Benjamin.
Andiamo nella camera degli ospiti in cui dormiremo io e Federico, chiudo la porta alle mie spalle e la guardo osservare la punta dei suoi piedi.
-Ti ascolto.
Le dico continuando a fissarla.
Ci mette un po' a agganciare i suoi occhi ai miei, socchiude la bocca per cominciare a parlare ma non lo fa, riabbassa lo sguardo.
Inarco un sopracciglio.
-Ti rendo nervosa?
Chiedo con un sorrisetto. Corruga la fronte e torna a guardarmi facendo una smorfia.
-Per chi mi hai presa?
Risponde sicura di sé.
-Non so, vedo che fai fatica a parlare.
Alza gli occhi al cielo e scuote la testa.
-Non farti strane idee, è che non ho l'abitudine di scusarmi.
-Scusarti? Per cosa?
Domando sorpreso.
-Per come ti ho parlato prima.
Certo che cambia opinione in poco tempo.Hilary.
-Dicevi sul serio prima?
Chiede sedendosi sul bordo del letto.
-Riguardo a cosa?
Assume un'aria imbarazzata.
-Quando hai detto... quella frase.
Penso di aver capito a cosa si riferisce ma faccio la finta tonta.
-Quale frase?
Posa nuovamente il suo sguardo su di me.
-No, lascia stare. È una domanda stupida.
Cambia idea rialzandosi e andando un borsone da dove tira fuori degli abiti.
-E tu perchè hai finto di essere ubriaco? Ho saputo che non hai bevuto niente.
Sgrana gli occhi, non aspettandosi a questa mia frase.
-Non ho finto, non ho mai detto di esserlo.
Taglia corto.
Questa conversazione comincia a perdere il suo senso e comincio a che pensare che forse non era poi una buona idea tornare qui. Un silenzio giace nella stanza per qualche secondo.-Allora, io vado.
Affermo avvicinandomi alla soglia della porta.
-Domani verrai anche tu alla stazione per salutarci?
Partono già domani? Perché così presto?
Mi giro e lo guardo, lui ricambia; scuoto la testa.
Non vedo il perché dovrei venire, non siamo amici.
-Non credo.
-Oh, okay. Allora... ciao.
-Ciao.
Sbaglio o è una specie di addio?
Lo guardo un'ultima volta, e poi poso la mano sulla maniglia e la giro.
Ma la porta non si apre, aspetta... la porta non si apre?Ma che? Oggi ce l'hanno tutti con me?
-... Benjamin?
-Sì?
Risponde continuando a tirare fuori della roba dal borsone.
-Sai, è appena successa una cosa buffa. Ecco, la porta non si apre.
Dico ridendo istericamente, come se fosse una cosa da niente.
Si gira di scatto e guarda nella mia direzione.
Mi raggiunge, gira la maniglia come ho fatto io, poi sospira.
-Cavolo.
-Cosa?
Chiedo cominciando ad agitarmi.
-Che dire? Siamo bloccati.
-Cosa?!
Ripeto in preda al panico.
-Oh no, no, no, no... Io... io devo tornare a casa, c'è mio fratello e... e domani ho scuola! Non che mi importi della scuola, ma mio fratello mi uccide!
-Mi dispiace. Chissà... Forse è destino.
-Che?! Siamo bloccati qui, da soli, e l'unica cosa che riesci a dire in questo momento è "forse è destino"?! Ma che problemi hai?
Sbraito sempre più agitata, lui invece sembra tranquillissimo.-Dai, calmati. Troveremo una soluzione, ora chiamo Yuri.
-Come puoi chiedermi di calmarmi?! Sono nei guai fino al collo! E tu domani devi partire!
Adesso siamo in due ad essere in panico, dato che dopo l'ultima frase anche lui sgrana gli occhi assumendo un'espressione preoccupata.
-È vero, cazzo. Abbiamo già preso i biglietti e... Oh, sai che ti dico? Chi se ne frega, anzi, è meglio così.
Lo guardo interrogativa.
Si avvicina al mio orecchio, come se temesse che qualcun'altro possa sentire.
-Ora abbiamo più tempo per conoscerci e chiarire meglio...
Oh cavolo, cavolo, cavolo.
Non voglio stare un minuto di più qui dentro con lui.
Chiamo Violet!
Prendo immediatamente il cellulare e cerco il suo nome in rubrica.
Dopo quattro squilli risponde:
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Zitta e Baciami. [Benjamin Mascolo] {B&F}
FanficCosa succederebbe se Benjamin Mascolo, quel ragazzo poco sicuro dagli occhi oceano, si innamorasse di una ragazza piena di problemi che ha sempre vissuto circondata dal dolore di una grossa perdita? Annegherà in questi suoi problemi? O sarà lui stes...