L'abito fascia alla perfezione il corpo magro e dalle forme sensuali di mia sorella.
I capelli biondi legati sul capo, il viso truccato ed un sorriso che trasmette tutta la sua felicità stampato in volto.
Devo forse ammetterlo? Sì, sono invidiosa. Volevo anche io una storia perfetta invece...
No! Smettila di pensare a lui e concentrati sulla cerimonia. Sei o non sei la testimone?
Purtroppo anche lui lo è ed in questo momento ti sta guardando, con quei suoi occhi azzurri così belli e quelle labbra rosee così invitanti e...
Sveglia! Tua sorella aspetta che firmi!
Avanzo con passo malfermo, stranamente le scarpe col tacco mi stanno strette e mi sento le gambe steccate, come se fossero due alberi!
Mi chino in avanti e sento I capelli scivolarmi dalla schiena e cadere sul volto ma non ci faccio caso, firmo poi porgo la penna a Richard cercando di non sfiorare la sua mano.
Okay, ci sei riuscita. Non lo hai toccato.
Aidan sorride euforico e bacia mia sorella prendendole il volto tra le mani, un bacio lungo e profondo che manifesta i loro sentimenti e che mi mette nostalgia e tristezza perché quell'uomo, che ora mi sta fissando preoccupato, mi ha ferita!
Con un gesto secco della mano faccio scomparire le lacrime dal volto e mi avvio verso il buffet nella speranza che il cibo possa consolarmi.
Ma chi trovo a servirsi un buonissimo vino italiano?
Nientemeno che lui: Richard Armitage. Qui inizio a pensare che abbia un gemello insomma, non può essere ovunque!Prendo il calice dalle mani del cameriere e lo porto immediatamente alle labbra bevendo un lungo sorso.
" Come... stai" chiede facendomi sputare il vino, porto una mano alla bocca dispiaciuta... o forse no. No, non sono molto dispiaciuta di avergli sputato in faccia.
"Scusa... ehm bene, bene e tu?" Chiedo sorridendo "stavo decisamente meglio prima di ricevere il tuo sputo, grazie" risponde serio asciugandosi con un tovagliolo offertogli gentilmente dallo stesso cameriere di prima.
"Ecco non puoi dire di non essertelo meritato" lui mi guarda allibito "meritato? Sei tu che non mi credi! Ti prego Elettra... torna da me. Ti amo ancora e..." "hai sprecato la tua chance Mr. Armitage, non pensare che io ti dia una seconda possibilità, non sono disposta a soffrire ancora a causa tua. E credimi quando ti dico che ho sofferto" mormoro triste prima di venire raggiunta da Tom e Chris "ed eccoli qui i due testimoni! Allora ragazzi, animi riappacificati? Cosa hai fatto Richard?" Chiede Tom notando lo smoking dell'amico umido "oh! Richard deve imparare a bere il vino italiano e non farsi una doccia con esso" loro ridono non capendo la verità.
"Hai visto come sono felici! É un giorno perfetto! Allora? Andiamo? Li accompagnamo alla villa" annuisco "certo prendo la macchina e..." "ed accompagni Richard. Io e Tom abbiamo altri programmi più tardi e ci faresti un grande favore accompagnandolo" stringo i denti infastidita, è una congiura!
"Certo, non c'è nessun problema" rispondo sforzandomi di sorridere, Richard mi picchia contro, probabilmente di proposito, facendomi male al braccio "ouch!" Esclamo massaggiandomi la parte lesa "oh vi chiamano" dice a Chris mandandoli via "Spero che tu prenda seriamente in considerazione di frequentare un corso di recitazione perché quel sorriso era il più falso che avessi mai visto in tutta la mia carriera" "e nella vita? Non hai ma visto sorrisi falsi?" Domando acida "il tuo è il primo, madame" "arrogante!" Ringhio dandogli una gomitata "vuoi smettere ti farmi del male?" Chiede massaggiandosi il fianco "è il mio unico scopo" rispondo allontanandomi da lui.
Lo sento seguimi e per quanto desideri ardentemente gridargli in faccia che non lo voglio tra i piedi, sono costretta a trattenermi poiché ho promesso di dargli un passaggio.
Salgo sulla mia bellissima macchinina nera ed attendo che lui salga "hai imparato a guidare all'inglese?" Domanda ricevendo dalla sottoscritta un'occhiata inceneritrice "come non detto... almeno vediamo di non farci arrestare" mormora più a sé stesso che a me.
Metto in moto e seguo la coda chilometrica di auto addobbate con fiocchi bianchi.Dopo un pò accosto cercando di capire in quale direzione andare, é da un pò che non vedo le auto ma non pensavo di essermi persa.
"Ti avevo detto di girare a destra!" Mi dice Richard alterato, picchietto le dita sul volante mentre cerco di decifrare i cartelli stradali, ignorarlo è la soluzione migliore!"Se pensi di ignorarmi non ci riuscirai! Anzi chiamo Aidan così..." gli prendo il cellulare e lo lancio nel campo di grano accanto alla strada "questa volta me lo paghi!" Dice infuriato "oh scusa... la tua Josephine non può contattarti..." dico sporgendo il labbro inferiore e riproducendo un'espressione triste.
Si slaccia e si sporge verso di me iniziando a frugare nelle tasche della mia giacca "lasciami!" Grido agitandomi come un uccellino in gabbia "smettila Richard!" Lo sento gemere mentre io sono costretta ad appoggiarmi al finestrino per non farmi male al collo.
"Li avete visti? Quello sì che è sesso" la voce di alcuni ragazzi giunge ovattata alle mie orecchie,se non sono riuscita a ucciderlo la prima volta significa che lo farò ora!
Lo allontano mentre lo vedo tenersi la mascella con la mano sinistra, al contrario con la destra mostra trionfante il mio cellulare.
Spalanco la bocca "ma come osi!" Dico liberandomi dalla cintura e avventandomi su di lui "ridammelo!" grido allungando una mano "Pronto?" La voce di Aidan risuona nella macchina "Richard!" Grido inginocchiandomi e colpendolo nelle parti intime "Aaaahh" "Elettra? Pronto?" "Ti prego! Ti prego fidati di me!" Dico venendo bloccata dalla sua mano che mi copre il volto, cerco di parlare ma escono solo dei mugolii di protesta "Pronto? Pronto Aidan? Sono Richard, sì ecco... no, non possiedo più il mio cellulare e... per tutti i numi Elettra fermati un secondo! Sto telefonando!" Sento delle risate in sottofondo, fantastico! Aidan è in vivavóce "mi sembri impegnato in questo momento magari richiami più tardi" "no, no Aidan non riattaccare!" Il tuuuu prolungato è l'unica risposta che riceve."Contenta?!" Domanda irato lanciando il cellulare sul sedile posteriore "non ci siamo persi" affermo sicura "oh! All'improvviso sei diventata una guida turistica Irlandese? " "ahah mi fai morire dalle risate, Mr. Arroganza" "Senti chi parla! La regina dei dispersi" cala un silenzio imbarazzante.
Forse abbiamo esagerato un pochino, arriccio le labbra sentendomi in colpa e decido di scendere per prendere una boccata d'aria.
Mi stringo le braccia attorno al corpo e fisso le varie strade che paiono identiche.
Lo sento scendere e raggiungermi "mi dispiace" ammette avvicinando una mano al mio volto, ferita mi scosto.
"Scusa..." mormora distogliendo lo sguardo e mettendo le mani in tasca "Richard... io ho sofferto in questi mesi ma non posso semplicemente fingere che non sia accaduto nulla" dico triste "Elettra! Non mi hai nemmeno ascoltato!" Grida puntandomi l'indice contro "ero furiosa! Non capivo perché lo avevi fatto!" "Io non ci sono andato a letto!" Urla furioso, porto le mani al volto e scoppio a piangere "ti volevo dire solo la verità e non me ne hai data l'opportunità! Hai preferito ignorare le mie parole" spiega respirando profondamente cercando di calmarsi "scusami..." sussurra "no, no...hai ragione" mormoro scostando le mani dal volto rigato di lacrime "non piangere Elettra" dice avvicinandosi a me e prendendomi il volto tra le mani "é che io ho sofferto...e non volevo che andasse a finire come con lui...perché..non lo so il motivo" farfuglio "ci tenevo" spiego faticando a parlare a causa degli intensi singhiozzi. Mi stringe a sé e mi bacia la fronte "ti giuro Elettra che non ho mai fatto nulla con Josephine né tantomeno ho detto quelle parole ai giornalisti" afferma sicuro, alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi azzurri "non dirlo..." sussurro "chi ti dice che io usi le parole?" Chiede prima di catturare le mie labbra, ricambio mentre vengo travolta dalla passione "mi sei mancato" sussurro mordicchiandogli il mento "anche tu. Non immagini quanto" ammette sollevandomi "aspetta. Siamo in ritardo per il pranzo..." faccio notare "oh cielo! Il matrimonio... non possiamo evitarlo?" Rido "siamo i testimoni Richard... non sarebbe corretto" spiego mentre torno in macchina "mi lasci guidare?" Domanda "sì" rispondo mentre partiamo verso il ristorante "spieghi tu agli sposi che ti sei persa di proposito?" Domanda ridacchiando "no, lascio a te l'onore anche se credo lo sappiano già" gli comunico "ti amo" esclama senza distogliere lo sguardo dalla strada "anche io, Richard. Anche io" rispondo spostando lo sguardo sul paesaggio.Ringrazio I lettori!
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Quindici giorni per innamorarci
Romansa"Ascoltami bene, Elettra Rossi perché non lo ripeteró due volte. Io ti amo e sia lodata la porta del tuo appartamento perché senza di essa non ci saremmo mai incontrati. Non riesco a stare senza di te né vivere con la consapevolezza che ti ho lascia...