Don't stop

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Mi alzo sentendomi felice e spensierata, per la prima volta dopo due notti non ho avuto incubi. Con calma mi stiro allungando le braccia verso l'alto poi esco camminando a piedi nudi e raggiungendo la cucina trovando Chris ai fornelli intenta a preparare un'omelette a Tom.

"Buongiorno" esclamo entrando sorridente e guardandolo "buongiorno" rispondono loro incoro "ma sei sicuro che si faccia così?" domanda Chris "sì, avanti non è così complicato" la rassicura Tom ridendo "stai attenta però perché si sente odore di bruciato e per me ti si sta attaccando alla padella" la avverto, lei spegne in fretta i fornelli e abbandona l'idea di cucinare "andiamo a prendere qualcosa al bar per oggi?" chiede sorridendo "va benissimo, anche perché temevo mi avvelenassi con il cibo" dice ironicamente "idiota" lo rimprovera Chris, scuoto la mano mentre lasciano l'appartamento. Prendo il cellulare e leggo il messaggio della signora Stuart, sbuffo, non ho proprio voglia di fare la baby-sitter...

Svogliatamente mi vesto indossando un paio di leggings, una maglietta bianca con lo scollo a V ed una felpa grigia, una volta indossate anche le scarpe da ginnastica esco prendendo la borsa e raggiungendo la casa della signora Stuart a tre isolati da casa mia. Suono il campanello che mi perfora i timpani emettendo uno strano rumore acuto e fastidioso simile allo stridere di un gessetto contro la lavagna, sorrido ripensando agli anni degli studi quando accidentalmente i professori sfregavano il gessetto. Una signora dai capelli biondi esce, sono arruffati, il trucco sbavato e l'espressione sconvolta "spero che voi non siate qui per il lavoro, scappate finché siete in tempo!" mi avvisa prima di allontanarsi in fretta dalla casa. Spio all'interno incontrando solo un'atrio ordinato, il pavimento è bianco mentre alle pareti anch'esse dello stesso colore sono appesi dei quadri. "Signora Stuart?" domando,sento dei tacchi battere sul pavimento e la padrona di casa compare davanti a me nel suo tubino nero, pronta per andare al lavoro. "Entra cara" dice invitandomi con un gesto della mano alquanto frettoloso "bambini!"chiama gridando "la nuova baby- sitter venite a salutarla" grida cercando di sovrastare le urla dei figli, nell'attesa si tortura il lobo dell'orecchio destro e mi sorride imbarazzata, i capelli sono gonfi e assumono una tonalità tra il grigio ed il nero ma lei appare comunque bella, il suo viso non ha perso la propria bellezza anzi conl'età sembra ancora più attraente. Ha un viso allungato, magro,dagli zigomi alti e dalle guance rosse, gli occhi sono verdi di un verde opaco contornati da sopracciglia sottili.

Due bambini, un maschio ed una femmina scendono correndo vestiti da cavalieri, hanno entrambi icapelli neri e gli occhi azzurri, il viso tondo ed una corporatura magra e poco robusta. Sorrido mentre loro mi analizzano "mi chiamo Elettra, sono la nuova baby-sitter" dico presentandomi, vedendo le loro espressioni deluse decido di dire qualcosa "o come volte chiamarmi voi, mi vanno bene tutti i nomi basta che non siano offensivi" dico cercando di metterli a loroagio, l'idea di una baby-sitter non li rallegra molto anzi sembrano delusi, speravano probabilmente di passare del tempo con la madre. "Io devo andare" dice la signora Stuart baciandoli sulla fronte "ti ringrazio davvero per essere venuta, non sapevo chi contattare" dice e posso leggere nei suoi occhi gratitudine poi infilando il cappotto beige saluta un'ultima volta i figli ed esce.

Tra noi cala un silenzio imbarazzante "dunque... cosa vogliamo fare? Giocare? Cantare?Mangiare?" chiedo sorridendo "sei diversa..." dice la bambina "io mi chiamo May e lui è il mio gemello Nick" dice presentandosi "al piano superiore si trova John" spiega con la sua voce debole "piacere" dico "dunque? Avete deciso?" chiedo guardandoli ed attendendo una loro reazione "giochiamo ai cavalieri?" propongono "va benissimo! Adoro fingermi un cavaliere e combattere, soprattutto se si usano i cuscini..." dico vedendo brillare nei loro occhi una strana luce di sorpresa mista ad allegria"sììì!" esultano correndo al piano superiore.
Mi lascio cadere, stanca, sul morbido letto dalle coperte rosa antico e rido felice mentre i bambini si stendono accanto a me, abbiamo tutti il fiato pesante e siamo stremati. "Non mi sono mai divertito con le baby-sitter" ammette Nick "oh" dico dispiaciuta "ma tu sei davvero speciale" ammette "mi sono davvero divertito e...tornerai?" domanda "se potrò sì, perché lavoro anche come bibliotecaria e dovremo fare combaciare gli orari" spiego sedendomi mentre sento dei passi sulle scale "sono a casa" dice una voce maschile "Malcom!" gridano correndo all'esterno "ehy fratellone! Sei a casa" esultano, io mi alzo e li raggiungo rimanendo paralizzata "D-Dottor Lewis?" esclamo arrossendo "oh salve signorina Rossi" dice allegro lasciando a terra i bambini "siete la nuova baby-sitter?" domanda "sì..." rispondo timida "è brava" dice Nick "beh direi che posso tornare a casa" mormoro vedendo che si è fatto davvero tardi, tra giochi, pranzo e risate non mi sono accorta che è già sera tarda. "La riaccompagno" propone "oh no, abito a tre isolati, non è lontano posso arrivarci" spiego rifiutando la sua offerta "oh come volete" dice con espressione sconsolata "magari un'altra volta" dico cercando di rimediare, metto il giubbotto e salutando esco.

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora