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Mi svegliai con il rumore della motosega di zio Alec, cosa che in quegli anni a Londra non mi era per nulla mancata. Come del resto non mi erano mancate molte altre cose, come ad esempio il fatto di svegliarsi la mattina con la velocità del wi-fi pari a quella di una lumaca e senza poter controllare posta elettronica, social e altro.
Ma tanto, riflettei, non avrei saputo comunque che cosa postare, con la monotonia che c'era lì e sicuramente le foto della verde e noiosa Scozia non sarebbero piaciute a nessuno dei mie amici.
Girandomi tra le lenzuola, mi ritornò in mente ciò che era successo la sera prima con Cain e senza che riuscissi ad impedirmelo, pensai a come poteva stare dopo aver bevuto così tanto.
Mi lavai, mi infilai un paio di jeans ed una felpa e legando i capelli in un coda scompigliata, uscii dalla mia stanza per andare di sotto a fare colazione.
Passando di fronte alla camera di Cain notai che la porta era socchiusa e così, inevitabilmente sbirciai attraverso lo spiraglio.
Intravidi solamente I vestiti che indossava la sera prima, aggrovigliati in malo modo sul pavimento. Senza pensarci troppo e contro tutti i miei principi, decisi di entrare e vedere se stava bene. Dopotutto era pur sempre un essere umano e in una piccola e profonda parte del mio cuore, la sera prima mi aveva fatto pena vederlo così.
Cain era sdraiato supino sul letto, aveva addosso solo un paio di boxer blu e con un braccio si copriva gli occhi, mentre respirava pesantemente. Pensai che sarebbe stato meglio lasciarlo dormire, così, cercando di non fare rumore, feci per uscire dalla stanza.
"Ferma lì!" Sentii alle mie spalle.
'Merda' pensai mentre mi voltavo verso di lui.
"Cain, scusami, volevo solo controllare che stessi bene! Non volevo svegliarti!" Dissi con pacata onestà.
Si stropicciò gli occhi e si coprì con il lenzuolo voltandosi verso di me, sorridendo compiaciuto e ricordandomi perchè facevo così fatica a sopportarlo.
"E così ti sto antipatico...Ma ti interessa come sto!" Disse a voce bassa "Sei strana"
"Non sono strana!" Esclamai a testa alta, presa dall'orgoglio. "Volevo solo essere certa che non fossi affogato nel tuo vomito!"
"È un peccato che tu sia venuta qui solo per questo" sussurrò quasi, con una voce che era scesa di almeno due toni ed ora appariva sporca. "Ci sono così tante cose più divertenti da fare appena svegli!" Piegò la testa di lato e sorrise.
'Ma per favore!' Pensai mentre avvampavo. La mia testa lo respingeva ed il mio corpo reagiva in maniera opposta.
"Senti Cain, sono certa che viste le tue innate virtù da donnaiolo, tu non sia abituato a ricevere un no come risposta, ma io non sono il tipo di ragazza che sei abituato a frequentare." Dissi puntandogli il dito contro "E soprattutto non uscirei mai con uno come te!"
D'improvviso il suo sguardo divertito si fece più serio.
"Uno come me?" Chiese seccato.
"Si Cain, sei un alcolizzato, spero tu te ne renda conto!" Risposi di getto. Non appena finito di parlare, mi accorsi di quello che avevo detto e d' improvviso mi sentii una completa idiota.
Il suo sguardo si fece estremamente freddo ed i suoi occhi blu parvero diventare neri come la pece, mentre serrava la mascella e si alzava dal letto per venirmi incontro. Avrei voluto correre via, scappare, eppure ero inchiodata al pavimento e senza vie di fuga o armi, se non il mio orgoglio, che già però mi aveva messo nei guai.
"Lo vedi Inglesina? Il tuo problema è questo." Disse serio "Scommetto che ti sei sempre permessa di giudicare chiunque dall'alto del tuo bel piedistallo londinese, non è così? Con il tuo bel trucco perfetto, la manicure impeccabile e quei vestiti invisibili.
Ma qui la vita è diversa tesoro e non puoi permetterti di insultare le persone senza assumerti le tue responsabilità!"
Mi si avvicinò ancora ed io fui terrorizzata dal modo in cui mi guardava. Se avesse potuto, mi avrebbe divorata, ne ero certa.
"Adesso fammi un favore: porta i tuoi giudizi ed il tuo grosso culo fuori dalla mia stanza, perchè nessuno dei due mi interessa, sono stato chiaro?"
Avevo sempre saputo di non essere una modella da copertina o una bellezza rara, ma commenti di quel tipo erano davvero di cattivo gusto. Ormai ero abituata a certe cose  e non ci facevo nemmeno più caso, ci passavo sopra. E con un idiota come lui avrebbe dovuto essere ancora più facile. Che cosa avrebbe dovuto importarmene dell'opinione di uno stronzo come Cain?
Eppure - me ne accorsi in quel momento - per una ragione a me ignota, quelle parole ed il fatto che fosse lui a pronunciarle, mi ferirono a morte.
Trattenni le lacrime come ormai ero esperta fare e gli sguinzagliai contro il mio ego ferito, senza mostrare segni di cedimento.
"Non preoccuparti, me ne vado. Si da il caso che nemmeno gli ignoranti come te mi interessino!" Conclusi.
Poi mi voltai ed uscii dalla stanza prima che avesse il tempo di rispondere.

SE SOLO SAPESSI ODIARTI [Adulti]- #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora