Il navigatore di Cain confermò che mancavano poco più di quindici minuti all' arrivo ad Edimburgo e la cosa mi tranquillizzò parecchio. Ero piuttosto agitata e di certo il mio compagno di viaggio non mi aiutava.
Per tutto il viaggio Cain non aveva fatto altro che sussultare ogni volta che, per l'inesperienza con le macchine sportive, schiacciavo troppo il pedale del freno. Per non parlare di tutte le volte in cui aveva urlato che stavo andando troppo veloce o che dovevo tenere il volante in un modo piuttosto che in un altro. La radio poi, era sempre rimasta spenta perchè a detta sua: 'Non ero abbastanza esperta per guidare una macchina del genere e al contempo ascoltare la musica'
Chi si credeva di essere poi, davvero non lo sapevo.
Dopo la mia domanda sul suo conoscere o meno le donne, Cain se ne era stato zitto ed io non avevo osato approfondire l'argomento, anche se mi interessava parecchio dal momento che quello, in teoria, doveva essere un'appuntamento.
"Allora McColl, mi vuoi dire come mai mi hai invitata a cena?" chiesi nel tentativo di farlo rilassare "E' un appuntamento galante?"
Mi morsi la lingua immediatamente per aver detto una cosa tanto stupida.
"Volevo scusarmi con te per come ti ho trattata in questi due giorni" disse guardando la strada. "E speravo..."
'Si?'
"Speravo che restando soli, avremmo potuto parlare di quello che è successo a Nizza"
Questo mi fece capire che non solo non aveva rimosso il bacio di quella sera, ma che ci aveva ripensato a lungo.
Feci per aprir bocca e rispondere, quando qualcosa mi interruppe.
Prima un boato simile ad un'esplosione, poi uno stridio di gomme sull'asfalto mi terrorizzò, fino a quando non fui più in grado di reggere il volante e l'auto di Cain, che improvvisamente sembrava essersi animata di vita propria.
"Ma che diavolo succede?" urlai in preda al panico.
Cain con una velocità sorprendente si slacciò la cintura e si sporse alla sua destra per cercare di tenere il volante, mentre gli automobilisti dietro di noi suonavano il clacson e ci insultavano per l'andatura a zig-zag.
Quando finalmente riuscì a tirare il freno a mano e a fermare l'auto sul ciglio della strada ebbi un fremito e per poco non mi misi a piangere. Slacciai velocemente la cintura e scesi dall'auto inebetita, bisognosa di aria fresca.
Cain mi seguì a ruota. Mi sarei aspettata che scattasse a controllare i danni all'auto, ma mi sorpresi quando invece venne verso di me, con l'aria seria ed impaurita.
"Stai bene? Ti sei fatta male?" mi afferrò per le spalle e mi impietrì con lo sguardo.
"Si, sto bene...Ho solo preso un grande spavento" risposi "Ma che è successo?"
"Deve essersi bucata una gomma" mi informò, constatando i danni alla ruota anteriore destra.
"E adesso che facciamo?"
"Adesso la cambiamo?"
Un momento.
Perchè parlava al plurale?
"Io non ho idea di come si cambi una gomma!" lo avvisai imbarazzata.
Lui mi sorpassò ed andò ad aprire il portabagagli.
Poi si slacciò la camicia velocemente, rimanendo con addosso soltanto una maglietta nera di cotone, che fasciava e risaltava alla perfezione ogni muscolo del suo corpo perfetto. Rimasi imbambolata qualche secondo prima di riuscire a parlare.
"Sul serio Cain, non l'ho mai fatto"
"Chissà perchè non ne avevo dubbi, Inglesina"
La frase mi ferì, anche se poco.
Ero una ragazza.
Ero giustificata...No?
"Sono una ragazza!" lo ammonii
"E allora?"
"E allora, questo è un compito da uomini, caro il mio McColl"
Infilò le braccia nel portabagagli, tese i muscoli e con forza ne tirò fuori una gomma di ricambio. Poi mi guardò divertito, rise di gusto e con un pò di sforzo la poggiò a terra.
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SE SOLO SAPESSI ODIARTI [Adulti]- #Wattys2017
Teen FictionIris Cunnigham non sarebbe più tornata in Scozia. Se lo era giurato quattro anni prima, quando era finalmente riuscita ad andarsene da quella piccola città che le stava così stretta, per tornare nel posto in cui era nata e che adorava tanto. Ma Lond...