il quale sono in pensiero." Sottolineai con un gesto la parola amico, come se già non fossi abbastanza credibile di mio.

"Che a quanto pare non risponde..."

Mi stavo davvero innervosendo. Mi aveva usata, era stato falso con me fin da subito, stava ancora con Afrodite quando aveva negato il fatto e osava pure infastidirmi con i suoi stupidi giochetti. Stavo per rispondergli per le rime, quando mi ricordai del ballo.
Non potevo rischiare di mandare tutto il piano all'aria.

"Hai ragione, proverò più tardi, sarà impegnato." Misi il cellulare dentro la borsa.

"Andiamo a fare due passi che ne dici?"

Lui, mister splendore che chiede a me di andare con lui? Mi avrebbe voluta portare nei corridoi stretti e bui del seminterrato e ripetete una delle scene che era solito fare con Afrodite?
Si sarebbe sbagliato di grosso.
Ma non potevo mandare a monte questa occasione.

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