Just a light touch

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Dopo aver acceso le candele a centro tavola esco e raggiungo il salotto dove trovo Richard immerso nella lettura di un copione.
"Ehy gelosone!" Lo chiamo attirando la sua attenzione e facendolo sobbalzare.
"Oh..." "vieni a cena?" Chiedo avvicinandomi ed appoggiandomi allo schienale imbottito del divano.
"Certo..." appoggia il copione sul piccolo tavolino e si alza raggiungendomi.
"Vedrai. Dopo aver assaggiato la mia cucina non potrai farne a meno" affermo sicura accompagnandolo al tavolo.
Ammiro entusiasta il mio lavoro:una tovaglia beige copre il tavolo in legno, un piatto bianco in ceramica contiene la pasta al pomodoro e due bicchieri da vino.
Al centro, accanto alla candela, una bottiglia di vino italiano, acqua e i condimenti.
Lui si siede ed io faccio lo stesso "Buon appetito, allora" dice prendendo in mano la forchetta e prendendo un pò di pasta.
Trattengo il respiro mentre mastica il boccone "hai ragione. Perfetta" sorrido arrossendo un poco "visto? Nessuno cucina come gli italiani" faccio notare orgogliosa.
"Forse la mia reazione è stata esagerata. Ti chiedo scusa, non so cosa mi sia accaduto" sorrido "non ti posso certo criticare. Anche io sono stata gelosa" dico alzandomi e prendendo i piatti. Mi avvicino al lavandino ed inizio a lavarli.
Una volta terminato li metto a scolare, sospiro prima di sentire le mani di Richard accarezzare i miei fianchi.
Sorrido e mi appoggio al suo petto muscoloso beandomi della sensazione che mi danno le sue braccia.
Il suo respiro caldo mi sfiora l'orecchio "posso baciarti?" Chiede con voce roca. Il mio cervello va in tilt.
Annuisco incapace di parlare. Mi volta verso di sé e mi bacia con dolcezza, prima sfiorando le mie labbra poi iniziando ad esplorare la mia bocca con la lingua.
Ricambio. Sollevo le braccia ed affondo le mani tra i suoi capelli ancora leggermente umidi.
Mi stacco e lo guardo negli occhi, si china di nuovo e mi bacia.
Ripeto il gesto, si ferma e mi sorride "sei bellissima..." sussurra prendendomi il volto con le mani e attirandomi verso il suo. Appoggia le sue labbra sulle mie.
"Richard..." dico e resto stupita nel sentire la mia voce roca.
"Dimmi" dice dolcemente sfiorandomi la fronte con un lieve bacio. Lo fermo e lo guardo negli occhi, sorrido "baciami ancora" sussurro catturando le sue labbra.
Ogni volta che mi sfiora sento come una scossa diffondersi in tutto il mio corpo che mi fa sentire al settimo cielo.
"Ancora" dico quando si ferma, ride "quanto vuoi che ti baci?" Chiede divertito "all'infinito" ribatto attirandolo nuovamente a me.
Mi solleva mettendomi seduta sul ripiano in marmo della cucina e riprende a baciarmi con tenerezza "almeno così non mi verrà il mal di schiena" gli dó una pacca sulla spalla "mi stai dicendo che sono bassa?" Domando fingendomi offesa "no, ti sto dicendo che sono troppo alto per te" alzo un sopracciglio "comodo girare la frittata" ribatto tracciando con l'indice il segno dei suoi addominali scolpiti.
"Quindi mi rifiuti ora?" Chiede mordendosi il labbro "no, togli la maglietta" dico sorridendo debolmente "cosa?" "Ah ah! Obbedire o niente baci!" Ammetto incrociando le braccia "questo è un ricatto" afferma eseguendo ed appoggiando l'indumento su una sedia.
Mi si riavvicina "non ho mai visto degli addominali così da vicino!" Mormoro "solo i tuoi" Scuote la testa incredulo "mi stai prendendo in giro, Elettra? Mi avrai visto mezzo nudo un milione di volte" ghigno "forse..." dico vaga accarezzando i bicipiti modellati "é un sogno!" Socchiude gli occhi "sicura di sentirti bene?" Annuisco e lo bacio di nuovo "sì... scusa. Il mio lato da fangirl ha preso il sopravvento" ammetto imbarazzata mordendomi il labbro.
Lui ride e mi bacia la fronte "mi fai morire" dice ridendo e scostandomi i capelli dal viso "bacio" chiedo sporgendo in fuori le labbra "solo se promette di fare la brava" "guarda che io sono sempre brava! Ti ho pure preparato la cena stasera" dico arricciando le labbra "ah sì... la cena gustosa all'italiana..." "e un bacio alla tua cuoca non lo dai?" "Solitamente ai ristoranti non dó baci alle cuoche ma potrei fare un'eccezione..." mormora mordendosi l'interno guancia "quindi?" Sorrido "sì, anche perché non ho mai avuto una cuoca così carina" ammette baciandomi.

Sento delle borse cadere a terra ed entrambi ci stacchiamo voltandoci verso la porta della cucina "R-Richard. Perdonami" fisso Josephine, cosa ci fa qui?
Alterno lo sguardo da lei a Richard "J-Josephine? C-cosa... Come mai qui?" Chiede stupito l'attore "pensavo di farti una sorpresa. Oggi mi sembravi stanco e... oh che sciocca. Perdonami. Perdonatemi entrambi. Meglio che me ne vada" già, vattene.
Richard infila la maglietta e si morde il labbro "ti va un caffè? " chiede, la guardo fermarsi "oh se non disturbo accetto volentieri. Ho voglia di stare in compagnia stasera" sorrido tesa e con cautela scendo dal bancone dalle cucina.
Prendo la Moka e preparo il caffé. Mentre attendiamo che venga pronto prendo la spesa di Josephine e la sistemo insieme a Richard, il quale mi sfiora le mani e le braccia ogni volta che mi passa accanto.
Gli sorrido prima di prendere il servizio di tazzine in ceramica e di prepararlo. Depongo lo zucchero poi prendo la Moka e verso il caffé in uguale quantità nelle piccole tazzine e depongo il vassoio sul tavolo.
Mi siedo sorridendo "allora Josephine, giusto? Sei la manager di Richard. È un bravo attore?" Chiedo cercando di rompere il ghiaccio "sì, è fantastico. Proprio bravo. Uno dei migliori che io abbia mai avuto" sorrido e guardo Richard che sorseggia il suo caffè.
Appoggia la tazzina e mi sorride.
"E tu? Come mai qui a Londra?" Domanda "la mia amica é una ballerina quindi ho colto l'occasione per venire qui a Londra" spiego "ah... e hai già trovato lavoro?" Annuisco "inizialmente pensavo di lavorare solo come baby-sitter intanto che mi ambientavo. Grazie a Richard ho ottenuto anche un posto in biblioteca" continuo sentendo il ginocchio di Richard sfiorare il mio.
Lo guardo grattarsi il sopracciglio e portare le mani in grembo, sotto il tavolo.
" Com'è il lavoro da manager?" Chiedo curiosa "bello. Insomma... conosci gente nuova e famosa, brava nel suo lavoro. È bello e fantastico" continua. Sento la mano di Richard accarezzare il ginocchio e risalire lungo la coscia.
Abbasso la mano e cerco di fermarlo colpendolo con delicatezza.
Riporto la mano sul tavolo e mi appoggio con i gomiti riportando la mia attenzione su Josephine "quindi sei una donna di successo" affermo "credo tu mi possa definire così..." ribatte "hai viaggiato molto?" Domando mentre Richard si avvicina al tavolo e fa scivolare la mano lungo il mio interno coscia, lo guardo intimandogli di fermarsi.
Sorride. "Bello. Viaggiare e vedere il mondo... piacerebbe anche a me" ammetto.
"Non hai mai viaggiato?" "SÌ!" Rispondo con un tono leggermente alto.
Questa volta ha esagerato. Veramente. "Ahia! Che male... scusatemi. Il mio ginocchio... comunque, sì sono stata a Broadstairs, Edimburgo, Alicante, Parigi e ovviamente l'Italia" spiego fingendo di massaggiarmi il ginocchio.
Lo picchio. Giuro a me stessa che me la paga.
"Ma il mio sogno è di andare in Nuova Zelanda" ammetto dando un calcio negli stinchi al mio torturatore.
"La Nuova Zelanda?" Domanda Richard fingendosi interessato "per i paesaggi ovviamente" rispondo e la conversazione continua tranquilla senza altre interruzioni.

Guardo l'ora, le undici, meglio che vada. Mi alzo "è stato un piacere conoscerti Josephine. Richard grazie per la compagnia ora meglio che vada" annuncio.
Prendo le mie cose e li saluto, Josephine mi imita e lascia la casa di Richard, guardo la sua macchina fucsia sfrecciare lungo la via, mi volto verso Richard che ride "stupido! Ma ti sembrava il caso? Non ti sei mai spinto così oltre! Dovevi farlo proprio stasera?" Chiedo sentendo le guance andare in fiamme "avanti. Ti è piaciuta quella carezza intima" sorrido e mi avvicino "in effetti..." gli tiro l'orecchio "non farlo mai più. Non con qualcuno nella stanza e... poi non mi hai nemmeno chiesto il consenso" dico offesa. "Ah..." si lamenta massaggiandosi l'orecchia "sì ma tanto lo so che in fondo in fondo hai apprezzato" sbuffo "io non ti parlo più! " dico lasciandolo sulla porta.
Entro in casa e stanca appoggio le mie cose sul tavolo, mi sdraio sul divano e fisso il soffitto.
Ripenso al suo gesto. Non si è mai spinto a tanto, non fino a questa sera. Era solo... mi ha solo sfiorata ma... mi ha mandato su di giri.
Sospiro e mi volto su un fianco, cosa devo fare con te, Richard?

Ringrazio I lettori!

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora