Mi svegliai con il cantare del gallo dei McFurrey che come ogni mattina strillava alle sette. Allungai una mano verso Jake e lo osservai dormire a pancia in giù, con la faccia rivolta verso di me e completamente schiacciata sul cuscino. Mi avvicinai alle sue labbra e vi posai sopra un bacio lieve.
"Sveglia" sussurrai sulla sua bocca "E' ora di alzarsi!"
Svegliarsi accanto a lui era stato strano, ma d'altro canto con tutto quello che era successo, sapevo che ci avrei messo un bel pò ad abituarmi ancora alla sua presenza.
"Stai scherzando!" biascicò imprimendo la faccia nel cuscino.
"No, dobbiamo andare e prendere le consegne degli altri fornitori. Con la tempesta che è venuta la strada era bloccata!"
"Dobbiamo? Devi, vorrai dire!"
il suo brusco tono di voce mi fece innervosire, ma non dissi nulla. D'altra parte aveva finito da poco gli studi ed aveva passato gli ultimi due mesi ad alzarsi prestissimo. Di sicuro voleva approfittare della sua permanenza in Scozia per prendersi una pausa.
Mi misi qualcosa addosso e contro voglia mi avviai verso l'uscita, diretta verso la stanza di Cain, bussai energicamente ed aspettai che qualcuno aprisse, sperando che non fosse una sconosciuta.
Cain aprì la porta con addosso solo un paio di boxer neri. I capelli anche se scompigliati gli ricadevano sulla fronte e sembravano comunque pettinati, gli occhi lucidi, resi ancora più azzurri dal luccichio per la sveglia improvvisa, mi fissarono sorpresi. Dopotutto ci eravamo lasciati in malo modo il pomeriggio prima.
"Che vuoi Iris? Sono le sette!"
"Lo so, ma ci sono le consegne da ritirare e i pacchi sono pesanti" dissi cercando si sembrare fredda "Credimi non te lo chiederei se non fosse importante, ma Alec me lo ha chiesto ieri sera e gli ho detto che..."
"Perchè non ti fai accompagnare dall'inglesino?" chiese interrompendomi, con tono sprezzante.
"Perchè sta dormendo" risposi acida, nonostante fossi d'accordo con lui "Sai si è laureato da poco, è molto stanco!"
"Uh, è molto stanco?" chiese scimmiottandomi "Fortuna che non ha usato calce e cazzuola tutto il giorno allora!" concluse poi, ancora più sarcastico.
La rabbia si impossessò di me e senza riuscire a trattenermi gli risposi in malo modo: "Senti, se non vuoi venire dillo e basta, altrimenti ti aspetto di sotto alle otto!"
"D'accordo, d'accordo, frena inglesina!" disse stropicciandosi gli occhi "Non potrei venire comunque. Prima di tutto perchè ieri sera ci ho dato dentro con il vino e quindi me ne starò sdraiato qui fin quando la stanza non avrà smesso di girare e poi nel pomeriggio arriverà mio padre, quindi dovrò essere qui!"
"Oh..." fu tutto quello che mi uscì di bocca. Ero stupita, non tanto dal fatto che avesse bevuto come una spugna, quello ormai era routine. Ma più che altro dal fatto che il padre sarebbe venuto a trovarlo. Dunque avevano fatto pace? Eppure lui non sembrava molto entusiasta della sua visita.
"Credo proprio che dovrai svegliare il bell'addormentato!" disse, stavolta totalmente distaccato, senza nemmeno un accenno di risata.
"D'accordo, grazie comunque!" gli risposi senza importunarlo oltre modo e ritornai nella mia stanza.
"Jake, scusami se ti sveglio di nuovo, ma dobbiamo proprio andare, ho chiesto anche a Cain ma ha un impegno!"
"Per la miseria, Ris!" esclamo con la voce ancora graffiata dal sonno "che razza di pazzo si sveglia alle sette?"
'Ma che diavolo di tono è questo?' pensai, arrabbiata.
"I pazzi che lavorano, Jake!" dissi, palesemente seccata. Quando se ne accorse, venne da me e provò a scusarsi.
"Scusami, tesoro, hai ragione! Ma se è solo questione di trasportare le cose qui, si può pagare un corriere!"
Ecco di nuovo il Jake sbruffone, per il quale spesso litigavo con lui. Il Jake consapevole della cifra che possiede in banca e che è disposto a sborsare qualunque cifra, pur di non muovere il sedere dal divano.
"No, Jay, non possiamo. Non si può risolvere sempre ogni cosa firmando un assegno!"
Non rispose, mi guardò torvo e si infilò un paio di jeans. Ma ormai era tardi, ero arrabbiata ed il mio orgoglio aveva preso il sopravvento.
"Sai una cosa? Lascia stare andrò da sola!"
"Cosa? Hai detto che ci saranno scatoloni pesanti, non riuscirai a caricarli!"
"Allora vorrà dire che mi spezzerò la schiena, Jake, ma guai a te se ti azzardi a venire con me!"
"Te ed il tuo maledettissimo orgoglio!!" sbraitò Jay su tutte le furie.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
"Sai una cosa? Restatene pure a letto e contare i tuoi cazzo di soldi, io vado, ciao!"
Detto questo, uscii adirata dalla camera e sbattendo la porta.
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SE SOLO SAPESSI ODIARTI [Adulti]- #Wattys2017
Teen FictionIris Cunnigham non sarebbe più tornata in Scozia. Se lo era giurato quattro anni prima, quando era finalmente riuscita ad andarsene da quella piccola città che le stava così stretta, per tornare nel posto in cui era nata e che adorava tanto. Ma Lond...