The Lady and his Lord

143 12 1
                                    

Mi sveglio sdraiata su Richard che russa leggermente. Gemo e rotolo sul materasso fissando il soffitto bianco e monotono della stanzetta.
La cena ieri sera é passata in modo veloce, persino il giretto in centro. Pazienza. Ne faremo un altro questa sera. Solo io e lui senza gli altri impiccioni.
Mi volto verso di lui e gli accarezzo la guancia ricoperta da un leggero strato di barba. Ridacchio quando si lamenta. "Sveglia... dobbiamo andare a visitare San Marino" lo sento grugnire poi apre gli occhi guardandomi infastidito "stavo facendo un sogno bellissimo" "davvero?" Gli chiedo sollevandomi dal cuscino "oh sì!" Afferma alzandosi ed andando vicino all'armadio. "C'eri tu. Indossavi solamente una sottile camicia da notte di raso nera, si vedeva ogni cosa. Ed eri molto provocante. E sexy. E sognavo di..." gli tiro addosso il cuscino interrompendo il suo racconto, non sono sicura di voler sapere la fine.
"Perché? Non ti piaceva?" Arrossisco "no" Ribatto alzandomi e cercando qualcosa da mettere addosso. Questa cosa che le mie amiche chiamano camicia da notte non mi aiuterà a tenerlo calmo.
Si volta e resta interdetto "o m... non era un sogno" mormora fissandomi. Touché. Riguardo al mio abbigliamento non ha sognato per il resto per mia fortuna sì. Questa notte dormo vestita.
"Che ore sono?" Mi chiede "quasi mezzogiorno. Ci siamo dimenticati di impostare la sveglia" lui ride "possiamo pranzare almeno " mormora prima che io mi chiuda in bagno.
Dopo pranzo prendiamo l'auto e dopo aver parcheggiato prendiamo la funivia che ci porta a San Marino, il piccolo borgo medioevale. Sono felice perché c'è in corso una rievocazione storica.
Mi avvicino al parapetto e guardo il paesaggio fiabesco che mi si presenta davanti agli occhi. Le colline ed il grande mare si confondono apparendo come un'unica entità. Le nuvole bianche ricoprono con delicatezza il cielo sereno di un azzurro intenso.
Sospiro e mi volto beccando Richard intento a scottarmi una foto.
"No!" Protesti affrettandomi a copirirmi il volto "già fatta" afferma sorridendo soddisfatto e nascondendo il cellulare.
Roteo gli occhi, non provo nemmeno a convincerlo ad eliminarla. "Vieni dai! Andiamo a visitare qualcosa" esclamo euforica prendendolo per mano.
Riusciamo a visitare solo una torre ma a me basta e dopo aver convinto un signore che faceva provare ai bambini a combattere con la spada ad insegnare anche a me ci siamo diretti verso il percorso detto delle streghe. Scendiamo degli stretti gradini e raggiungiamo una piccola radura tra gli alberi dove ci sono dei falconieri. C'è un piccolo barbagianni grigio, molto carino e tenero di nome Anacleto.
"Hai visto che bello?" Dico a Richard indicandoglielo "Anacleto signorina. Un barbagianni molto astuto. Ecco metta il guanto... e tenga la mano così, perfetto" mi dice allontanandosi, rido divertita dalla mia posizione "ecco qui" guardo scioccata il barbagianni venire deposto sulla mia mano "oh... ehy ehy ehy... fai il bravo" gli dico vedendolo agitare le ali "Ecco tu non farmi le foto!" Rimprovero Richard offesa, questa volta non posso nemmeno coprirmi perché ho paura di fare qualche movimento sbagliato e far agitare il piccolo rapace.
"La ringrazio" dico al signore una volta che ha riposto Anacleto sul suo tronco "di nulla" ci allontaniamo e guardiamo la parata.
"Interessante" mormoro poi noto delle ghirlande di lavanda "belle" commento annusandone il profumo intenso ma senza soffermarmi troppo. Compro una coroncina di fiori bianchi e la metto sul capo "madame, volete farmi l'onore di cenare con me?" Chiede Richard inchinandosi "volentieri mio Signore" rispondo facendo scivolare la mia mano nella sua, ci sediamo ad un tavolo e mangiamo una pizza.
"Ti piace?" Mi chiede "sì. Adoro questo borgo medievale. Vorrei stare qui ancora ma dopo ci viene troppo tardi" ammetto sconsolata "lo so. É molto affascinante come epoca il medioevo" annuisco "vado a pagare" mi dice alzandosi.
Faccio lo stesso e mi avvicino alle feritoie ammirando lo spettacolo che sta avendo luogo nell'arena sottostante "sarebbe ancora più bello ballare" Ridacchio divertita dalla sua esclamazione "ne sei capace?" Gli chiedo voltandomi verso di lui "certamente" risponde prendendomi e trascinandomi in un piccolo spazio vuoto.
Si inchina. Faccio lo stesso sollevando la gonna dell'abito nero che ho indossato stamani prima di uscire poi mi raddrizzo.
Fa un passo avanti ed alza una mano "Richard non sono capace" "imitare, signorina Rossi" mi dice serio. Obbedisco utilizzando la destra, arretriamo e facciamo lo stesso con la sinistra. Poi con entrambe le mani, rido arrossendo timidamente, scommetto che ci guardano tutti.
Mi si avvicina e mi prende la mano destra poi fa scivolare la sinistra sulla mia schiena ed inizia a muovere i piedi con passi semplici che si ripetono ogni tre.
"Ci stanno guardando tutti" faccio notare "e allora?" Chiede avvicinando ancora di più il volto al mio "lasciali guardare. Per me esistiamo solo noi. Io e te, nessun altro" sorrido ed appoggio la mia guancia contro la sua continuando a seguire i suoi passi finché non mi ritrovo a testa in giù, eletto un gridolino spaventata e mi irrigidisco " non potevo certo non farti fare il caschi! ' si giustifica mentre le persone attorno a noi applaudono.
Idiota. A casa mi sente.

Torniamo in hotel, mi bacia attirandomi contro di sé proprio nella hall. Saliamo le scale ed entriamo in camera "è stato bellissimo Richard, ti ringrazio molto" dico sorridendogli, mi si avvicina e mi abbraccia baciandomi la guancia "ne sono felice" sussurra mordendomi il lobo dell'orecchio, chiudo gli occhi ed inspiro il suo profumo intenso "ti amo Richard" mormoro senza pensare, si ferma e si scosta guardandomi "C-cosa?" Domanda perplesso "no... nulla" balbetto rossa in volto "ripetilo" ordina "ho detto... ecco... ti amo" ripeto imbarazzata.
Mi bacia con trasporto "anche io" afferma sicuro "d - davvero? " chiedo "sì" risponde accarezzandomi la guancia "non pensare nemmeno per un momento che io ti stia prendendo in giro" dice serio "io ti amo, Elettra Rossi" rido e lo bacio euforica. Mi solleva portandomi sul letto, mi adagia sul materasso con delicatezza. Gli accarezzo la guancia con tenerezza "voglio... voglio passare la notte con te" affermo determinata "beh... ne sei sicura?" Mi chiede cercando di mascherare l'entusiasmo "sì, Richard Armitage" dico baciandolo di nuovo "ne sono sicurissima" sorride e ricambia il bacio "spegni la luce, super uomo" ordino sistemandomi meglio sui guanciali.

Ringrazio I lettori!

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora