Ero stato a casa da scuola per cinque giorni. Beh, tre, siccome di sabato e di domenica non si andava a scuola.
Era di nuovo lunedì e quindi sarei dovuto tornare in quella tortura psicologica.Mangiai un paio di pancake, anche se di malavoglia. Tornare là dentro non mi ispirava per niente. Avrei rivisto Laura e da ottimo coglione codardo non avrei neanche provato a risolvere la questione.
Addossavo tutta la colpa a lei. In un certo senso era colpa sua. Io Lennea non l'avevo neanche toccata. Laura avrebbe almeno potuto restare ad ascoltarmi, invece di urlarmi contro di essere un puttaniere.Finii di mangiare e mi alzai. Sistemai i blue jeans, che si erano piegati vicino alle caviglie.
Avevo una maglia bianca a maniche lunghe, che mi teneva abbastanza caldo.
Mi misi un giubotto di jeans, che dentro era foderato. Mi sistemai una sciarpa intorno al collo, per evitare di prendere ancora freddo.
Afferrai lo zaino, uscendo di casa. Ryland era già uscito, siccome sarebbe andato in gita con la sua classe.
I miei fratelli avevano lasciato la casa di prima mattina, così come i miei genitori.
Salii nella mia auto e mi diressi verso la scuola.Era inizio Febbraio e faceva ancora troppo freddo.
Mi avvicinai all'entrata, sperando che meno gente possibile mi vedesse.
Sapevo benissimo che il mio litigio con Laura sarebbe stato sulla bocca di tutti. Che parte avrebbero preso? La mia, perché ero il loro beneamino, che portava un sacco di punti alle partite? Oppure quella di Laura, perché essendo un giocatore di football l'unico mio interesse era quello di spezzare i cuori delle ragazze che incotravo?Un groppo mi si fermò in gola e fu come se qualcuno mi avesse preso a pugni sul petto, bloccandomi l'aria che arrivava ai polmoni. La mia mano fece un movimento repentino, che non fui in grado di controllare. Istintivamente le misi entrambe in tasca, per evitare che qualcuno si accorgesse del tremore che le affliggeva. Non volevo far sapere a nessuno del mio cosiddetto 'problema'. La cosa stava diventando sempre più frequente; ma non volevo dirlo o ammetterlo ad alta voce. Non lo volevo dire neanche alla mia famiglia.
Era una cosa che mi sarei portato nella tomba."Ross!" Urlò una voce. Mi voltai, vedendo Chase che mi correva contro. Mi saltò praticamente addosso, facendomi cadere a terra, poiché avevo ancora le mani nelle tasche.
Borbottai un 'Ahia' ed imprecai.
"Chase, fallo alzare!" Esclamò Grace, cercando di liberarmi dal suo ragazzo.
Il castano si scusò e mi porse una mano, per farmi alzare. Accettai il suo aiuto e mi tirai in piedi. Solo allora notai che anche gli altri miei amici erano lì, a fissarmi.
"Sono cinque giorni che ti mandiamo messaggi. Volevamo venire a casa tua, ma tua mamma ha detto che era meglio di no."
"Ci siamo preoccupati."
"Scusate ragazzi. Mi ero preso l'influenza." Risposi semplicemente, scrollando le spalle.
"La partita com'è andata?" Domandai a David e Chase. I due si scambiarono uno sguardo, poi annuirono.
"Abbiamo perso. Di molto. In più il coach è incazzato perché ti sei perso due allenamenti e la partita..."
"Fantastico." Roteai gli occhi.
"Ross, non preoccuparti, non è grave. Abbiamo detto al coach che eri ammalato. Capirà."
Certo, come no.Sentii una sensazione strana passarmi sotto alla pelle, facendomi irrigidire.
Alle spalle dei ragazzi vidi lei entrare dal cancello della scuola.
Aveva i capelli più mossi del solito. Si notava chiaramente del mascara sulle ciglia e del lucidalabbra color pesca sulle sue labbra.
Strinsi la mano a pugno, per reprimere l'istinto di correre da lei e baciarla. Era più forte di me. La rabbia e la delusione ebbero la meglio.
Notai che indossava un giubbotto beige lungo. Sotto di esso si intravedevano solo degli skinny bianchi e degli stivali neri.
Lei mi notò e mi osservò per qualche secondo.
Alle mie spalle suonò la campanella e vidi una massa di ragazzi entrare nell'edificio, come se stessero marciando verso la loro morte.
Laura fece per venire verso di noi.
"Andiamo?" Domandai ai ragazzi, con un tono di voce alto. La mia voce raggiunse le orecchie della castana, sicuramente.
Girai la schiena verso di lei, salendo le scale dell'entrata.
Non volevo parlarle. Non adesso almeno.
STAI LEGGENDO
Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.
Fanfiction《Keep talking, because I love to hear your voice.》 ~ "Sei uno dei soliti puttanieri a cui piace una ragazza, solo per il suo aspetto." "Ti assicuro che non è vero!" "Allora perché non ti sei mai accorto di me?!" Avevo paura di perderla, quando lei n...