An unwanted presence

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Mi alzo sentendo il suono della sveglia e velocemente mi preparo per andare al parco, incontrare Richard e fare jogging insieme. Lego i capelli con un elastico, tenendoli stretti in una coda ordinata poi indosso dei leggings, una maglietta a maniche corte, un k-way e tenendo il cellulare in tasca esco camminando e dirigendomi verso il parco. Guardo l'area deserta mentre attendo Richard. Gli alberi sono davvero tenuti bene, ordinati e dalle foglie verdi. Sospiro. Il sole sta facendo capolino tra le nuvole ma come sempre la sua luce è debole e spenta.

"Elettra?" mi volto sorridendo felice di sentire la voce di Richard. "Eccomi! Pronta per l'allenamento, signore!" dico portando una mano alla fronte, facendo il saluto militare. Lui si sfrega il volto e mi guarda scioccato "sembri stupito di vedermi" mormoro "esatto!"esclama guardandomi con i suoi occhi azzurri "non mi... non mi hai invitato?" domando iniziando a prendere coscienza che probabilmente lui mi ha detto tutt'altro "no! Ti avevo detto che dovevi scendere perché IO sarei andato a fare jogging e non andiamo a fare jogging" spiega scandendo le parole. AMAZING! Ultimamente le sto facendo di tutti i colori.
"Ebbene?Partiamo, no? Prima finiamo, prima me ne vado" affermo determinata. Inizio a correre ma ben presto vengo superata da Richard che, avvolto nella sua tuta nera, corre senza problemi. Adoro gli uomini che si tengono in forma. "Senti..." soffio senza fiato "potremmo fermarci?" domando poco dopo, stanca e col respiro affannoso a causa dello sforzo fisico "scusa, vorrei farti notare che hai proposto tu di fare jogging quindi è stata una tua idea" spiega lui senza fermarsi, né voltarsi. Mi fermo ed appoggio le mani sulle ginocchia cercando di riprendermi "eppure..." lui si volta sentendomi di nuovo protestare "allora?" domanda aprendo le braccia in segno di esasperazione "arrivo...arrivo" mormoro inciampando nei miei stessi piedi e rotolando per la collinetta, mi fermo sbattendo contro un lampione che si spegne come a voler protestare dello scontro. Mi lamento dolorante, ogni parte del copro mi fa male, soprattutto il naso, credo che sanguini ma non ho il coraggio di controllare.

" Elettra!" urla Richard raggiungendomi e scivolando sulla ghiaia atterrando sopra di me e schiacciandomi con il suo dolce peso. "AHH!" grido mentre sento il braccio venire schiacciato contro la ghiaia, lui sgrana gli occhi "scusa...comunque adesso siamo pari" mormora , alcuni dei passanti ci guardano allibiti e scandalizzati, posso immaginare cosa passi nella loro mente ottusa. Un uomo sopra una ragazza che urla...basta concentrati sul dolore che con il suo corpo ti sta causando...ehm no, la prossima volta devo riordinare anche la mente. Sono sicura che è colpa della sua presenza. "Spostati! Il mio braccio! La mia schiena! Mi fa male tutto... aiutami!" mi lamento stringendo la sua felpa con la mano destra. Lui si inginocchia "merda, mi sono anche ferito..." dice guardandosi il ginocchio sbucciato. Mi siedo a fatica e sento il sangue colare sul viso e scendere verso ilcollo "non ho i fazzoletti" dico mentre si guarda attorno in cerca di qualcuno che possa aiutarci, una signora cammina tranquillamente portando a passeggio il cagnolino bianco che assomiglia ad un batuffolo di cotone. " Scusi avrebbe dei fazzoletti?" le domanda Richard, la gentile signora gli regala il pacchetto poi si allontana. Lui mi si avvicina e me li porge "Sai è dalle elementari che non mi scende il sangue dal naso" faccio notare sorridendo mentre lui mi tira il braccio sinistro facendomi urlare di dolore.Vedo le stelle! Letteralmente ho una star davanti agli occhi. "Scusa...almeno sappiamo che non è rotto" lo fulmino con lo sguardo "non è rotto...non mi consola affatto" dico arrabbiata "Su alzati" ordina porgendomi le mani "no..." rispondo offesa "cosa fai adesso? L'offesa?" chiede ridendo "hai qualche problema? Mi sono ferita!" ringhio infastidita dal suo comportamento. Sbatto un paio di volte le palpebre per evitare che le lacrime scendano ma i miei tentativi sono inutili, senza che io possa oppormi iniziano a sgorgare incontrollate dai miei occhi. "Piangi?" domanda "mi spieghi perché piangi?" chiede inarcando le sopracciglia scure "barbaro! Insensibile!" grido alzandomi ed attirando gli sguardi della gente nel parco "mi sono fatta male e tu ridi!" continuo "che gentile che sei!Davvero un gentil...sigh...uomo...sei...sigh...così..." i singhiozzi aumentano mentre cammino " dove vai adesso?" chiede "al pronto soccorso!" rispondo raggiungendo la strada ed appoggiandomi ad un palo sostenendomi con esso.

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora