La rabbia era quasi incontenebile.
Sentii le mani tremarmi lungo i fianchi, e fui costretto ad afferrare la stracca destra dello zaino, per trattenermi.
Volevo affondare la testa dentro l'armadietto e colpirmi ripetutamente con l'anta metallica.
Stavo uscendo di senno e chiusi gli occhi, sentendo il sangue ribollirmi lungo le vene.
Sperai di aver sentito male l'intera conversazione. Insomma, era un corridoio piuttosto affollato. Ma loro due erano a meno di tre metri da me e ciò che si erano detti era piuttosto chiaro.
Laura sarebbe uscita con il tipo del basket.
Che merda la vita.Sbattei lo sportello dell'armadietto, richiudendolo. Il mio gesto fece girare parecchie teste nella mia direzione. Degli sguardi curiosi mi osservarono, mentre avanzai nel corridoio, allontanandomi da quei due.
Allargai le narici, respirando più profondamente.
Fanculo il perdono.
Perché avrei dovuto perdonarla, se alla fine lei era già andata avanti?Sembravo un incoerente e, probabilmente, lo ero.
Mi girai un'ultima volta e vidi il tipo afferrare la mano di Laura. Insieme si diressero dalla parte opposta alla mia. Lei, però, ritirò la sua, lasciandola penzolare lungo un fianco.
Gli occhi iniziarono a bruciare ed era come se il mio petto si stesse aprendo, sotto la forza bruta di una lama.
Contai ogni passo compiuto da Laura. Uno... Due... Sei... Dieci... E fu come se ad ogni passo lei si stesse allontanando da me. Non fisicamente. Ma emotivamente.
Sarei voluto sparire.
La campanella suonò e venni investito da un'orda di studenti, che cercava di riversarsi nelle classi. Ma io rimasi fermo, a fissare un punto lontano, senza focalizzarlo. Ricevetti spallate, gomitate e qualcuno mi pestò anche i piedi; ma a tutto questo quasi non feci caso.
Ero circondato da persone eppure mi sentii intrappolato in un deserto. Ero solo e nessuno mi avrebbe aiutato. Dovevo lottare per andare avanti, altrimenti mi sarei dovuto arrendere.La scuola sembrava un inferno, ogni giorno di più.
Gli allenamenti pure.
Le uscite con i miei amici.
Persino casa mia non sembrava più tanto casa. Era come se mancasse qualcosa a tutte queste cose. Un tassello del puzzle si era perso ed io non riuscivo a completarlo, lasciando il tutto incompleto. Mancava il tassello più importante. Quello finale.
Ogni cosa a casa mia mi ricordava Laura ed ogni volta che qualche ricordo mi tornava in mente era più doloroso del precedente.I miei fratelli mi avevano detto di andare avanti. Avevano detto che mi sarei interessato a qualcun'altra, ci voleva solo un po' di tempo.
Sì, ma in quel 'po'' di tempo avrei pensato a lei. Era un dato di fatto. Ci avrei messo la mano sul fuoco.
Come avrei potuto dimenticarmi tanto velocemente di una persona, che aveva lasciato centinaia di ricordi?
Non potevo, ecco tutto.
Mi ero limitato ad annuire ai miei fratelli ed avevo ricevuto una pacca sulla schiena da parte di Riker.
Tutti mi dicevano la stessa cosa ormai.
Gli unici a pensarla diversa erano Chase, Calum ed Ellington. Wow, tre idioti che mi davano ragione? Ero messo bene.//
Ormai parlare da solo era diventato di routine, una cosa normale.
La rabbia era ancora ben presente e vedere la faccia da schiaffi di quel tipo, mentre continuava a mettere le mani su Laura, non migliorò sicuramente il mio stato.
Aveva poggiato una mano sul braccio della ragazza, mentre con l'altro, a volte, le toccava la schiena.
Laura era girata di spalle, quindi non fui in grado di vedere il suo viso. Ero ansioso di vedere la sua espressione.
Era contenta?
Era disgustata?
Era distaccata?
Non ne avevo idea.
Il tipo fece risalire la mano fino al collo della ragazza e l'attirò a sé, baciandola.
Cos'era quel rumore? Oh sì, il mio cuore che si frantumava per terra.
Sembrai uno stalker, ma ero rimasto a scuola solo per vedere che cazzo avrebbero combinato quei due e se me ne fossi andato a casa subito sarebbe stato meglio.
Uscii da scuola, aprendo una delle porte e chiudendola alle mie spalle.
Mi diressi verso il parcheggio, nel quale era rimasta solo la mia auto. Allargai le narici, cercando di calmarmi. Sentii il sangue nelle orecchie ed i miei passi pesanti sembravano l'unica fonte di rumore in quel deserto di cemento.
Presi le chiavi dalla tasca destra e cliccai sul bottone, per sbloccare la sicura dell'auto. La raggiunsi ed afferrai la maniglia, aprendo lo sportello. Scaraventai lo zaino dentro al veicolo e feci quasi in tempo a salire, ma sentii il mio nome in lontananza. Voltai la testa in quella direzione e vidi Laura correre verso di me.
La borsa le colpiva ripetutamente il fianco, ad ogni passo. Da essa proveniva un rumore poco piacevole, siccome tutti i libri si urtavano.
Indossava delle zeppe e per un attimo fui preoccupato per le sue caviglie.
Lei arrivò davanti a me, senza fiato.
"Ti posso spiegare!" Esclamò, appoggiando la mano sul tettuccio della mia auto.
Inarcai un sopracciglio. "Cosa puoi spiegarmi?" Risi cupamente. "Figo come le parti si siano invertite."
I suoi occhi furono invasi da una scintilla di rabbia. Spalancò le labbra, pronta a ribattere, ma la interruppi.
"Quindi io mi merito del 'puttaniere' perché Lennea quasi mi stupra su una cazzo di panca, ma tu puoi limonarti con il primo che capita?"
"È stato lui a baciarmi!"
"Non me ne frega niente! Puoi fare quello che vuoi! Tanto non siamo neanche più amici, o sbaglio?" Domandai, con sarcasmo nella voce. Lei mi guardò torva, incurvando le labbra verso il basso.
"Sei tu che hai messo fine alla nostra relazione, te lo vorrei ricordare!"
"Quale relazione?! Non siamo mai stati una coppia! E sai di chi è la colpa? È tua!" Urlai, stringendo la maniglia, fino a sentire dolore alle dita. Non mi interessò, oh no. Ero troppo arrabbiato, troppo ferito, troppo deluso. Troppo troppo.
"Mia?! Perché è colpa mia?!"
"Mi sei stata a sentire per la questione di Lennea?! No! Sei subito saltata alle conclusioni! Mi ero aspettato che un minimo tu ti fidassi di me!"
"Non è che non ho fiducia in te!" Ribattè lei, serrando i pugni.
"Ci eravamo baciati!" Risposi, sentendo una fitta nel petto. "Non era abbastanza per te?! Cos'altro volevi, una dichiarazione scritta, con tanto di timbro?"
Lei cercò di respirare, chiudendo appena gli occhi. "Io non..."
"Tu non cosa?! Cosa dovevo fare di più?! Sono andato con calma, per paura di spaventarti o di farmi respingere. Ho aspettato mesi. Mesi! Non ho mai guardato un'altra ragazza.
Mentre questo tipo qua lo vedi due giorni e te lo sbaciucchi contro gli armadietti! Giustamente. Probabilmente ero io che non ero abbastanza!"
"Non ho detto questo..." Mormorò Laura, abbassando lo sguardo.
"Torna da lui, magari eviti di spezzare un altro cuore."
Laura riaprì gli occhi e li vidi pieni di odio. Lei fece un passo in avanti, avvicinandosi a me e mi puntò un dito contro il petto.
"Che ti importa di con chi esco, comunque? Non abbiamo chiuso tutta quella storia inutile?!" Domandò, fumante.
"Inutile?" Chiesi incredulo. Sentii le lacrime pizzicarmi dietro gli occhi, pronte ad uscire. Il respiro mi rimase intrappolato in gola e Laura sospirò, coprendosi la bocca con la mano.
"I-io..."
"Tutta questa storia inutile? Va bene, considera tutto quello che c'è stato inutile. Sì, ho deciso di chiudere tutto, siccome tu non ti fidavi di me, ma non è che in poco tempo io sia in grado di fingere che vederti con un altro non mi faccia stare male.
Ma okay, se per te è inutile."
"Io intendevo che... che..."
"Sei ridicola! Ma ti vedi? Non hai neanche una buona scusa da inventarti! Come ho fatto ad amarti?!"
"A-amarmi?" Balbettò lei, sorpresa.
"Sì! Sì, cazzo! Ero innamorato di te e per tutto questo tempo neanche te ne sei accorta!" Sbraitai, sentendo l'aria mancarmi nei polmoni.
"Come facevo a saperlo se tu non me lo avevi mai detto?!"
"Ma l'amore non si dimostra solo a parole! Sono anche i fatti, santo cielo!" Scossi la testa, guardando da un'altra parte, incapace di guardarla negli occhi.
"Questa discussione è totalmente inutile!"
"Quanto la nostra storia, a quanto pare." Sputai acidamente, ferendola visibilmente.
"Non usare le mie parole contro di me. Sai che non lo intendevo davvero!"
"Non so più cosa diavolo intendi! Sei contorta ed incoerente!"
Le sue guance presero un colorito rossastro e vidi il suo corpo tremare.
"Quanto ti odio! Vorrei non averti mai conosciuto!"
E questa, di tutte le pugnalate che avrei potuto ricevere, fu la più dolorosa.
Una sola lacrima si liberò dal mio occhio sinistro, riuscendo a superare le ciglia. Essa rotolò velocemente lungo la mia guancia.
"Ross... io..."
"Spostati." Risposi acidamente, siccome lei bloccò la portiera con il suo braccio, per impedirmi di salire in macchina.
"Non volevo dire quelle cose..."
"Spostati!" Urlai nuovamente. Lei sobbalzò all'indietro, con un piccolo gemito, come se l'avessi schiaffeggiata. E quella non sarebbe stata neanche l'ultima cosa che avrei fatto, soprattutto a lei. Anzi, come cosa non era nemmeno sulla lista.
Udii un soffocato "Non colpirmi...", ma non ne fui certo.
Lei sembrava presa dai sensi di colpa, mentre le rivolsi un'occhiata dubbiosa.
Poiché lei era indietreggiata io riuscii a salire in macchina, sbattendo lo sportello. Misi in moto, facendo retromarcia, per poi lasciare il parcheggio, ad una velocità forse troppo elevata.
Dallo specchietto retrovisore vidi Laura rimanere sempre nello stesso posto, a guardarmi andare via.
Questa volta non me ne sarei voluto andare solo da quel posto, ma anche dalla sua vita. Per sempre.
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Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.
Fanfiction《Keep talking, because I love to hear your voice.》 ~ "Sei uno dei soliti puttanieri a cui piace una ragazza, solo per il suo aspetto." "Ti assicuro che non è vero!" "Allora perché non ti sei mai accorto di me?!" Avevo paura di perderla, quando lei n...