Non mi abbandonare...

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" Davvero? Non ho proprio niente, quindi... Posso essere davvero visitata? " - chiese ancora, incredula

" Ma certo" - sorrise Aya

" La... La ringrazio di cuore! " - ricambiò il sorriso

" Qual'è il tuo nome? " - chiese la ragazza, curiosa

" Sono Jean, Jean Rooney " - rispose la donna

" Jean, che nome meraviglioso " - si complimentò Aya

" Sono Aya Drevis, piacere di conoscerti, Jean! " -

" Si! Anche per me! ....... Ah... coff coff! " - Non riuscì a finire la frase che la donna tossì

" Questo non va bene! Dovremmo visitarti subito! Entra pure, entra pure! " - disse Aya, fingendosi preoccupata. Ormai era abituata a mentire...

Jean annuì ed entrarono in casa.

" Considerando che non sei molto in salute, le tue gambe ti hanno portata molto lontana... è stato difficile per te? " - chiese la ragazza, camminando verso una stanza seguita da Jean

" Ho incontrato una genitle vecchia signora per la strada che mi ha accompagnata in carrozza. E' stata così genitle! " - spiegò la donna, felice

" Ci sono davvero delle persone genitli al mondo... " - disse Aya, pensierosa

" Proprio come lei, Dottoressa Drevis " - commentò Jean, sorridendo

" Heehee... Lo pensi davvero? " - rise la ragazza, cercando di trattenersi il più possibile

Aya fece entrare la donna nella stanza e chiuse la porta.

" Adesso, stenditi qui " - disse la ragazza, indicando un tavolino vicino a lei

Jean obbedì e, nel fratempo, Aya andò a prendere gli attrezzi che si trovavano su un mobiletto lì vicino.

' Cielo, sono nervosa... ', pensò la donna, osservando il soffitto

Mentre era immersa nei pensieri, sentì un verso di un animale.

' sento dei cavalli... Non sembrano lontani. Sono sul retro?', pensò Jean, cercando di distrarsi

Dopo aver preso tutto l'occorente, Aya si mise una mascherina e si avvicinò alla donna.

" Stai ben ferma mentre applico l'anestesia " - disse la ragazza, sorridendo dietro la mascherina

" Ah... Si... " - rispose Jean

" Hai davvero dei bellissimi occhi, sai... " - commentò Aya

" Oh...! " - disse la donna, sorpresa del complimento improvviso

" Così belli... Che non riesco a smettere di guardarli... " - continuòò Aya

" N... Nessuno me l'aveva mai detto prima... La ringrazio di cuore? " - disse Jean, arrossendo

" Heehee... nevosa eh? Va tutto bene. Rilassa le spalle "- cercò di tranquillizzarla

" Dottoressa... " - la donna ora non era più nervosa

" uh... dottoressa... Pensa di potermi far star meglio? " - chiese Jean

" Ma certo! " - rispose Aya, mettendosi da un altro lato

" Da adesso in poi, non soffrirai più... Quindi rilassati... E addormentati... " - disse la ragazza, tranquilla

...

...

Mentra Aya " lavorava ", Maria era nell'altra stanza, ad ossevare il ritratto del padre.

" Davvero. La signorina... Le assomiglia molto... E' davvero una cosa di famiglia... Dottore " - commentò Maria, tristemente. Aveva il volto un po' invecchiato...

...

...

Quando le risate di Aya terminarono, la donna era certa che lei aveva finito di lavorare. Con volto un po' pallido, uscì dalla stanza ed andò a pulire il casino che aveva fatto la ragazza.

" A quanto pare hai trovato degli occhi bellissimi, Maria. Hai fatto un ottimo lavoro " - disse Aya, sorridendole.

" Quando finirà tutto questo...? " - chiese Maria, sottovoce

" CHE HAI DETTO? " - La ragazza si avvicinò violentemente verso la donna e gli tirò uno schiaffo talmente forte che cadde a terra.

" è per quel ragazzo... Vero? E' per lui che sei diventata... un... mostro? " - chiese Maria, stringendo lo straccio che aveva in mano

" Hahahahahaahh che me ne importa di LUI! Ormai è morto, sparito, non lo rivedrò più! Hahahaha che senso ha continuare a sperare? Eh? " - rise Aya, cercando di nascondere il suo dolore

" Ci riuscirò. Lo riporterò indietro. E quando lo farò, tu smetterai di fare queste mostruosita! " - urlò Maria, rialzandosi in piedi

" Fa silenzio e va a pulire " - ordinò Aya, uscendo dalla stanza

' Come ha potuto? Come ha potuto farmi ricordare di lui? Io... Non posso pensarci. Sennò... ', non finì di pensare che cominciò a piangere silenziosamente.

Si sedette a terra e cominciò a ripensare a tutti i momenti passati con lui.

' no... non posso... non devo... ormai l'ho perso... ',

Si alzò da terra e si asciugò le mani. Quando vide la sua nuova bambola, la prese e la abbracciò.

' almeno tu... non mi abbandonare... ', 

Aya Drevis | Mad FatherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora