Prisoners for one night

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È oramai sera quando ci danno delle divise arancioni "signore! Non posso stare vestita così?" domando speranzosa di ottenere il permesso per mantenere i miei comodi e bei puliti vestiti che profumano di ammorbidente e non di plastica "no" risponde secco l'omaccione dai rasta castani e gli occhi verdi, il viso tondo e la corporatura robusta. Arriccio le labbra e grugnisco mentre inizio a slacciarmi le scarpe "potrei almeno andare in bagno per..." "no" risponde secco interrompendomi prima che io finisca. "Ma io sono una..." "donna? Sì e a quanto pare pericolosa. Avete aggredito due agenti e..." "ma io non..." "non lo hai fatto di proposito. Sì, ormai lo sa l'intero carcere" continua Richard mentre si toglie la maglia.
Arrossisco e lo guardo sfilarsi i jeans "che bel lato B" lui si volta con persino le orecchie bordeaux "maniaca!" commenta vestendosi in fretta "scusa...mi è sfuggito...perchè non penso prima di parlare?" domando a me stessa mentre inizio a cambiarmi. Resto in intimo. In fretta metto i calzoni e mentre cerco di infilare la manica la guardia mi ferma mostrandomi il metal detector "anche il reggiseno. Contiene ferretto e suonerà" strabuzzo gli occhi "ma.. guardi che non nascondo droga o armi in questo coso?! É più l'imbottitura che tutto il resto..." spiego fissandolo irritata "si sbrighi! Non avrà vergogna di suo marito" dice voltandosi "Non è mio marito!" ringhio arrossendo, se prima mi sembrava divertente ora è davvero imbarazzante soprattutto perchè io ci litigo con il reggiseno. Solitamente non riesco mai a toglierlo velocemente e qui devo farlo in fretta perchè vogliono andare a dormire.

Faccio dei respiri profondi e prendo i due gancetti cercando di districarli. Sento delle mani scostare gentilemente le mie e slacciarlo "va meglio?" chiede Richard. Il suo fiato caldo sfiora la mia spalla nuda mentre io sostengo il reggiseno con entrambe le mani "p-po-potre-" balbetto "ora mi volto, tranquilla" dice "non sono un maniaco come te" afferma ridendo.
Controllo ed effetivamente anche Richard è di spalle.

In fretta lancio il reggiseno nella cesta e mi copro con la tuta arancio, "eccomi" dico facendoli voltare "sembro un arancio" commento guardando il mio riflesso nel il vetro ed entrando a passo di marcia nella cella.
Cerco di fuggire appena trovo solo uomini "no, lei non può lasciarmi sola con questi vandali! Abuseranno di me! Soprattutto lui!" dico indicando Richard che mi guarda scioccato e confuso "signora lei è la prima che teme di essere abusata dal marito. Si sente bene?" domanda preoccupato, ho uno strano deja-vu "marito? Ma quale marito che fino a ieri non ci conoscevamo e..." il custode si allontana ignorando le mie proteste "la supplico!" grido prima che, in risposta, mi sbatta la porta in faccia. "Antipatico! Menefreghista! Sono qui per un malinteso" borbotto incrociando le braccia e guardando Richard che ride "che hai da guardare, mandarino?" domando "oh bhe... signora arancia scelga un letto" dice "ce n'è solo uno" dico tra i denti guardandolo "ops non l'avevo notato amore, precedimi" dice con falsa gentilezza "me la pagherai...sono sicura che cadrò" mormoro arrampicandomi e scivolando, cadendo, appunto, sopra di lui e stendendolo "ouch! Ma sei..." lui si morde una mano per zittirsi. Ridacchio "ben ti sta, sbruffone" dico rialzandomi e cercando di issarmi nuovamente "ma perchè devo essere così bassa..." mi lamento mentre mi sento spingere sul materasso "ah grazie per palpare, Signor Armitage!" commento guardandolo con astio mentre mi raggiunge "sei sempre così nervosa e acida?" domanda "solo quando tirano fuori il peggio di me e tu hai superato il limite!" grido "perchè tu no? Se non fosse per la tua curiosità saremmo liberi! Inoltre dato che sei talmente imbranata, siamo in carcere per aggressione di due agenti! Ti sembra di non aver superato il limite?" domanda zittendomi.

Distolgo lo sguardo offesa. Imbranata! A me? Ma che arrogante e sbruffone!
"La cena!" dice una signora entrando con vassoi numerati.
Mi calo a fatica e mi avvicino prendendo il nostro. "Ehy Richard mi aiuti?" domando appoggiando il vassoio sul letto. "Dovrei?" chiede ancora arrabbiato "se vuoi mangiare sì" "mi sembra che il vassoio sia in mio possesso" ribatte guardandomi dall'alto "avanti..." supplico porgendogli la mano "mi piace vederti in difficoltà" commenta con cattiveria divertito, sbuffo e mi arrampico muovendo i piedi nel vuoto. " Rischi di uccidere il coinquilino di sotto" mi rammenta "sbruffone" ringhio mentre respiro affanosamente cercando disperatamente di arrampicarmi.
Lui mi prende per il colletto della tuta arancio e mi issa facendomi finire sopra di sé "grazie" dico sorridendo ed appoggiandomi alla sua spalla mentre cerco di riprendere fiato, lui si irrigidisce "grazie, davvero" dico sedendomi accanto a lui e prendendo il vassoio. Iniziamo a mangiare il pollo in silenzio. Non posso lamentarmi. Almeno é commestibile.

"Senti..." un uomo magro dai capelli rasati e gli occhi azzurri ci guarda facendomi dimenticare il mio discorso "siete davvero sposati?" domanda. Richard ride "le piacerebbe ma no, fortunatamente per me, non lo siamo" spiega finendo di mangiare "fortunatamente? Intendevi sfortunatamente, immagina che fortuna avermi tutti i giorni al tuo fianco" dico "significa che ci ritroveremmo in un guaio ogni giorno" borbotta pulendosi le mani col tovagliolo.

"Quella è simpatica, senti bambolina giochi a poker?" domanda un omaccione tatuato, i suoi occhi marroni mi guardano sorridenti. I suoi capelli castani ricci sono legati in una coda bassa mentre la barba è arruffata. "Sì! Giocavo con mio padre ma poi lui ha deciso di smettere perchè sono un pò incapace ma a me piace, giochiamo?...Intendete le carte, vero?...non era uno strano codice..." loro ridono "no, no, vieni" porgo le mani a Richard "ah no!" risponde secco.

Sbuffo mentre l'omaccione mi prende per I fianchi e mi aiuta a scendere dal letto "grazie..." "Little John" rido "come quello di Robin Hood?" domando "esatto" risponde facendomi accomodare su uno sgabello. Ha pienamente ragione ad odiare Sir Guy di Gisborne. Peccato che io lo adori o meglio adori quell'uomo scontroso che sta comodamente sdraiato sul letto della cella, ignorandomi.
Dopo l'ennesima partita conclusasi con la mia sconfitta decido di abbandonare ogni tentativo di rivincita "NOOO!" urlo lamentandomi "Perchè urli?" domanda una guardia, in risposta gli faccio una linguaccia "Poker" spiego alzandomi "bene, signori è meglio che io vada a letto" annuncio.
"Ehy Richard? Sei sveglio? RICHARD!" grido facendolo scattare seduto "pensavo ti fossi addormentato..." mormoro porgendogli le mani "infatti..." risponde con voce impastata dal sonno "allora? Mi lasci qui?" chiedo impaziente "va bene... un attimo" mormora scendendo £perchè sei sceso?" in risposta lui mi guarda passandosi una mano sul viso e sospira, stanco "scusa... ho sonno" spiega sollevandomi e mettendomi sul letto raggiungendomi poco dopo.
E adesso?
Lui si sdraia "ma che gentiluomo!" esclamo colpendolo alla spalla " che cosa vuoi?" domanda infastidito " dove dovrei dormire?" chiedo inarcando un sopracciglio "se hai una soluzione, oh grande genio della lampada, illuminami che...woooh!" mi interrompo perchè mi attira contro il suo corpo. La mia guancia è appoggiata al suo petto mentre le sua braccia mi circondano la vita tenendomi ferma "ma..." inizio "zitta e dormi!" ordina prima di tornare a dormire.
Peccato che io sia senza cellulare... avrei potuto fare una magnifica foto!
Cullata dal battito ritmico del suo cuore ed avvolta dal calore del suo corpo cado addormentata.
Sento qualcuno scuotere le mia spalla. Apro gli occhi e guardo Little John sorridermi dolcemente "ehy bambolina, siete liberi" annuncia, io mi muovo in fretta e colpisco Richard svegliandolo e infastidendolo.
"Ma sei davvero..." "siamo LIBERI!" urlo scendendo e rischiando di spiaccicarmi sul pavimento ma fortunatametne, grazie a Little John, non atterro sul suolo duro.
Richard mi segue "bene, arrivederci" dice lasciando la cella. "Ti rivedrò Little John?" domando guardando l'omaccione "certo bambolina e lascia che ti dica un segreto: è cotto di te" ridacchio e abbraccio il mio amico "grazie Little John" mormoro prima di lasciare la cella e tornare in libertà.

Siamo fermi davanti a casa mia, avvolti dal caldo del riscaldamento mentre lui attende che io scenda. "Grazie per il passaggio" dico sorridendo "di niente" risponde stanco ma io non mi muovo, non voglio scendere e fare terminare questa avventurosa giornata.
"Scendi o no?" domanda prima che un forte suono fastidioso sovrasti le sue parole e mi faccia capire solo fare jogging, annuisco "okay ci vediamo!" esclamo allegra per questo invito inaspettato "speriamo di no..." mormora prima che io chiuda la portiera e lo guardi allontanarsi. È davvero strano prima mi invita e poi afferma che spera di non vedermi, chi li capisce gli uomini?
Stanca entro in casa e vado immediatamente a dormire.

Ringrazio I lettori!

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora