Scostai leggermente il piatto da me. La fame mi era passata e per di più quella purea di carote sapeva di rancido.
Attesi la risposta di Jake che peró non arrivò. Decisi quindi che era il caso di bere un sorso di birra e di passare all'attacco.
"Perchè hai portato due valigie? E perchè hai affittato un' auto?"
"Non è ovvio?"
"No, non lo è"
"Voglio rimanere, Ris" disse sporgendosi verso di me "Voglio trovare un buon lavoro ad Edimburgo o in una città nelle vicinanze e restarti accanto!"
'Cosa? Stai scherzando!'
"Non pensarci nemmeno, Jay" risposi autoritaria "Quello che c'era tra noi è finito. Avevamo chiuso da amici, santo cielo...Perchè vuoi rovinare tutto?"
"Non voglio rovinare nulla, voglio ricominciare, non lo capisci?"
"Abbiamo già provato a ricominciare e non è andata per nulla bene...Piantiamola di fingere e andiamo avanti con le nostre vite, ti prego!"
"Che vuoi dire?" Chiese inarcando un sopracciglio.
"Voglio dire che forse dovremmo concedere a noi stessi la possibilità di essere felici...Felici davvero!"
Sulle labbra di Jake comparve un sorriso beffardo ed enigmatico che mi gelò il sangue.
"È questo il problema allora...Avevo ragione!"
"Che intendi?"
"È Cain, vero? È riuscito a portarti a letto!" Esclamò, colpendo il tavolo con un pugno.
"Come, scusa?"
"Andiamo non fare l'ingenua...Quel McColl ha provato ad entrarti nelle mutande da quando hai messo piede a North Berwick"
"Questo non significa che glielo abbia lasciato fare!"
"Lo spero bene!"
'Ora basta, Jay...È troppo!'
"Si può sapere che diavolo vuoi? Abbiamo rotto, è finita, posso fare quello che mi pare!"
"Non durerà, Iris" disse lascivo "Quelli come lui hanno in testa una cosa sola e non cercano nulla di serio"
Sentii un crampo di nervosismo attanagliarmi lo stomaco e dovetti fare violenza su me stessa per non alzarmi e lanciargli contro l'intero tavolo.
"Tu non vai bene per lui e lo sai!" Ingoiò l'ultimo pezzo di carne "Prima o poi si stancherà di te e ti lascerà per un giocattolo più nuovo!"
"E tu che diavolo ne sai?"
"Perchè l'ho inquadrato, Ris...Andiamo, sono stato l'unico ragazzo che hai avuto" allungò una mano in cerca della mia, ma mi scostai da lui. Non volevo che mi toccasse.
"Non hai mai fatto o sperimentato nulla che non fosse con me. Non hai mai provato nulla che non fosse con me...Per tutto questo tempo sono stato l'unico!"
Era vero.
Jake Vaughan era stata la mia prima ed unica storia.
Non che non avessi avuto altri ragazzi, ma erano state tutte storielle da poche settimane. Cose adolescenziali.
Con lui era stato tutto completamente nuovo e da ogni punto di vista. Senza contare che la maggior parte delle mie prime ed uniche esperienze sessuali erano state con lui. Non avevo mai fatto sesso con altri che con lui, in realtà. E questo mi rese assai malinconica, facendomi ripensare ancor di più al fatto che non avevo provato mai altre esperienze. Che mi ero in qualche modo limitata in quegli anni e che era ora di finirla. Volevo essere felice.
Non importava se da sola o con qualcun'altro, ma DOVEVO essere felice. Me lo meritavo.
"Hai ragione Jake" dissi "Ed è per questo che ora mi alzerò da qui, chiamerò un taxi e mi farò portare a casa mia!"
"Cosa?"
"E tu invece te ne ritornerai a Londra con i tuoi bagagli e con tutte le tue stupide convinzioni!"
"Dopo tutto quello che ho fatto per te?"
"Jake, non ho intenzione di fare scenate in questo ristorante!" Esclamai stringendo la forchetta tra le mani "Vattene dalla mia vita e lasciami in pace!" Sentenziai alzandomi.
"E così mi liquidi senza nemmeno provarci?"
"Si Jake, perchè non avrebbe senso restare ancora con qualcuno che non amo più!"
Lo sguardo di Jake divenne di ghiaccio, come se gli avessi trafitto il cuore con una lama. Non si aspettava un'affermazione del genere. Ma d'altra parte nemmeno io.
Già, me ne accorsi solo in quell'istante. Tutto l'amore che avevo provato era svanito.
Lo sguardo di Jake divenne quello di un cucciolo bastonato ed improvvisamente provai una gran pena per lui, per me e per quello che ci eravamo fatti.
"Provo e proverò sempre un grande affetto per te..."
"Lascia stare" mi interruppe "Risparmiami queste stronzate!"
Lo vidi sul punto di piangere e mi si strinse il cuore. Ma non potevo tornare con lui e mentire di nuovo a me stessa. Mi ero presa in giro per troppo tempo e soprattutto lo avevo fatto a lui.
Vaughan mise una mano in tasca e ne tirò fuori un fazzoletto stropicciato. Si tolse gli occhiali e se lo passò sugli occhi per poi tornare a guardarmi con dolcezza. Come se improvvisamente avesse capito....
"Ti auguro una buona vita, Iris Cunnnigham" disse in un sussurro. Poi si avviò verso la cassa e pagò il conto. Si voltó e mi guardó un' ultima volta, deluso, frustrato ed amareggiato.
Io non potei che guardarlo con tanta pena ed affetto, ma nulla di più.
"Buona vita anche a te, Jake!"
Dissi in tono neutro. Lui piegò le labbra in un sorriso di circostanza e mi diede di nuovo le spalle.
E così, Jake Vaughan uscì dalla porta scorrevole di quel piccolo ristorante, mettendo ufficialmente fine alla nostra storia.
Con le lacrime agli occhi ed un pizzico di malinconia, chiesi al cameriere dietro al banco di chiamarmi un taxi ed attesi per una decina di minuti. Poi salii sull'Audi bianca e lasciai che il tassista mi riportasse in hotel.
Guardando fuori dal finestrino impolverato riflettei sulla mia vita e su quello che avevo perso.
Forse avevo mandato a puttane l'amore della mia vita. O forse avevo risparmiato ad ormai due completi estranei altri anni di inutili sofferenze. Non sapevo che cosa avrei fatto, ora che avevo definitivamente chiuso quel capitolo della mia vita.
Sapevo solo che molte cose avevano di colpo preso chiarezza e forma. E che, inspiegabilmente, quel viaggio a Nizza mi aveva fatto cambiare idea ed aprire gli occhi su molte cose.
Che strano, pensai: avevo dovuto fare un salto nel passato, per capire cosa volessi dal mio futuro e capire che non ero più la stessa persona di un tempo.
Osservai la strada dissestata della Swington Valley, disperdersi nel verde della brughiera e senza volerlo, mi ritrovai a sorridere con il cuore pieno di nuove speranze.
Ero diversa ora, si.
E stavo andando a casa.
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SE SOLO SAPESSI ODIARTI [Adulti]- #Wattys2017
Novela JuvenilIris Cunnigham non sarebbe più tornata in Scozia. Se lo era giurato quattro anni prima, quando era finalmente riuscita ad andarsene da quella piccola città che le stava così stretta, per tornare nel posto in cui era nata e che adorava tanto. Ma Lond...