Prologo

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Quando la mail era arrivata avevo ormai perso le speranze. A luglio al termine dell'università avevo chiesto ad una signora londinese il costo del suo appartamento per sistemarmi nella città dei miei sogni.
Insieme alla mia amica Christina Smith, un'eccellente ballerina che da quest'anno frequenterà la Royal Accademy, avevamo deciso di affittare un piccolo appartamento, dividere il costo ed iniziare sempre insieme una nuova avventura come quando alle superiori partecipavamo agli stage.

Era agosto inoltrato e l'estate stava già iniziando a sbiadire convertendosi in una tiepida giornata semi-autunnale quando, il venticinque agosto, mentre vagavo in Internet utilizzando il computer, mi arrivò la mail con la conferma.
Ed ora, quattro settembre, entrambi ventenni partiamo verso la nostra meta con il volo più economico e pochi bagagli.

Ma che sbadata non mi sono ancora presentata!
Mi chiamo Elettra Rossi ed ho venti anni, compiuti il venticinque agosto. Ho capelli neri, lisci e scalati che circondano un viso magro, pallido, leggermente allungato e cosparso da lentiggini, ho occhi marroni grandi e rotondi messi in risalto dalle folte e lunghe ciglia nere mentre le sopracciglia formano un perfetto arco facendone da contorno. Il mio naso è rivolto verso l'alto ed è leggermente a patata mentre le mie labbra, abbastanza carnose, sono rosse. Sono alta più o meno uno e sessanta, insomma una tappa, ma a me non dispiace poiché in questo modo posso portare i tacchi.
Non sono né piatta né formosa ma vado fiera del mio corpo leggermente rotondo poiché faccio esercizio fisico saltuariamente anche se lo Sport non mi dispiace, tranne quando a scuola venivo obbligata a frequentare il corso di nuoto.
La mia passione sono i libri soprattutto quelli storici ed i capolavori scritti da J.R.R. Tolkien.
Insieme alla mia amica ho seguito ogni trasposizione cinematografica e mi sono innamorata della trilogia dello Hobbit, in particolare del personaggio di Thorin Scudodiquercia, interpretato dal mio attore preferito: Richard Armitage.
Oltre alla lettura e alla cinematografia mi piace ascoltare la musica senza avere un genere preferito, restando comunque innamorata delle canzoni di Alex Band, e passare del tempo all'aria aperta facendo lunghe e rilassanti passeggiate.

Sospiro ed ascoltando le note melodiose ed energiche di "Euphoria" guardo il magnifico paesaggio inglese composto dalle grandi distese verdi di campi ed anche città industrializzate.
Mi volto verso Chris che dorme profondamente, stanca dopo gli allenamenti della sera precedente, e la scuoto, facendola spaventare.
"Guarda!" le dico entusiasta mentre l'aereo inizia ad atterrare all'areoporto di Stansted "Ci siamo Elettra!" esclama sorridendo felice mentre applaudiamo al pilota per il volo andato a buon fine, tipico comportamento italiano.

Prendo il mio zaino che sembra poter esplodere da un momento all'altro, e dopo aver infilato il giubbino e la pashmina per proteggermi dall'aria fredda scendo dall'aereo "Chris! Stò camminando sul suolo inglese!" commento guardando l'imponenza di questo luogo enorme.
Lei ride "che sciocca!" risponde "dai vieni" mi richiama riscuotendomi dalla mia trance, come sempre mi sono persa a fissare il cielo, il quale oggi è plumbeo e lascia intravedere a malapena i raggi deboli del sole.
Dopo aver preso le nostre valigie decidiamo di mangiare qualcosa e prendendo un taxi raggiungiamo Lexington Street, pago il gentile taxista che ci augura buona fortuna e, seguendo la cartina, cerco di orientarmi per cercare il 24a.
Tenendo la valigia con una mano inizio a camminare tra gli appartamenti, le case, i negozi, bar e ristoranti.
"Sei sicura che sia giusta la strada?" domanda preoccupata Chris mentre mi fermo davanti ad un edificio giallo di quattro piani "eccoci!" esclamo suonando il campanello che produce un trillo allegro.
Sorrido quando la porta in legno, verniciata di verde, viene aperta da un'anziana signora dai capelli color caramello legati in una bassa crocchia, il suo volto tondo e rugoso dalla carnagione chiara è invaso da un gentile ed allegro sorriso che mi infonde sicurezza "oh siete arivate!" esclama vedendoci "la signora Hudson?" domando per accertarmi di non aver sbagliato edificio "certo! Benvenute" risponde scostandosi ed invitandoci ad entrare nel piccolo atrio dalle pareti verde chiaro.
"Aspettate un attimo..." mormora entrando nella porta aperta che si trova al piano terra ed uscendo poco dopo con due paia di chiavi "questa più corta è dell'appartamento mentre la più lunga è del portoncino" spiega dandone un paio a me ed uno a Chris "la ringraziamo molto" dico grata "di nulla. Come concordato ogni due mesi pagherete duecento sterline, prezzo conveniente poichè il riscladamento è sempre basso dato che non funziona e mi dispiace. Fortunatamente la caldai invece è in ottime condizioni quindi se dovreste avere freddo potrete fare un bagno caldo" spiega sempre sorridendo "il vostro appartamento si trova al secondo piano mentre al primo vi abitano i miei figli" continua "grazie mille signora Hudson" diciamo io e Chris contemporaneamente.
La sua figura minuta avvolta nell'abito di lana color beige si allontana sparendo dietro la porta del suo appartamento.

Io e Chris ci armiamo di pazienza ed iniziamo a portare le valigie al secondo piano cercando di fare il meno rumore possibile per non disturbare gli altri condomini.
Col respiro affannoso mi appoggio alla parete verde scuro e appoggiando una mano sul cuore cerco di riprendermi dallo sforzo fisico "meno male...che non dobbiamo...portare...valigie" commento appena mi raggiunge "pensa alla spesa" rantola muovendo il capo invitandomi ad aprire.
Annuisco e prendo le chiavi infilandole nella toppa e con un clic secco essa si apre mostrandoci il piccolo salottino confinante con la cucina, uno stretto corridoio che dovrebbe portare alle camere ed al bagno con un piccolo stanzino/lavanderia.
Entriamo e ci chiudiamo la porta alle spalle armandoci di buona volontà per rendere presentabile questo posto.
Innanzitutto mi avvicino alle finestre appannate ed apro i vetri per cambiare aria poi fisso il piccolo divanetto color rosso opaco e la TV appoggiata davanti ad esso su un piccolo tavolino dando le spalle alla cucina.
Guardo la mia amica che capisce immediatamente la mia idea e dopo aver pulito e spolverato l'area spostiamo il divano contro la parete sinistra mentre la TV davanti ad esso, poco distante.
Procediamo pulendo la cucina ed accendendo il piccolo frigorifero ed il freezer controllando che funzionino. Una volta terminato guardiamo la prima parte e sospiriamo per essere a metà dell'opera.
Oltrepassando il piccolo corridoio munito di una strana e bizzarra lampada a forma di tulipano raggiungo la stanza sulla sinistra.
Non è molto grande ma a me va bene. Le pareti sono bianche. Al centro vi è un letto singolo mentre sulla parete di destra vi sono un piccolo armadio ed una cassapanca con una mensola per libri.
Anche stavolta vado alla parete sinistra ed apro le finestre per arieggiare il locale.
Guardo le tende azzurre che a causa della polvere hanno assunto un colore tendente al grigio topo, le prendo togliendole e gettandole fuori dalla stanza mentre mi accingo a pulire anche questa povera camera da letto.

Mentre termino di sistemare i miei ultimi vestiti Chris mi chiama per la cena "Arrivo" le rispondo chiudendo l'armadio e raggiungendola nella piccola cucina. Mi siedo al tavolo da quattro persone in legno di quercia e sospiro di sollievo sentendo i miei muscoli stanchi rilassarsi "ora non credo che riuscirò ad alzarmi..." mormoro guardandola mentre mi serve la pasta al pomodoro "è abbastanza economico come prezzi" dice sedendosi ed inziando a mangiare "Sì ?" domando masticando "sembri morta di fame" afferma riprendendomi poi insieme scoppiamo a ridere.

"Domani laverò le tende" dico guardandola "grazie..." mormora mentre termino di lavare i piatti "e di che? In fondo sei tu la futura ballerina" commento guardandola mentre si stira "sono così agitata! E pensare che domani è il mio giorno libero! Non dovrei esserlo!" esclama saltellando e facendo muovere i suoi lunghi e boccolosi capelli castano scuro tendente al nero. Mi asciugo le mani ed appoggiandomi al bancone della cucina la guardo. La sua carnagione solitamente leggermente rosata è completamente bianca mentre la labbra sottili sono tese in una linea. I suoi occhi marrone chiaro sono spalancati, invasi dall'ansia, mentre il suo corpo trema impercettibilmente mentre saltella per la stanza indossando un pigiama color turchese e delle calze nere.

"Chris rilassati" le dico con affetto cercando di calmarla "ho paura Elettra! Insomma stiamo parlando della Royal Accademy..." ribatte lei con voce tremante "in fondo hai sempre ballato per questa scuola. La tua era una scuola associata a questa quindi non ti devi preoccupare" le dico appoggiando le mani sulle sue spalle "e poi, quando io sposerò Richard Armitage, non dovrai preoccuparti nemmeno di lavorare. Faremo le mantenute" lei ride scuotendo il capo "sei completamente matta" risponde ridendo "visto? Il mio futuro marito ti ha aiutato a tranquillizzarti" dico sorridendo "ora è meglio se andiamo a dormire. É stata una giornata impegnativa. Domani facciamo un giro per Londra!" mormoro avviandomi verso la mia stanza. La sua risposta affermativa mi arriva soffocata dalla pesante porta chiusa, dopo aver indossato il mio pigiama con disegnate delle mucche grassottelle, mi getto nel letto dalle morbide coperte blu.

Richard Armitage. Sorrido. Oh sì, io sposerò davvero Richard Armitage questo è uno degli obbiettivi per cui sono venuta a Londra quindi tanto vale provarci. Come no. Rido di me stessa e della mia fantasia, figuriamoci se proprio io tra tante ragazze incontrassi il famoso attore inglese. Il sogno rimarrà sempre nel cassetto.
Con ancora l'immagine del mio attore preferito impressa nella mente mi addormento cullata dal debole picchiettio della pioggia contro i vetri della stanza.

Ringrazio I lettori!

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora