Illusions

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Annoiata fisso lo schermo del PC e passo un dito sulla tastiera nera. Sbuffo e penso a Richard che è lontano. Lontano da me. Ed è passata solo una settimana ma a me sembra un'eternità. Ero talmente concentrata a passare del tempo con lui che non gli ho nemmeno chiesto quando sarebbe tornato. Sono proprio una pessima fidanzata.
Passo una mano sul volto stanca e mi abbandono contro lo schienale della sedia "scusi, vorrei prendere in prestito questo libro" annuisco ed allungo la mano senza guardare il mio interlocutore poi non ricevendo nulla lo sollevo ed emetto un gridolino di stupore. Richard è di fronte e me, indossa un cappotto nero pesante e si è fatto la barba. Mi sorride porgendomi un piccolo bouquet di rose rosse, lo prendo alzandomi e spingendomi oltre la scrivania per baciarlo. Lui mi circonda la schiena con le braccia e cattura le mie labbra con urgenza "mi sei mancata" sussurra provocandomi dei brividi di piacere "anche tu" rispondo baciandogli la punta del naso "Rossi!" Mi volto imbarazzata verso il mio capo "mi scusi" mormoro colpevole allontanandomi da Richard "se ne vada prima che io cambi idea" mi dice sorridendomi affettuosamente "la ringrazio" "solo perchè sono in debito con te" dice a Richard che scoppia a ridere divertito. In fretta lasciamo la biblioteca.
"Allora? Come è andata?" Domando "benissimo. Ha fatto davvero un grande successo" spiega prendendomi la mano "ne sono felice poi con tutte le volte che avrete provato era impossibile che non riuscisse" annuisce pensoso "Sembri preoccupato..." dice fermandomi e prendendogli il volto tra le mani "dunque segui il mio ragionamento" mi dice accarezzandomi il capo "ora sono le tre del pomeriggio, giusto? Ed io devo essere in teatro alle nove e mezza... Nove per la precisione" ammette "oh é vero! Me ne ero dimenticata! Richard...credo di non poter venire ho dimenticato di acquistare i biglietti" ammetto abbassando lo sguardo colpevole, mi solleva il viso "Aspetta...e poi tu non hai bisogno dei biglietti" dice corrugando la fronte "oh davvero? Vuol dire che mi dai il Pass dei Vip?" Domando saltellando euforica "sì ma calmati" mi rimprovera serio "sì , certo...continua" mormoro sorridendo "quindi sono le tre siamo davanti a casa mia abbiamo tre ore libere, alle sei ordiniamo la cena, doccia veloce, ci prepariamo e dovremmo avere ancora qualche oretta libera per fare altro" rido "ma ci basta un'ora..." faccio notare poi boccheggio vedendo la sua espressione "un'ora dici?"sussurra chinandosi su di me "é una settimana che non ti vedo e tu mi dici che mi basta un'ora?" Chiede sfregando il naso contro il mio collo "eh...sì" rispondo "insomma... io non ho quel pensiero fisso" ammetto venendo sollevata da terra, gli circondo il collo con le braccia mentre mi sposta senza difficoltà "tasca posteriore dei jeans" mi dice accarezzandomi la schiena con la mano libera "no...Richard! I vicini ci stanno fissando" faccio notare guardando i signori fissarsi con strano interesse, sospira "ora prendi quelle chiavi, torturatrice" ordina serio, mi mordo il labbro inferiore e con lentezza percorro la sua schiena sino alla vita, lo guardo negli occhi mentre faccio scivolare la mia mano nella sua tasca ed estraggo le chiavi "Elettra!" Mi riprende impaziente, mostro le chiavi vittoriosa "prese" Esulto scuotendole e facendole tintinnare "no, non è questa" dico scartandone una, sbuffa esasperato "è questa?" Gli chiedo con voce innocente, inarca un sopracciglio "sei seria?" Chiede "oh hai ragione! Ora ricordo! Questa!" Affermo aprendo la porta e venendo spinta dentro casa con urgenza. Tiro un calcio e la chiudo con un colpo secco "adoro questa barba!" Ammetto avvicinando il suo volto al mio "ma ancora di più amo torturati" sussurro venendo bloccata contro la parete, gemo sorpresa "roar" mi lascio sfuggire a causa del suo comportamento aggressivo, mi guarda stupito "sei seria oggi?" Mi chiede "hai il ciclo?" Ridacchio "in effetti... mi è finito tre giorni fa" rispondo iniziando ad aprirgli la giacca, gliela sfilo "e poi?" Domanda "poi la camicia" spiego aprendo i bottoni, depongo alcuni baci sul suo petto "che ti hanno fatto, la ceretta?" Gli chiedo ridacchiando "oh signore" commenta "anche io..." mormoro assente "allora mostrami quelle gambe perfette" sussurra lasciandomi a terra "se proprio insisti..." dico andando verso la camera da letto "insisto!" Grida, sento le scarpe cadere sul pavimento, mi sa che devo sbrigarmi altrimenti mi rompe i vestiti, e non ho nulla di ricambio.

Mi siedo guardando Richard steso supino, mi continua ad accarezzare la schiena, mi chino a raccogliere la mia camicetta strappata a metà, con qualche bottone mancante "me la ricompri. Identica" dico offesa "non ti serve" risponde tirandomi a sé "come vado vestita al lavoro, allora?" Fa spallucce "per me potresti andare anche nuda" ammette "scemo" ribatto appoggiando il capo sulla sua spalla "come ho fatto a vivere senza di te?" Sorrido arrossendo leggermente "non lo hai fatto" rispondo guardandolo "sei un bellissimo sogno diventato realtà" dico ammirando i lineamenti marcati del suo volto "non esageriamo" dice passando una mano tra i capelli scuri e scompigliati "le sei...in perfetto orario. Vado ad ordinare la cena" dico dopo aver guardato la sveglia sul comodino. Mi alzo e mi avvicino alla sedia "quale tasca?" Chiedo "sinistra interna" risponde sedendosi e guardandomi "Richard... mi stai fissando, di nuovo" faccio notare mentre attendo una risposta dalla pizzeria "perché non dovrei? Sei irresistibile" mi appoggio alla scrivania "due pizze margherite grazie" ordino chiudendo in fretta la chiamata "te lo avevo detto che mi sarebbero servite tre ore" dice alzandosi "di cui una per dormire" critico roteando gli occhi infastidita "doccia?" Chiede speranzoso "no" rispondo "attendo che arrivi il pizzaiolo" continuo venendo stretta in un abbraccio possessivo "basta che tu metta qualcosa" Ringhia mordicchiandomi la spalla nuda "una parola: possessivo" constato liberandomi dalla sua stretta e cercando nell'armadio qualche vestito che mi possa andare bene "questa qui mi piace" dico mostrandogli una camicia blu, leggo la taglia XL. Andare ad una prima come se si stesse andando a letto é tipico da me.
Dopo essermi sciacquata velocemente sotto la doccia esco lasciando a Richard il bagno "fatti bello" ordino mentre mi vesto "come se non lo facessi mai" ribatte prima di chiudere la porta.
Suonano il campanello. Pizza!
Vado a ritirare e pagare poi mi siedo in cucina e preparo la tavola. Richard arriva e mi si siede accanto, impaziente porto alla bocca la prima fetta e dó un morso.
Lui mi ferma e sposta i cartoni lontano da noi "ma..." inizio prima di venire baciata "la pizza" continuo quando si stacca "al diavolo la tua pizza..." impreca mentre cadiamo sul pavimento freddo "non è molto carino da parte tua" mormoro mentre lo guardo litigare con il nodo dei pantaloni neri "come cavolo hai fatto a stringerli? " Chiede corrugando la fronte "non lo so. L'ho fatto e basta" rispondo voltando il capo ed incontrando un paio di scarpe col tacco blu elettrico. Oh miseriaccia!
Fermo Richard che alza lo sguardo sull'espressione arrabbiata di Josephine.

Ci sediamo imbarazzati "mi sembrava di essere stata chiara" dice incrociando le braccia sotto al seno fasciato da una camicia color panna "Josephine io..." alza una mano per fermare ogni tentativo di Richard per spiegare la situazione "no. Ti avevo detto di lasciarla" incredula sposto lo sguardo sull'attore britannico che si gratta la nuca "se ci tieni a me allora lo avresti già fatto insomma mi sembra che ci fossimo divertiti in Irlanda. E poi l'articolo é già sui giornali" dice lasciando cadere a terra una rivista di gossip "cosa?" Domanda Richard "di cosa stai parlando Josephine?" Faccio scorrere lo sguardo sulle parole
Era solo un divertimento, nulla più

"So che ora stai fingendo di non sapere perché avresti voluto prepararla ma ora le cose stanno così" ingoio il groppo "pensavo mi amassi" gli dico ferita "Elettra é così! Non ne sapevo nulla devi credermi" dice agitandosi "sono solo un divertimento... Come hai potuto? Sei davvero così insensibile? Mi hai illusa, anche tu. Proprio come ha fatto Marco" dico alzandomi e prendendo le mie cose, mi segue "fermati. Lasciami spiegare. Ti prego, ascoltami" mi supplica "sai una cosa? Avrei fatto meglio ad aspettare. Ero così convinta che tra noi ci fosse qualcosa che ti ho dato tutta me stessa e ne sono rimasta ferita. Vuoi dirmi altre bugie? Costruire altre illusioni? Beh spiacente, non sono disposta ad ascoltarti, non più almeno. È tutto qui, nella tua intervista. Io ero solo un divertimento" passo una mano sugli occhi per spazzare via le lacrime "Elettra.... ti prego" nego quando mi afferra per le spalle "lasciami!" Grido dimenandomi "no! Ascoltami bene, Elettra Rossi perché non lo ripeteró due volte. Io ti amo e sia lodata la porta del tuo appartamento perché senza di essa non ci saremmo mai incontrati. Non riesco a stare senza di te né vivere con la consapevolezza che ti ho lasciata fuggire per uno stupido malinteso. Tutto ciò che ho fatto ed ho sentito in questi quindici giorni era reale e non sono disposto a lasciarti andare così facilmente. Hai tutto il diritto di essere arrabbiata con me ma ti amo e non posso lasciarti andare via" lo guardo perdendomi in quei due pozzi azzurri "mi dispiace Richard. Non posso permettermi di soffrire ancora una volta" dico lasciando l'appartamento con il cuore in mille pezzi.
Come posso fidarmi di lui dopo tutto questo?

Ringrazio I lettori!

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora