18.

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Quando vidi il taxi svoltare a destra nella via che conoscevo ed in cui avevo vissuto per così tanto tempo, quasi ebbi un sussulto.
Non era più la stessa via e d'altro canto anche io non ero più io. Fu come se invece di quattro soli giorni, fossi stata lontana per anni.
Forse è vero quello che dicono dei viaggi: spesso quando si torna, non si è più gli stessi di quando si è partiti.
Diedi i soldi al conducente, con una piccola smorfia di disappunto per aver dovuto pagare una cifra esagerata e poi finalmente entrai nel Bed &Breakfast con la mia valigia.
"Piccola mia!" gridò Alec, correndo via da dietro al bancone e raggiungendomi per stringermi tra le braccia. Avevo sempre adorato le braccia di mio zio: erano forti e sapevano rigenerarti con un sola stretta. In quelle braccia c'era la mia casa.
"Com'è andata? Ti sei divertita? Raccontami tutto!"
Afferrò la mia valigia e si fece seguire in cucina dove guardandolo pranzare, gli raccontai lamia esperienza a Nizza. Omettendo volutamente dettagli, quali: La litigata con Cavendish, il bacio con Cain ed i dubbi che erano sorti su di lui. Ma sopratutto omisi della visita di Jake e della nostra lite al ristorante.



Qualche ora dopo, ero nella mia camera a fissare il soffitto.
Avevo chiamato Camille e le avevo raccontato tutto, sentendo in sottofondo il suo applauso e quello di Robert per esser stata così di polso con il mio ex ed aver chiuso definitivamente quel capitolo della mia vita.
Avevo fatto una doccia calda e rimuginato di nuovo su ogni fatto accaduto nell'ultima settimana, per poi accorgermi che come al solito non era servito ad altro che ad ingarbugliarmi ancor più i pensieri.
La verità era chiara e lampante: Cain McColl mi piaceva!
Ma come diavolo avrei potuto fare a destreggiarmi tra le sue mille personalità?
Aveva un lato oscuro a cui ero sì in grado di tenere testa, ma non sempre, poiché era anche spaventoso delle volte. E poi c'erano i momenti come quello di qualche sera prima,dove sapeva essere incredibilmente dolce ed aprirmi il suo cuore come non aveva mai fatto.
Avevo raccontato a Camille i dettagli che Cain mi aveva rivelato sul suo passato, in modo che potesse consigliarmi sul da farsi ed invece non aveva fatto altro che commuoversi per il povero McColl abbandonato dalla madre e dirmi che meritava una possibilità.
Forse era l'amore per Rob a farla essere così mielosa?
Ma aveva ragione lei e gran parte del lato oscuro di quel ragazzo era dovuto al modo in cui era stato cresciuto.Eppure più lo conoscevo e più sentivo che c'era dell'altro.
Qualcosa di torbido e che sapevo non mi avrebbe mai rivelato.
E allora ecco che tornavo alla domanda originale: come si faceva a provare ad avere una storia con qualcuno che non era in grado di essere sincero con me?
E soprattutto, chi mi diceva che Cain volesse una storia?
Certo mi aveva baciata e ci aveva provato con me fin da quando ero arrivata, ma questo non voleva certo dire che volesse da me qualcosa di serio.
Dopotutto lui è Cain McColl.
Conoscevo i dettagli della sua vita amorosa ed ero sicura che non fosse il tipo che si fidanza e mette su casa.
Mi chiesi allora se ero io ad essere sbagliata.
Forse ero io che sbagliavo a pensare in modo così romantico.
Magari era meglio iniziare a vedere la vita in maniera più realistica, specie dopo che avevo chiuso una relazione, su cui avevo scommesso tutto.
E se ci fossi ricascata anche con Cain?
Se anche lui si fosse rivelato -con il tempo - uno stronzo?
Che sarebbe successo se mi avesse confessato che di me non gli importava nulla? Che ero solo un trofeo,come le altre.
A quel punto, l'unica soluzione parve essere un confronto diretto.
Dovevo parlare con lui a carte scoperte, a costo di rimetterci i sentimenti un'altra volta.
Così mi vestii ed uscii dalla mia stanza per bussare alla sua porta.
Aspettai qualche secondo ma nessuno venne ad aprirmi.
"Sei tornata,piccolo diavoletto!" mi urlò una voce femminile dal fondo del corridoio.
"Lily, come stai?"
La signora Peterson posò la sua fidata scopa dal manico rosa pastello e venne verso di me, sorridente come al solito.
"Come stai TU, se mai!" disse abbracciandomi "Com'è andata a Nizza? Vi siete divertiti?"
"Si, moltissimo" risposi, cercando di non far trapelare nulla dai miei occhi "Stasera a cena ti racconto tutto!"
"Oh, ecco..." titubò qualche secondo "Io e tuo zio stasera, non saremo qui!"
"Come mai?"
"Andiamo uhm...A cena fuori!"
Oh.
"Finalmente!"esclamai sorridente "Zio Alec si è deciso a chiederti di uscire?"
Lily diventò paonazza, ma sembrò sollevata che io approvassi la loro uscita.
Lo zio Alec l'aveva assunta quando io non ero ancora nata e da allora quei due erano sempre stati insperabili. E avevo sempre pensato che si piacessero e che dovessero provare ad uscire insieme. Dopotutto erano entrambi single, senza contare che sia lei che mio zio erano piacenti ed ancora nel fiore dell'età. Ma conoscevo bene mio zio ed il suo carattere burbero e pensavo che non si sarebbe mai deciso a portarla fuori.
"Non ti dispiace?"
"Che dici? Perchè dovrebbe? E poi era ora che qualcuno facesse battere il cuore a quel brontolone! Dove ti porta?"
"Ad Edimburgo" disse felice "Infatti,volevamo chiederti se sarebbe un problema per te, rimanere qui in albergo stasera"
"Non c'è nessun problema, Lily...Andate a divertirvi"
"Sicura? Ti ho preparato il tuo piatto preferito, è già in forno"
"Che meraviglia,grazie! Andate pure, tanto io non ho programmi per questa sera..."dissi con un pizzico di malinconia, dovuta alla mia situazione economica "E anche per quelle a venire!"
"Che succede? Sembri triste" notò lei.
"Nulla di grave, è solo che devo trovarmi un lavoro al più presto!" le confessai"I risparmi cominciano a scarseggiare"
"Mi dispiace...Vedrai che troverai qualcosa che vada bene"
"Ora come ora andrebbe bene qualsiasi cosa!"
Lily incrociò le braccia pensierosa: "Ricordi Rose Bishop? La mia amica del Golf Club sulla costa?"
"Si, me la ricordo...Mi offrivasempre il thè quando ci andavo da piccola con mamma e papà"
"Bhe,ecco...So che cerca qualcuno per il bar del club. Se sei interessata,potrei metterci una buona parola per te."
"Scherzi?Sarebbe fantastico, grazie!" esclamai abbracciandola entusiasta.
"Allora la chiamo appena finisco il turno"
"Senti, Lily, sai per caso dov'è finito Cain?"
"E' all'officina" disse "Dovresti vedere che bel lavoro hanno fatto gli operai di Glempow!"
"Lo immagino" risposi, un pò delusa "Allora vado a dare un'occhiata anche io"
"D'accordo piccola, ci vediamo.Ora torno al lavoro!"
Mi allontanai malinconica, nel pensare che d'ora in avanti Cain non avrebbe più vissuto qui in albergo e che lo avrei visto molto meno.
Mi guardai nello squarcio di specchio del mobile a metà del corridoio ed intravidi il mio riflesso tra i gigli e i tulipani nel grande vaso in ceramica.
Com'era possibile che fosse cambiato tutto così velocemente?
Com'era accaduto che potessi dimenticare il grande amore di una vita in quel modo e perdere la testa per uno sconosciuto che forse nemmeno mi voleva?
Tirai su col naso per non scoppiare a piangere e mi sistemai i capelli in uno chignon improvvisato, per poi dirigermi verso l'officina di Cain.

SE SOLO SAPESSI ODIARTI [Adulti]- #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora