Oops...I've killed him!

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Vengo svegliata dal fastidioso ed insistente suono assordante della sveglia, sbuffo ed allungo il braccio per spegnerla ma accidentalmente la faccio cadere con un bel tonfo secco.
Sporgo il volto fuori dal materasso e guardo la sveglia a terra, fortunatamente intera, mi volto supina e guardo la plafoniera appesa al soffitto bianco.
La mia mente si sveglia ricordandomi che non mi trovo in Italia ma a Londra.
Euforica e piena di energia mi alzo ed indosso dei leggins neri, un maglioncino azzurro mare e scarpe da ginnastica nere poi sveglio Chris urlando che deve sbrigarsi.
Lei esce ancora in pigiama e con i capelli arruffati "sono solo le otto..." mormora sbadigliando "Appunto! Dobbiamo sbrigarci! Londra ci aspetta!" affermo preparando la borsa, torna in camera e poco dopo mi raggiunge, insieme scendiamo le numerose scale.

"Mi stai ascoltando?" la voce infastidita di Chris mi perfora i timpani attirando la mia attenzione, sorrido colpevole "Ho detto: ti va di fare colazione nel bar qui, sotto casa?" dice, ripetendomi la domanda "assolutamente sì! Anzi prendiamo quelle confezioni del caffè... insomma, hai capito, tipo take-away" mormoro aprendo la porta e sentendo un sonoro SBAM seguito da un tonfo.
Spaventata la richiudo di scatto "Cosa stai facendo?" chiede lei aggrottando le sopracciglia, ignara di cosa sia appena successo, o cosa io abbia immaginato sia accaduto.
Con lentezza la apro nuovamente e spio guardando l'uomo steso a terra che sembra corrispondere alla descrizione di Richard Armitage. La somiglianza è strabigliante.
"Oh mio..." sussurro richiudendo la porta scioccata "si può sapere cosa hai fatto?" chiudo gli occhi e deglutisco "Chris, credo di aver ucciso Richard Armitage" mormoro con voce pacata, sempre che quell'uomo sia realmente il mio attore preferito "c-come?"balbetta incredula strabuzzando gli occhi.

Annuisco grave ed apro la porta uscendo ed avvicinandomi all'attore che è steso a terra privo di sensi, mi inginocchio ed avvicino le mani al suo corpo ma le ritiro, sentendo le guance andare in fiamme.
"Allora? È vivo?" domanda preoccupata. Mi faccio coraggio e gli tasto il collo con due dita, sospiro sentendo il battito "meno male" commenta alzando gli occhi al cielo, forse a ringraziare la fortuna.
La guardo "Chris....abbiamo un problema. Come facciamo a portarlo in casa?" chiedo curiosa, guardo la mia amica che arriccia le labbra pensierosa poi il suo viso si illumina. "Prendiamolo per le gambe e trasciniamolo su per le scale..." propone "E la testa?" chiedo preoccupata, sbuffa "meglio per le braccia" afferma prendendolo dal lato sinistro, io faccio lo stesso con il lato destro.
La sua testa cade riversa all'indietro facendo scivolare i capelli che gli si erano attaccati al volto, emozionata lo lascio cadere con un tonfo. È lui!!!
"Elettra!" mi riprende Chris scioccata. Porto le mani alla bocca incredula del mio gesto "mi dispiace..." mormoro rammaricata, riprendendolo per il braccio. Troppo bello. Ed il mio cuore batte all'impazzata come un cavallo al galoppo, potrei svenire.
A fatica iniziamo a trasportarlo per le scale, il suo corpo sbatte contro ogni scalino producendo un leggero tonfo, chissà quanti lividi...
Mentre superiamo la seconda rampa e raggiungiamo la terza sentiamo la voce della signora Hudson "tutto bene, care?" domanda, spaventate lo lasciamo, affacciandoci allo scorrimano, le sorridiamo mentre lui inizia a scivolare lungo i gradini cadendo a pancia in giù sul pianerottolo del primo piano.
"State portando degli scatoloni pesanti? Avete bisogno di una mano?"chiede gentilmente "oh no, non c'è problema!" dice Chris "ci è solo scivolata la borsa, nulla di grave..." mormora. Come no! Una borsa produce un rumore del genere, ottima idea Chris, io non avrei saputo fare di meglio!!

La signora Hudson sembra credere alle parole della mia amica e torna nel suo appartamento mentre, sia io che Chris, tiriamo un sospiro di sollievo per aver evitato domande inconvenienti.
"Se non è morto ora, Chris, potrebbe essere realmente immortale, la bellezza di un Dio Greco la possiede..." sussurro avvicinandomi con cautela e preparandomi al peggio "idiota!" commenta sollevandolo.
Finalmente riusciamo a portarlo al nostro pianerottolo e lo appoggiamo al muro così, mentre io lo tengo fermo, Chris apre la porta dell'appartamento.
Entriamo e lo adagiamo sul piccolo divanetto che emette uno scricchiolio sinistro, fa che non si rompa...
"Ci serve del ghiaccio..." mormoro fissando Richard privo di sensi.

Quindici giorni per innamorarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora